Finta incazzatura politica in stile Italia Viva con critiche all’Ordinanza di questa notte. Bardi tempestivo ad emanare il suo provvedimento a pochissime ore dal DPCM di Conte

 

 

di Angelomauro Calza
Vito Bardi

Il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi

Evvabbè, però Bardi quando ha ragione ha ragione. E stavolta gli diamo ragione. Lui non poteva emanare un’ordinanza applicativa in Basilicata dell’ultimo DPCM se l’ultimo DPCM ancora non era stato ufficializzato. E infatti solo stanotte Bardi ha emanato l’Ordinanza di cui tutti chiedevano sin da sabato sera: lo ha fatto anche celermente rispetto ai tempi necessari, a distanza di 3 o 4 ore dalla pubblicazione del Decreto sulla cosiddetta “Fase 2”. Ora, che ci sia chi condivide in toto o in parte l’Ordinanza e chi non la condivida in toto o in parte non scandalizza nessuno: è sempre così, da sempre, per qualsivoglia provvedimento di qualsivoglia colore politico. Da che mondo è mondo, l’unica differenza la fa la democrazia: dove c’è democrazia si può manifestare il proprio disaccordo, dove non ce n’è… bisogna tenersi tutto dentro. Per fortuna siamo in democrazia. Non importa, quindi, se alla fine Bardi ha sottoscritto un accordo con il Governo che probabilmente ha lasciato l’amaro in bocca anche ad altri suoi colleghi Governatori: l’Ordinanza c’è e per quelle che erano le anticipazioni, le indiscrezioni che trapelavano, non ha sorpreso nessuno, diciamo che i lucani erano tutto sommato già preparati, si sapeva già tanto. Ma questo è un fatto pratico, e le discettazioni sull’ordinanza le lasciamo alle chiacchiere da social, che le chiacchiere da bar mò prima che ricomincino ci vuole qualche giorno ancora. E’ il dato politico quello che bisogna tener presente. Anzi, in questo caso i dati politici sono più di uno. Iniziamo dal fatto che se qualcuno ha fatto attendere oltremodo la pubblicazione di un provvedimento importantissimo questo è stato il Presidente del Consiglio. E però trattavasi di cosa delicata, per cui capiamo il ritardo. Altro dato politico: meno del tempo che ha impiegato Bardi ad emettere il suo, di provvedimento, non poteva, salvo avere già in frigorifero un suo scritto da tirar fuori in cinque minuti senza manco leggere quel che diceva il DPCM. Sarebbe stata una cosa scandalosamente irresponsabile.

Il posto di Braia su Facebook intorno alla mezzanotte di ieri, 17 maggio

La tempestività maggiore invece si è riscontrata nella critica delle opposizioni, una in particolare, quella che da tempo sta facendo finta di fare opposizione: Italia Viva. Pochi minuti dopo la pubblicazione dell’Ordinanza di Bardi, infatti, il Consigliere ex assessore regionale Luca Braia ha postato una dura critica su Facebook, di quelle che fanno male (ai bongustai). Ha dato ragione su tutto a Bardi, ma su una cosa appare davvero intransigente.

Ecco il suo post:

“ORDINANZA NOTTURNA n. 22 DEL PRESIDENTE BARDI

🐗 CINGHIALI SI su tutto il territorio
👎 TARTUFI NO solo nei comuni limitrofi
Possiamo fare quasi tutto, dopo il DPCM e grazie al governo nazionale, tranne andare a tartufi dove ci pare per il nostro governo regionale…”

Ha ragione, povero Braia! Grazie di aver protestato così duramente! Ma davvero vogliamo scherzare? Conte dice che è possibile e Bardi invece si oppone? In tutta Italia si va a tartufi e cinghiali (in Campania addirittura cinghialoni!) e qua solo a cinghiali? E’ vero, il tartufo là sta, il cinghiale invece scappa e bisgna corrergli dietro, ma – Presidente Bardi – le sembra cosa sensata, corretta e giusta il fatto che non si possa andare a tartufi al di fuori di certi ambiti? Che abbia liberalizzato l’andare a funghi e non a tartufi, che pure funghi sono? E come faranno a Brienza dove nel 2000 addirittura fu istituito un corpo militare apposito, le “Guardie tartufigene”, presentate in pompa magna in tv su Raidue anche a Mattina in Famiglia a margine della Conferenza mondiale di micologia che si tenne nel Melandro? Ora che cosa mi guardano… le guardie tartufigene? E come faremo senza tartufi? Come farà una povera madre costretta a far quadrare bilanci familiari a due zeri a non mettere in tavola per marito e figli due o tre bei tartufoni da grattugiare sulla pastina in brodo di dado? In Basilicata siamo dignitosi, si rinuncia anche al pane senza mai lamentarsi, ma al tartufo no! Si rende conto che sul tartufo si regge l’intera economia regionale? E’ la nostra manna che non dal cielo cade, bensì, viene fatta emergere da cani e porci (nel vero senso della parola) da sottoterra per essere raccolta e gelosamente conservata in vetro e sotto riso (a proposito… io il vasetto di vetro di solito lo scelgo bello grande così ci metto anche qualche uovo che per la porosità del guscio ne assorbe tutto l’aroma, per cui quando dopo qualche giorno cuoci l’uovo… è già tartufato. Lo sapevi stò trucchetto tu?). Il tartufo è la nostra resurrezione! Altro che bar, ristoranti e mercati! E’ il tartufo che fa il PIL! Le opposizioni di altre regioni hanno contestato le Ordinanze dei rispettivi Presidenti entrando nel merito di questioni sanitarie, di benessere e salute dei cittadini, ed economiche, legate a pareri acquisiti di esperti: tempo e soldi sprecati. Dovevano invece prendere esempio dalla Basilicata, dove basta criticare il non esser liberi di andare a tartufi dove si vuole, senza restrizioni, per giudicare non aderente al bisogno sociale del territorio una Ordinanza e dare la sensazione di aver svolto fino in fondo e con coscienza il ruolo di Consigliere di opposizione. Il dubbio finale ne risolve anche probabilmente un altro: ma Braia ha colto nel segno o no? Perché se avesse davvero colto nel segno io e tanti altri saremmo tranquilli che l’Ordinanza di Bardi è fatta davvero bene.

Una celebre vignetta di Altan

L’impressione invece è che stavolta, dopo le tante di Polese, sia toccato a Braia il ruolo dell’illusionista, quello che vuol farti vedere ciò che non è, scatenando l’ilarità di grandi e piccini, indicando ai suoi simpatizzanti la pagliuzza per non far vedere la trave. Proprio come quando ti trovi impossibilitato ad andare in spiaggia in Calabria, e allora ti consoli guardando l’illusione politica trasformarsi nel paesaggio di Braia a Mare.