Agostino, Palamone, Caivano, Lavieri, Barile già hanno lasciato. Inciuci di corridoio parlano anche del Capo di Gabinetto del Presidente Bardi, ma al momento sono solo voci senza conferma alcuna. In pericolo la tenuta della “macchina-Bardi”?

 

di Angelomauro Calza

Fosse una galera, la navigazione avrebbe subìto qualche colpo di remi a vuoto, ma è la Regione Basilicata. Fosse una galera, a comandare sarebbe stato il sopracòmito, nobile e valoroso, ma con scarsa esperienza di mare, nominato per le sue origini, che avrebbe avuto come sottoposti più di un còmito di origini borghesi o (cito Wikipedia) “promosso a scelta tra i marinai, che raggiungeva quel titolo secondo procedure meritocratiche o di raccomandazione-clientela”. Ovvio che la Regione Basilicata non è una galera, ma negli ultimi tempi sembra navigare a remi, e se ti vengono meno alcuni dei còmiti rischi davvero di finire fuori rotta. Ricordiamo che hanno già lasciato l’imbarcazione nei mesi scorsi il Direttore Generale Alberto Caivano, il Dirigente Generale del Consiglio regionale, Arturo Agostino e la Dirigente Assunta Palamone: tre còmiti, mica micio micio bau bau!

l’ex Direttore Generale Maria Teresa Lavieri

Ad aprire le danze autunnali invece è stata qualche settimana fa il Direttore Generale della Regione Basilicata, Maria Teresa Lavieri che in un post sui social scriveva: “Avvisi pubblici e incarichi= spartonzie! All’atto pratico il merito passa in cavalleria”. Scontati i riferimenti a chi gli incarichi li assegna? Qualche giorno dopo altro post alimentato probabilmente dalle conseguenze del precedente: “Il bullismo è ormai sdoganato anche nelle istituzioni pubbliche ed è presente specie ai massimi livelli. Verbo arrogante e irrispettoso, toni e atteggiamenti aggressivi e minacciosi, comportamenti ostracistici, furbeschi e vendicativi, agire pilatesco, applicazione sistematica dell’ostruzionismo e della regola dello scarica barile, sono una costante quotidiana. Che dire poi del generale distacco di chi sta a guardare senza scandalizzarsi e prendere mai una posizione. Poveri noi, dove andremo a finire se anche le istituzioni tollerano tutto questo?”. Alla fine il Direttore Generale decide di lasciare, di andare in pensione, senza però rinunciare alle ferie maturate, per cui la sua esperienza al servizio della Regione è già terminata, e la galera di Bardi naviga con un altro còmito in meno (e sono quattro). Poi l’altro ieri le dimissioni del Responsabile della piattaforma Covid-19, Vincenzo Barile.

il dr. Vincenzo Barile

il dr. Vincenzo Barile

Anche in questo caso pulpito sono i social. In un post su Facebook di domenica pomeriggio così scrive: “Non condivido la chiusura delle scuole in Basilicata dai dati si evince chiaramente che le percentuali piu’ alte di infezioni covid sono concentrate tra i 20 ed i 60 anni e sono legate al lavoro ed alla socialita’. Si sta sbagliando obiettivo e non e’ un problema da poco perche’ dall’individuazione del problema e dalla soluzione dipende la tenuta degli ospedali”. Aperta contestazione, quindi, alla decisione di Bardi? Sia pur in piena franchezza, senza retropensieri e con grande onestà intellettuale? Nonostante questo, la lettera che ha inviato a mezzo PEC all’assessore Leone e al Direttore Generale del Dipartimento Politiche della Persona, Ernesto Esposito, e per conoscenza al Presidente Bardi è molto educata e signorile, non si lascia andare a comunicazioni sintetiche, perentorie e dal tono di ripicca: spiega con pacatezza e lucidità, è inoppugnabile. In realtà, a ben leggerla, è un vero e proprio schiaffo ai poltronifici e a chi sulle poltrone prodotte si accomoda e ci si addormenta, senza avere la voglia di alzarsi perché ci sta troppo comodo. Perché? Beh, perchè in buona sostanza Barile dice: sono stato nominato ad aprile, ho lavorato sodo, tant’è che “sono riuscito nelle ultime settimane a far implementare sulla piattaforma Covid un bollettino epidemiologico quotidiano per estrazione dei dati che dalle analisi effettuate risulta affidabile, pertanto essendo la mia funzione limitata alla predisposizione del bollettino quotidiano senza alcun mandato di analisi ai fini programmatori”, da questa poltrona, peraltro scomoda, mi alzo perché è finito il film e la lascio ad altri, perché “con l’automazione del bollettino ritengo di aver concluso il mandato ricevuto e chiedo di tornare alla mia normale attività con decorrenza 1 dicembre 2020”. Come dire non è giusto che io continui ad occupare un ruolo importante avendo terminato con l’automazione della raccolta dei dati il mio compito.

il Capo di Gabinetto del Presidente Bardi, Fabrizio Grauso

Ed ecco il quinto còmito che lascia la sua postazione sulla galera. Ce ne potrebbe poi essere un sesto, di còmito, secondo voci che circolano: addirittura il Capo di Gabinetto di Bardi, Fabrizio Grauso, che i corridoi di via Anzio danno per dimissionario, ma, tenendo fede alla sua proverbiale riservatezza, contattato, con l’altrettanto proverbiale cortesia preferisce “non commentare notizie di corridoio”. Insomma, la Regione Basilicata di sicuro non è una galera, ma per continuare a navigare dovrà sicuramente riflettere sulle motivazioni addotte anche pubblicamente da persone con ruoli importanti che hanno preferito abbandonare la nave, tenendo conto che di sicuro non è stato per paura di affrontare le tempeste, quanto piuttosto di non approdare nel giusto porto.

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