Consiglieri che entrano ed escono, come se si dovesse evitare di essere in tredici a tavola. Giunta: nulla di certo su chi entra, solo alcune domande legittime
di Angelomauro Calza
Ero in terza elementare quando mio padre mi portò un pomeriggio al Cinema Vittoria, in Piazza San Ciro a Portici a vedere l’ultimo film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia: “Il lungo, il corto, il gatto”. Onestamente, fino a stanotte manco me lo ricordavo più, ma poi come in un flash, pensando alla girandola di nomi che entrano ed escono da Giunta e Consiglio regionale mi è ritornata prepotente una scena del film: quella della cena. Una contessa molto superstiziosa che insieme al marito ha organizzato una cena, va in crisi perchè scopre che a tavola saranno in tredici.
Ecco allora che inizia una gag di rara preziosità, con Ciccio Ingrassia, cameriere della casa, che viene di continuo fatto sedere a tavola e poi fatto rientrare nelle cucine ogni volta che arriva un ospite inatteso o per un motivo improvviso un altro commensale è costretto a lasciare gli ospiti. Per chi volesse tornare indietro negli anni e godersi qualche momento di sane risate il film è su youtube, a chi invece il passato non interessa, può seguire le vicende che stanno caratterizzando la vita politica della Regione Basilicata: la scena è simile, procediamo con ordine. Il Presidente Bardi vara la prima Giunta, per cui, per effetto delle nomine assessorili, escono dal Consiglio regionale Franco Cupparo, Rocco leone, Donatella Merra e Francesco Fanelli, che lasciano il posto a Dino Bellettieri, Vincenzo Acito, Dina Sileo e Gianuario Aliandro. A marzo Bardi azzera la Giunta, per cui ritornano in Consiglio Merra, Fanelli, Cupparo e Leone ed escono Sileo, Aliandro, Acito e Bellettieri.

10 maggio 2019. si presenta la giunta regionale lucana
Il 12 marzo la crisi si risolve con la nomina ad assessori di Merra e Fanelli, che fa sì che in Consiglio ritornino Aliandro e Sileo, ma anche di Acito e Bellettieri, che vengono così “recuperati” e ritornano nel Palazzo. Quinta delega a Vincenzo Baldassarre, che consente l’entrata in Consiglio di Daniele Di Ioia. Tutto dura appena sette giorni: una sola settimana ed è di nuovo crisi, con nuovo azzeramento! E così ecco di nuovo fuori dal Consiglio Sileo e Aliandro, ma anche Di Ioia, e dentro Fanelli, Merra e Baldassarre, mentre tornano a casa anche Acito e Bellettieri. Vabbè… prendiamo un attimo di respiro, che sennò… Fatto? Riprendiamo. Bardi rifa la Giunta e richiama Fanelli e Merra, così rientrano in Consiglio Aliandro e Sileo.

La Giunta del Bardi-bis
Chiama anche Cupparo che lascia il posto in Consiglio a Dino Bellettieri. Gli altri due sono esterni, per cui nessuna ripercussione sul Parlamentino lucano. E arriviamo ad oggi. Dopo le note vicende, si dimette da Consigliere Franco Piro, per cui la nomina di Bellettieri diventa effettiva, però ci sarebbe stato (a questo punto parliamo solo di tecnicismi, sia chiaro) da surrogare il primo dei non eletti di Forza Italia in provincia di Potenza, Gabriella Megale. Intanto Cupparo si è dimesso da assessore e da Consigliere. Nell’ordine, però, dimettendosi da assessore è ridiventato Consigliere, rimandando a casa la Megale, che viene però ripescata grazie alle dimissioni sempre di Cupparo da Consigliere. La stessa Megale pare abbia già presentato formale rinuncia, per cui ad entrare in Consiglio sarebbe Antonio Capuano. Nel frattempo voci danno una nomina ad assessore per Vincenzo Baldassarre: se accadesse in Consiglio gli subentrerebbe di nuovo Daniele Di Ioia. Insomma, se Franco e Ciccio fossero ancora vivi ne verrebbe fuori un bel remake. In chiusura alcune domande senza risposta a voci che circolano nei corridoi e sulla stampa: ma come farebbe Bardi a ritirare le deleghe a Donatella Merra e Francesco Fanelli perché risultano indagati? Indagato lo è anche il Presidente, la motivazione non reggerebbe, no? Si dice anche che l’ex senatore Pasquale Pepe potrebbe essere il nome nuovo in Giunta della Lega. Ma potrebbe mai, vista l’incompatibilità tra i due ruoli, lasciare la guida del Comune di Tolve? Si parla anche di una delega per Vincenzo Acito: sarebbe disposto ad accettare dopo essere entrato e uscito di continuo dalla Regione? Gli verrebbe proposto un progetto tale da convincerlo a ritornare in via Verrastro da assessore dopo la “settimana di prova” del mese di marzo?