Grandi elettori lucani: i 6 voti ottenuti da Franco Piro (almeno tre sottratti al Presidente Cicala) possono davvero determinare l’inizio della fase di revisione dell’assetto regionale. Bardi potrebbe tendere a rafforzare la maggioranza e riconoscere un terzo assessore alla Lega.

di Angelomauro Calza

“E mò?” In quanti se lo saranno chiesto stò “e mò?” dopo aver analizzato l’esito dello scrutinio in Consiglio regionale per individuare i tre grandi elettori lucani che dal 24 gennaio saranno impegnati a Roma nelle votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica? Eggià, perché “e mò?” è la domanda che è sorta spontanea dopo che nonostante l’accordo trovato (pare) in una riunione di maggioranza prima di andare in aula a votare su tre nomi (che sono poi quelli risultati eletti), qualcosa non è andata proprio per il verso giusto.

il Consigliere regionale Franco Piro

Sembrerebbe (parrebbe) che una indicazione romana arrivata a Forza Italia avrebbe spinto per l’elezione di Franco Piro e non del Presidente Carmine Cicala. Sta di fatto che alla conta finale il Presidente Bardi ha ottenuto 13 voti (i 12 della maggioranza più, verosimilmente, quello di Carlo Trerotola, che avrebbe votato per prassi istituzionale, e non dimentichiamo che più volte l’ex candidato Presidente ha esternato la sua idea di una grande coalizione trasversale che lavorasse per il bene di Basilicata e lucani), Cicala 9 (i 6 della Lega più i 3 di Fratelli d’Italia) e Franco Piro 6 voti (i 4 di Forza Italia e quasi certamente i 2 di Italia Viva). Se così dovessero essere andate davvero le votazioni, ad ottenere un risultato eclatante è stato proprio Franco Piro, che è riuscito a catalizzare intorno al suo nome anche i voti di Italia Viva (amministrative a Melfi docent), ma soprattutto ha ottenuto i voti del suo partito, che ha preferito lui alla canonica figura istituzionale del Presidente del Consiglio.

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

E allora su il sipario: si potrebbe (dovrebbe) aprire così la scena del secondo atto con Piro protagonista che si impunta nel richiedere con maggiore veemenza e con più forza il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza. Questo passaggio di per sé già importante lo diventa ancor di più se si alza di un po’ lo sguardo, fino alla Giunta regionale. Una Giunta che ora potrebbe anche far registrare la clamorosa fuoriuscita di Gianni Rosa: la delega ottenuta era frutto di ragionamenti dell’immediato post-voto, che vedevano coinvolto anche Giovanni Vizziello che ora però non c’è più, non è detto che la fuoriuscita avvenga davvero, però è realistico pensare che quantomeno un momento di riflessione e di verifica interna Fratelli d’Italia dovrebbe farlo, e alla fine anche qualche malumore emerso nei giorni scorsi riguardo l’ipotesi di assegnazione di una delega a Cosimo Latronico potrebbe essere sopito con una soluzione salomonica che preveda la chiamata in Giunta di soli interni (ma chi sarebbe a questo punto il prescelto di Fd’I?).

L'assessore Gianni Rosa

L’assessore Gianni Rosa

Ora gli equilibri sono diversi, la Lega rappresenta la metà della maggioranza (anche se Vizziello ancora non ha ufficializzato l’ingresso nel partito di Salvini, ma solo la fuoriuscita da Fratelli d’Italia), e Bardi potrebbe a questo punto, vista l’incertezza del quadro politico, blindare lo scorcio di legislatura che ancora ha davanti: rinuncerebbe, sì, come deciso qualche settimana fa a Roma, a un assessore di Forza Italia, solo che il posto lasciato libero non andrebbe più al partito della Meloni, ma alla Lega (Cicala?), e potrebbe rinforzare la maggioranza con un Presidente del Consiglio “istituzionale”. In questo senso non sarebbe peregrino pensare a un rappresentante di Italia Viva (Polese?), visto che ormai Marcello Pittella (che avrebbe probabilmente precedenza) parrebbe aver sciolto le riserve e deciso di sottoporsi alla prova dell’elettorato in occasione delle prossime elezioni politiche: sarebbe stato lui molto probabilmente il più adatto alla circostanza e al progetto visti i trascorsi e l’esperienza maturata, oltre all’indiscussa autorevolezza. Sì, vabbè, ma a questo punto che fine farebbe Franco Piro? L’uomo che ha sbloccato gli ingranaggi di questa particolarissima ruota panoramica che potrebbe tornare così a girare? Non si sa, ma di sicuro non sarebbe relegato al semplice ruolo di capogruppo anche per la seconda metà della legislatura.

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