Marzio Liuni ha saputo gestire al meglio il partito negli ultimi mesi, raggiungendo risultati impensabili fino a dicembre. Ai Dem non servirebbe a niente andare a un congresso in autunno: non cambierebbe nulla.

 

di Angelomauro Calza

 

E ‘a luna rossa mme parla ‘e te, io lle domando si aspiette a me, e mme risponne: “Si ‘o vvuó’ sapé,
ccá nun ce sta nisciuna”.
Certe volte la combinazione! Canticchi un classico napoletano, Luna rossa, e ti scatta subito la metafora… Essì, che a vedere i risultati delle Comunali a Potenza tra poco davvero ci sta il rischio che qualcuno telefoni alla sede del PD e una voce registrata risponda “ccá nun ce sta nisciuna”. Nel tentativo di evitarlo, il primo passo è stato fatto proprio dal segretario regionale, quel Mario Polese che nei mesi scorsi, pur sollecitato continuamente da altri big del Partito Democratico, non ha mai voluto accontentarli: si è dimesso. La ricostruzione può iniziare. Resta solo da capire chi sarà il direttore dei lavori. Chi deciderà se ricostruire su quel poco che è rimasto?

Vito Santarsiero

Vito Santarsiero

O che è meglio ricominciare dalle fondamenta, e quindi abbattere muri e tramezzi ancora in piedi per ricostruire ex novo? Il primo a intervenire pubblicamente sulla decisione di Polese, a pochi minuti dall’annuncio, è stato Vito Santarsiero che in un post dal vago sapore di “elogio funebre” su Facebook dice: “Apprezzabile il gesto di Mario Polese. Serve però altro, non un comitato di gestione provvisorio (chi poi dovrebbe presiederlo?)  ma un Commissario esterno ed autorevole, che con i tempi necessari proceda alla rifondazione e rilancio del Partito Democratico di Basilicata. Solo così supereremo una lunga stagione di sconfitte, divisioni, errori, inadeguatezze, e si potrà tornare ad avere un futuro”. Alle comunali dell’altro giorno il PD a Potenza è sceso a valori che si aggirano intorno al 6 per cento, il centrosinistra intero è arrivato al 17%: di sicuro una parabola discendente di tale portata in termini di consensi al PD e al centrosinistra classico non si era mai registrata, soprattutto nel capoluogo.

i 7 ex DC con il Cinquestelle Antonio Mattia

E tutto ciò nonostante l’appoggio di Speranza. E il fatto che molto del popolo della sinistra si sia deciso a votare la lista civica Basilicata Possibile di Valerio Tramutoli dimostra che non è la voglia di sinistra che si è spenta, ma la proposta politica di quella stessa sinistra che a livello locale è diventata carente di contenuti e progettualità tali da evitare la disaffezione di un elettorato deluso da un sistema ingessato su vecchie posizioni e stantii personaggi che dimostrano di aver fatto il loro tempo. Ecco, la classe dirigente del Partito Democratico lucano non ha saputo cogliere questo aspetto, laddove altrove in Italia nell’ultima tornata elettorale si sono manifestati segnali di risveglio e di ripresa del PD come partito guida del centrosinistra. La telefonata ricevuta da uno degli “otto del Gazebo”, gli ex giovani DC di cui abbiamo provocatoriamente parlato lunedì ipotizzando che si siano riuniti alla vigilia del voto del 9 giugno per decidere di appoggiare Guarente, è sintomatica della voglia di rinnovamento per cambiare. E’ stato confermato nella telefonata che gli otto si sono visti per parlare di politica. Di più: Luigi Cappiello – uno degli otto – ha confermato come proprio il disagio politico attuale li abbia spinti a riunirsi per discutere, nella convinzione che esiste la possibilità di un’area cattolica non gerarchica che punti a costruire una piattaforma propositiva per la città di Potenza in un ambito sociale e cattolico, ed è questa la linea guida degli “otto”, pur nella personale indipendenza dell’espressione di voto. Cappiello constata come dietro le apparenze e le sigle ci sia un flusso costante di impegno che deve portare a riconsiderare i nuovi movimenti: “le persone che hanno una piccola-grande storia politica devono mettersi insieme, pronti a recitare un ruolo attivo per il bene comune della città di Potenza”.

mario polese – ph Luisa Calza

Ecco, quella che può apparire come una semplice pizza tra vecchi compagni di partito che si ritrovano a distanza di trent’anni di nuovo a ipotizzare, ragionare, progettare in questi termini, in realtà è un ulteriore segnale del bisogno di politica, quella seria, che si avverte nella popolazione, e che riguarda soprattutto il centrosinistra (e quindi il PD). Ora Polese si è dimesso, il primo passo è stato fatto, lo ha fatto lui, il segretario regionale del partito, ma – Santarsiero in fondo ha ragione – non si commetta l’errore di nominare un commissario pro-forma che serva solo a portare il partito al congresso entro ottobre: a che servirebbe un congresso che alla fine verrebbe gestito dagli stessi uomini, con gli stessi rapporti in termini di pacchetti di tessere, con le stesse proposte che sono state causa della debacle? No, per rendere di nuovo credibile il PD serve un commissario nominato da Roma, possibilmente esterno agli ambienti lucani e al sistema in essere, che abbia come priorità, prima ancora che la ricostruzione, lo smantellamento del sistema complesso e pernicioso stanziale all’interno al PD, che abbia libertà di azione, scevro da condizionamenti e timori reverenziali di sorta, e… senza fretta: che si prenda (e gli si dia) tutto il tempo necessario per riuscire.

il commissario della Lega in Basilicata, on. Marzio Liuni

il commissario della Lega in Basilicata, on. Marzio Liuni

Insomma, al Partito Democratico lucano serve un commissario alla Marzio Liuni della Lega, giunto da Novara, illustre sconosciuto ai lucani, che senza guardare in faccia a nessuno, con autorevolezza ha gestito gli ultimi mesi in maniera tale da infliggere, insieme ai suoi alleati, una sonora batosta al centrosinistra e consentire al partito di Salvini di raggiungere traguardi insospettabili fino a qualche mese fa. Avrà il PD il coraggio e l’umiltà di prendere esempio dalla Lega? E, soprattutto: c’è all’interno del PD una simile figura, autonoma, indipendente, ininfluenzabile e garantista?