Dopo mesi di intenso lavorìo ai fianchi, Italia Viva potrebbe ottenere un incarico di peso. Decisivi i risultati delle elezioni amministrative. Barcolla però la coesione della maggioranza che non sempre riesce ad essere unita rendendo necessario ampliare il perimetro delle alleanze
di Angelomauro Calza
Dicette o pappice vicino a’ noce, ramm‘ o tiemp‘ ca te spertose. E così, dopo mesi di intenso lavorio ai fianchi, fatto di bastone (poco) e di carota (molto) pare che Italia Viva sia riuscita a far coppia con Forza Italia. Abbiamo scritto più volte di Mario Polese e di Luca Braia, del loro aver prima lasciato il PD e poi aderito a Italia Viva e del fatto che di questa scelta devono dar conto ai loro elettori (e questi sono fatti loro). C’è da dire anche che da mesi scriviamo di segnali che davano Italia Viva in fase di corteggiamento al Presidente Bardi. Ora la situzione si è evoluta.

Luca Braia e Mario Polese
Quel che a noi preme è l’aver sottolineato nei giorni scorsi quella che una volta sarebbe stata definita quantomeno una stranezza, più verosimilmente un tradimento: come un Consigliere regionale eletto all’opposizione da segretario di un partito decida dopo qualche mese di legislatura di abbandonare quello stesso partito e approdare a un’altra formazione, per poi concludere – ed è storia recente – una intesa elettorale con il centrodestra alle Comunali che – visti gli esiti dello scrutinio – probabilmente porterà Italia Viva a frequentare alla Regione Basilicata casa della maggioranza da commensale e non più da antagonista. Ma ci interessa solo dal punto di vista della cronaca politica e delle opportunità politiche, poi ciascuno resta libero – ci mancherebbe – di esercitare come meglio crede il suo mandato e la sua storia conscio che è sottoposto quotidianamente al severo e inappellabile giudizio della gente.

Renzi e Berlusconi: insieme per sempre in Basilicata?
Quindi qui è bene chiarire che una cosa è il giudizio che di una operazione si dà da esterni, così come anche noi abbiamo fatto più volte, un’altra cosa è l’essenza dell’operazione stessa. E onestà intellettuale vuole che ammettiamo che l’essenza dell’operazione che a detta di molti potrebbe portare Mario Polese alla Presidenza del Consiglio regionale, altro non è che la risultanza delle capacità strategiche dei rappresentanti di un partito che sostanzialmente sono riusciti in Basilicata a replicare a livello locale quel che Renzi nel recente passato è riuscito a fare a livello nazionale. Ora, che Renzi sia in piena discordanza tra quel che dice e predica con quello che poi fa è cosa risaputa, che qualcuno lo giudichi inaffidabile politicamente pure ci può stare, ma guai a dire che non sia uno stratega di buona qualità. La stessa cosa dicasi per Mario Polese: possiamo criticarlo per quella che è stata la sua parabola politica, ma possiamo farlo in quanto non la pensiamo evidentemente come lui, siamo nella piena legittimità, ma non possiamo certo rimproverargli di non aver saputo ideare e gestire una strategia che probabilmente lo porterà, nel nome di Italia Viva, alla Presidenza. E comunque sia, di sicuro produrrà l’effetto di dare una grossa mano all’attuale maggioranza di centrodestra, così come del resto lo stesso Matteo Renzi ha dichiarato a Matera a margine della presentazione del suo libro Controcorrente. Detto questo, però, chiediamoci anche chi erano e sono i soggetti che hanno in un certo senso subito questa strategia, perché è importante: sono rappresentanti di partiti che dopo aver dato vita a una coalizione vincente non hanno saputo governarla al meglio, tanto da far sì che si rendesse indispensabile cercare alleanze e sostegno al di fuori del perimetro degli alleati. in Basilicata, la regione della “crisi continua”, il “tutti dentro” nazionale di sicuro non sarà replicato, non ci sono le condizioni, ma una maggioranza composita e ibrida… quella sì che è possibile, pur di salvare la legislatura. Ecco, allora onore e merito a chi come Polese e Braia in Basilicata hanno saputo giocarsi le loro carte, ma una nota di biasimo a chi ha fatto sì che riuscissero a vincere la partita di tressette perché l’avversario giocava col morto: come dire che o’ pappice ha veramente spertusato la noce!