Tutto è legato alla collocazione che Cicala annuncerà subito dopo il responso delle urne. Due le possibili scelte: Fratelli d’Italia o Forza Italia, e se sarà la seconda lo scenario è da tammurriata nera

 

di Angelomauro Calza

 

 

Procediamo con ordine. Da settimane (il giorno di inizio coincide con l’ufficializzazione della non candidatura di Amedeo Cicala al Parlamento) si sono rincorse le voci tendenti a individuare una nuova collocazione politica per il sindaco leghista di Viggiano e di suo fratello Carmine, Presidente del Consiglio regionale.

Il Presidente Carmine Cicala e l'Assessore Leone

Il Presidente Carmine Cicala al lavoro

In buona sostanza, il termine “leghista” sembrava già improprio esattamente da quel preciso momento, e le voci attribuivano a lui e al fratello imprecisati appoggi elettorali a Fratelli d’Italia alla Camera e a Marcello Pittella al Senato. Tra illazioni, falsità, mezze verità (ovviamente la metà falsa, la vera è sempre stata solo quella dei dissapori con Salvini) ecco che spunta a sorpresa il nome di Amedeo Cicala su un manifesto di Forza Italia che presenta i suoi candidati, Casellati in testa, a Viggiano, ieri sera: lui il primo a parlare, che porta i “saluti istituzionali” come è precisato sul manifesto. Del resto ci sta la Presidente del Senato, prima ancora che la candidata all’uninominale di Palazzo Madama, e lui è un sindaco, non può venir meno quantomeno al garbo istituzionale. Ed è nel suo discorso che Cicala a un certo punto precisa: “io mi colloco nel perimetro del centrodestra” e ancora “continuo ad appoggiare il nostro Presidente Bardi”.

Bardi e Piro che discutono amabilmente

Una dichiarazione che sgombra il campo da presunte fughe centrosinistrorse che viene confermata poco fa da un comunicato, che aggiunge un elemento nuovo, la sua fuoriuscita dalla Lega, e non sgombra il campo da un dubbio: dove si collocherà? Dopotutto la Casellati è candidata della coalizione, non del partito di appartenenza, non è automatica l’associazione presenza-adesione. Appare anche evidente, visto che il comunicato porta in calce la sola firma di Amedeo Cicala, che tutto è legato al particolare momento politico: da un lato (quasi per una sorta di correttezza) il sindaco comunica alla Lega che non deve contare sul suo appoggio, dall’altra non scopre le carte per non creare imbarazzi politici tra i partiti della coalizione. Carmine, dal canto suo, in ossequio al ruolo istituzionale che ricopre, non si sbilancia in questo momento, non fa annunci, anche se sarebbe da ingenui pensare che la pensi diversamente dal fratello, che alla riunione del gruppo di cui nel comunicato parla Amedeo, non fosse presente anche Carmine, e che la scelta sarà univoca, che diamine! Sarà tutto più chiaro lunedì 26. Intanto, però, se ipotizziamo che la scelta dei due ricada su Forza Italia, vista la dichiarazione di fedeltà a Bardi (unico elemento che fa propendere per questa ipotesi), cosa potrebbe accadere in Regione?

L’Assessore alle Infrastrutture della Regione Basilicata, Donatella Merra

Lo scenario sarebbe davvero da tammurriata nera, dove non si biasimerebbe nessuno che affermasse “Io nun capisco, ê vvote, che succede e chello ca se vede, nun se crede! nun se crè!” Ci si ritroverebbe con gli azzurri che potrebbero contare sulle due Presidenze di Bardi e Cicala, la Vice Presidenza di Piro (tutte cariche da cui si può decadere solo per dimissioni volontarie), l’assessorato di Cupparo e sul Consigliere Bellettieri. Gira voce, anche, di un incontro tra Bardi e Leone, qualceh giorno fa, durato abbastanza per lasciare adito a illazioni di vario tipo, tra cui la possibilità che Leone rientri in Giunta al posto di Galella.  A quel punto a rientrare in Consiglio sarebbe Enzo Acito, che concorrerebbe ad aumentare a sei la rappresentanza a vario titolo dei forzisti alla Regione. Non avrebbe a quel punto più senso né titolo la Lega a mantenere due assessorati e in questo senso potrebbe muoversi Bardi, mantenendo verosimilmente in Giunta Fanelli (la quota rosa potrebbe essere disattesa, forzatamente, senza grosse conseguenze visti i tempi della giustizia amministrativa cui verrebbe sicuramente inoltrato un ricorso, ma se anche restasse Merra il risultato non cambierebbe) e lasciando libera una sedia, quella cui potrebbe essere chiamato a occupare Vincenzo Baldassarre, a parziale risarcimento della disarcionatura subita in primavera dopo soli sette giorni da assessore all’agricoltura.

Daniele Giorgio Di Ioia

Se ciò dovesse accadere, a subentrare da supplente, altro ritorno, sarebbe Daniele Giorgio Di Ioia, pimo dei non eletti di Idea, ma che da tempo ha ufficializzato il suo passaggio con il Presidente Bardi, tanto da diventarne uno dei collaboratori: con lui in Consiglio il numero degli azzurri salirebbe a sette. A questo punto bardi diventerebbe intoccabile, guadagnandosi a pieno titolo la ricandidatura alla Presidenza. Sempre che forza Italia abbia poi la forza di convincere gli alleati. Il prossimo anno. Questo è quasi certo. Fantapolitica? Oggi sicuramente, divertimento puro e semplice, immaginazione onirica, “puttanate” diranno in molti. Ebbene sì, ma anche di “puttanate”, “cazzate” e “strunzate” si vive. Ci piace, perché diverte e a volte… ci si azzecca pure.

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