Riflettendo sulle offensive verso il Presidente del Parlamentino lucano nascono alcune domande. Che coalizione è se c’è chi lo attacca e non chi lo difende? E perché lui risponde… restando in silenzio? E Bardi? Se è il garante dell’unità della maggioranza perché non interviene?

di Angelomauro Calza

Il Consiglio regionale è stato convocato per martedì 19 luglio. All’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione di una serie di rendiconti finanziari di vari enti, nomine e i bilanci di previsione e pluriennale dell’ATER, eccetera eccetera. Certo, la convocazione è un fatto, che poi si riesca a riunirsi un altro, che si riunisca e i lavori si tengano regolarmente, senza problemi… ancora un altro.

Un momento di una seduta del Consiglio regionale lucano

L’aria che tira è quella da far venire i sudori, e il caldo di questo periodo non c’entra nulla: a sudare è chi aspetta in trepidante attesa da tempo che qualcosa all’interno dell’Assemblea regionale si muova. Invece lo stallo, a ben leggere le cronache politiche degli ultimi tempi, pare proprio destinato a continuare. Se da una parte sembrerebbero sopite le accuse al Presidente Bardi (ma solo sopite, sia chiaro), non si hanno segnali di distensione per quel che riguarda gli attacchi al Presidente del Consiglio Carmine Cicala. La cosa strana è che ogni volta che li attaccano… nessuno li difende! Solo qualche timida reazione si è avuta a sostegno del Presidente della Giunta, per lo più da soggetti esterni, e pare da qualche Consigliere regionale, ma all’interno delle riunioni riservate di maggioranza. E Cicala? Chi lo ha mai difeso “pubblicamente dalle pubbliche accuse” che pressochè quotidianamente sta ricevendo da settimane? A chi scrive non risulta nessuno. Anzi, a dire il vero, addirittura manco lui! Lungi dal voler impiantare una difesa di Carmine Cicala, una riflessione sui comportamenti va fatta. In maniera oggettiva, da chi non sta con nessuno e osserva tralasciando il merito degli strali lanciati da consiglieri di maggioranza e soffermandosi solo sulle accuse in quanto tali. La “ritrovata unità” dichiarata da Bardi al termine dell’ultima verifica che ha portato alla conferma dell’attuale Giunta e alla nomina di Cicala per il secondo mandato avrebbe in qualche modo dovuto essere l’elemento chiave perché lo stesso Bardi difendesse Cicala: perchè non lo ha fatto?

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

E la stessa “ritrovata unità” avrebbe dovuto far sì che se da qualche banco della maggioranza ci sta chi ha lanciato accuse a una figura istituzionale espressa dalla stessa maggioranza, qualcun altro della coalizione avrebbe dovuto difenderlo, stò Presidente, solo spacciato per espressione del Centrodestra unito. Invece tutto questo non è avvenuto e, come si diceva, lo stesso Cicala, finito sui giornali per le accuse ricevute e gli inviti a dimettersi, ha preferito non commentare e chiudersi in un silenzio istituzionale evidentemente ritenuto più opportuno di cento dichiarazioni e commenti a difesa. Ma è possibile che questo mutismo nasconda qualcosa? Che il fuoco covi sotto la cenere e da un momento all’altro Cicala possa diventare protagonista di un qualche colpo di scena? Fino ad ora, alla fin fine, pur con atteggiamenti e comportamenti che sono stati oggetto di critiche da parte di alcuni, ha comunque svolto il suo ruolo istituzionale.

Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi

E i segnali sono quelli che portano a una sua intenzione di voler continuare a svolgerlo, certo, ma politicamente? Come potrebbe reagire politicamente più che agli attacchi dei suoi antagonisti alle non-difese di chi predica unità? Che unità è se si ricevono accuse e nessuno degli alleati e amici reagisce in difesa di chi ne è oggetto? Sarà stata una prima reazione, un segnale, l’assenza di Cicala alla riunione di maggioranza dell’altro giorno? E non sorge il dubbio che Cicala stia “facendo squadra da solo”? E se soprattutto dalla Lega dovesse continuare una sorta di indifferenza alle accuse, cosa accadrà? Che farà? E il suo mutismo, la sua non-reazione è dettato dal ruolo? Se non fosse una figura istituzionale avrebbe reagito lasciandosi trasportare dalle umane reazioni? Certo, Cicala sino ad ora ha dimostrato almeno all’apparenza una invidiabile dose di pazienza e di grande capacità di sopportazione che per i suoi detrattori equivale a dire una bella faccia tosta, ma la domanda che ci facciamo è legittima proprio per questo: perché questo silenzio anche dei suoi alleati, amici o pseudo tali, quelli che non l’hanno accusato? Chi sta zitto perché lo fa? Per assecondare e sostenere l’ossimoro della risposta impiantata sul mutismo? O è tacito assenso alle critiche e alle accuse? Se così fosse questa maggioranza sarebbe finalmente sì, unita: tutti contro Cicala! ma allora qualcuno glielo dica che fa squadra da solo! O è mancanza del coraggio di ribattere agli accusatori? Una maggioranza timida? E allora qualcuno esca dalla timidezza lo dica! Bisogna che il centrodestra si tiri fuori da questa situazione di ambiguità manifestandosi, dichiarandosi al fianco di Cicala o contro di lui in maniera chiara e inequivocabile, perché si possa poi agire di conseguenza sostenendolo come si deve o dicendogli di mettersi da parte con decisione, purchè si ponga fine a questa commedia da laboratorio teatrale dilettantistico e visionario, incentrato sul personalismo spacciato per servizio ai cittadini, in cui il centrodestra in definitiva, si accusa da solo, ma non si difende: le prove devono finire prima o poi, e si deve andare in scena! La Basilicata non ha ancora potuto applaudire niente e nessuno, apsetta da tre anni! Intanto martedì si avvicina, senza certezze per quel che riguarda la riunione del Consiglio, una assemblea che potrebbe far segnare un altro punto nella classifica del “nulla di fatto”. Ma ci si rende conto che tempo non ce n’è più? Settembre arriva a momenti, e poi Natale e quindi le elezioni Politiche: atti importanti vanno approvati con urgenza! Invece a via Anzio si gioca a moscacieca: continuate a divertirvi, se ciò vi appaga.

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