Il sistema sanitario regionale ha bisogno di essere profondamente riformato, ma tutto deve partire dalla istituzione universitaria del nuovo corso di laurea e delle relative sopecialistiche
di Angelomauro Calza
Il Consigliere regionale uscente Paolo Galante interviene, negli ultimi giorni del suo mandato, interviene nella discussione sul sistema sanitario lucano e, parlando con Angelomà, sostiene con forza la tesi dell’azione legislativa e amministrativa regionale in favore di una riforma sostanziale e sostanziosa dell’intero apparato.
“Bisogna offrire – ha detto – una sanità di qualità a tutti i lucani e anche ai cittadini delle regioni contermini perchè noi abbiamo una grande fortuna, siamo cuore del mezzogiorno, cerniera con altre tre grandi regioni, pertanto dobbiamo ottimizzare la nostra sanità”. Sì, consigliere, ma come si fa? “Intanto – risponde – migliorando la qualità degli ospedali principali dei due capoluoghi, ma anche istituendo la facoltà di medicina e di chirurgia a Potenza, all’Ospedale San Carlo, perchè noi abbiamo la necessità che accanto agli ospedali qualificati ci sia un policlinico universitario e le relative specialistiche. Questo garantirà una presenza significativa di medici e ricercatori di qualità che possono cambiare la sanità lucana”. Ma se sono passati anni e pur parlandone sempre non si è riusciti… ”L’opera è complessa – dice il consigliere – ma va fatta da subito, sin dal primo giorno della prossima legislatura regionale. Queste riforme non si fanno all’ultimo anno di legislazione, ma si fanno all’inizio e vanno tarate, misurate negli anni successivi, con gli aggiusti necessari, parlando con i corpi sociali, con i sindacati, le comunità, i cittadini, con tutti coloro che interagiscono o operano col sistema sanitario”. Consigliere, ma lei sa benissimo che ogni cosa ha un suo costo. Come farà la Regione a farsene carico? “Ha ragione, ma voglio precisare – conclude Galante – che la facoltà di medicina e chirurgia in Basilicata va pagata da Eni, Total e Shell che dal territorio della Lucania ricavano profitti significativi e siccome nel 2019 vanno riscritti i patti che vanno a scadenza, una delle cose da fare senza mettere in campo modifiche alle royalties e altro e questa nuova facoltà dovrà essere ad assoluto carico delle compagnie petrolifere”.