di Ghino di Punta

Sta tenendo banco e facendo scandalo da un paio di giorni la notizia di due assessori del Comune di potenza che hanno chiesto e percepito il Bonus Covid di 600 euro.

L'assessore Patrizia Guma

L’assessore Patrizia Guma

Polemica di un Ferragosto senza altre notizie. Si tirano in ballo soprattutto etica e morale, in quanto i due assessori avrebbero concorso a sottrarre ad altri bisognosi le somme in questione. Sarebbe un delitto grave per molti, poiché i due assessori percepiscono una indennità di carica di circa 2.500 euro mensili. In realtà, se si legge la normativa in questione, tali motivazioni si evidenziano come una mera e strumentale polemica. E fa specie che a polemizzare siano soprattutto appartenenti ed esponenti del Movimento 5 Stelle e del cosiddetto Centrosinistra (ma anche alcuni esponenti di Idea al Comune di Potenza), ai quali occorrerà forse che qualcuno spieghi che il provvedimento ( che oggettivamente presenta delle falle) è stato varato proprio dai loro parlamentari. Cosa prevedeva la normativa? A chi spettava il bonus (al passato, visto che è stato varato da pochi giorni ilnuovo decreto)? Con l’art. 27 del decreto Cura Italia (D.L. n. 18/2020) il Governo ha, tra le altre cose, previsto una indennità una tantum a sostegno di una serie di lavoratori, sia dipendenti che, soprattutto, autonomi che stanno risentendo particolarmente dell’emergenza epidemiologica dovuta al Covid-19. L’indennità non concorre alla formazione del reddito e quindi non assoggettata ad imposizione fiscale. Testualmente: “Le categorie di lavoratori destinatari del contributo statale sono quelli dei seguenti lavoratori:

Il Sindaco Mario Guarente con l'assessore Marika Padula

Il Sindaco Mario Guarente con l’assessore Marika Padula

– partite IVA,

– collaboratori coordinati e continuativi,

– artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri,

– lavoratori stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali,

– OTD agricoli,

– lavoratori dello spettacolo, iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo”.

Ci si rende conto che sono tutte categorie di lavoratori che posseggono già un reddito che a causa del Covid subisce potenzialmente solo una riduzione peraltro minima, non è un bonus destinato a chi non ha redditi (quindi se un cittadino lo percepisce imporopriamente lo sottrrae ad un altro), quindi colpevoli loro, colpevoli tutti quelli che hanno chiesto il bonus!

Il Sindaco Mario Guarente con assessore Patrizia Guma

Il Sindaco Mario Guarente con assessore Patrizia Guma

Questa è cosa diversa dagli altri aiuti. In soldoni, il bonus 600 euro era ed è destinato a chi ha già un reddito e sia pur in maniera forfettaria e – soprattutto – una tantum, va a ristoro di un ipotizzabile mancato introito. Sarebbe accaduto lo stesso se avessero chiesto il Bonus Baby Sitter: loro sono assessori, che se ne devono fare? Come si permettono? Anche quello però viene dato a chi ha già un reddito. Quindi è chiaro che sia l’assessore Padula, che l’assessore Guma nulla hanno sottratto alle categorie di cittadini più sfortunati, quelli senza reddito e senza lavoro (destinatari di altri ammortizzatori sociali), come su stampa e social viene denunciato mettendoli alla gogna. La questione morale andrebbe quotidianamnete ricercata altrove, insieme anche a questioni di rilievo penale, e tutti i giorni, non solo ora, in emergenza Covid: la messa in cassa integrazione di dipendenti cui viene chiesto da qualche padrone (sicuramente titolare di partita iva) di lavorare comunque (tanto paga lo Stato), tra quei percettori di reddito di cittadinanza che lavorano a nero (tanto paga lo Stato), tra quei soggetti che con l’emergenza Covid hanno posto in essere speculazioni, magari anche chiedendoci perché paghiamo 1.500 euro al mese a non so quante centinaia di Navigator che non si sa bene se, quando, quanto e come lavorino, ma non su due assessori comunali che – è vero – percepiscono 2.500 euro al mese, ma non si sa per quanto tempo e null’altro hanno fatto che usufruire legittimamente di una legge dello Stato. E fa specie che chi si scaglia contro di loro tra i politici appartenga alle componenti che quella legge l’hanno approvata e difesa. Ben vengano le critiche, se prima però vengono scagliati strali verso i propri rappresentanti in Parlamento per l’incompetenza e l’incapacità di saper guardare al futuro per evitare situazioni come questa. Cui prodest tenere alta la polemica? Quali altri interessi ci sono a nascondere una qualche altra probabile e più scandalosa questione? Non lo sapremo fino a quanto non occuperà le prima pagine dei giornali

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