Si avvicinano le scadenze per la presentazione delle liste, i partiti si muovono sullo scacchiere e si fanno sonni agitati. Molti non dormono, io invece sogno.

di Angelomauro Calza

Stavolta ho mangiato leggero, una insalata di pomodori e qualche chicco di uva, ma ho sognato lo stesso.

Il Sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles, con Silvio Berlusconi

Sarà stato che durante la frugale cena è giunta la notizia che Forza Italia candida la Presidente del Senato qui, in Basilicata. Essì, non può essere altrimenti. Nel sogno stavo là, in una stanza anonima, arredamento da sezione di partito. Cercavo di guardare fuori dalla finestra su via Mazzini nel tentativo di capire se il cielo fosse sereno o già plumbeo: ad ogni battito di ciglia cambiavano le condizioni meteo. Giravo lo sguardo e vedevo una mano armeggiare nervosamente sullo smartphone.

Maria Elisabetta Alberti Casellati

Ad un tratto lo squillo: la suoneria riproduceva l’inno di Forza Italia, lo intuii al volo, non perchè fosse terminata la strofa: non aveva manco iniziato a suonare che già la mano aveva risposto. Il mio sguardo tornò alla finestra: cadde un fulmine accompagnato dal classico fragore. La voce di Silvio Berlusconi, accompagnata da un’eco che ripeteva all’infinito le sue parole, si diffuse nella stanza: “mi consentirai di comunicarti che dopo molti giorni di riflessione ho deciso che candidata di Forza Italia al Senato nel Collegio uninominale della Basilicata è la nostra Presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati.” Le parole continuavano a riecheggiare nella stanza, quando il sottosegretario all’editoria, Giuseppe Moles, titolare della mano che aveva risposto, ebbe appena la forza di ribattere: “va benissimo, Presidente, ma io? Dove sarò candidato?” Niente.

la senatrice Anna Maria Bernini

Il telefono era già muto. L’ADN Kronos intanto aveva tappezzato le pareti della stanza con la dichiarazione della Casellati: “Ho scelto di candidarmi in Basilicata per dare una mano al partito”. “Ma come?” pensava ad alta voce Moles “ha scelto lei? Non ha scelto Berlusconi? E poi che mano vuole dare al partito? Una mano proprio dalla Basilicata all’Italia? Siamo così importanti? O una mano in Basilicata? E perchè? Chi glielo ha chiesto? Mò vuoi vedere che alla fine resto io senza Collegio? …vabbè, però può darsi che se pure non vengo candidato poi se si vince il Presidente un posto nel Governo me lo trova lo stesso… Oh, so’ sempre Sottosegretario uscente e il mio nome lo ha dato lui a Draghi, ha fiducia in me, che cavolo! Un Collegio me lo trova, dai… Mò aspetto qualche ora e telefono a Tajani per capire”.

l’on. Antonio Tajani intervistato da Angelomà

Una radio ad alto volume fece irruzione nel sogno e raccontava: “ubi maior minor cessat! La Bernini, rimasta senza collegio per via della nuova legge elettorale, candidata in quello che la scorsa legislatura elesse la Casellati e che è considerato “sicuro”, con la Presidente del Senato dirottata in quello altrettanto sicuro della Basilicata”. Io ascoltavo e riflettevo. Evvabbè, ma perché questo giro? Forse perché la Bernini non lo avrebbe reso più sicuro? E Moles? Moles non andava bene? E perché? E’ vero, si candida qui la seconda carica dello Stato, mica Cicì e Cocò, diamine, ma perché non ridare fiducia al coordinatore regionale del partito? Di nuovo la voce di Berlusconi: “Non ci sono abbastanza posti, cribbio!” E allora maledetta legge elettorale, maledetta legge che ha ridotto il numero dei parlamentari! Ma chi l’ha votata? Sempre in sogno sento questa domanda riecheggiare in ogni dove, rivolta a una entità indefinita da circa 300 parlamentari uscenti non ricandidati. I fortunati ad aver ottenuto di nuovo un posto in lista gli rispondono: “siete stati voi… siete stati voi… siete stati voi…”.

Pasquale Pepe_Matteo Salvini

Pasquale Pepe e Matteo Salvini a Matera

Salvini, vista la candidatura “pesante” di Forza Italia non ci pensa due volte e si candida anche lui in Basilicata, mentre Piro medita sulla proposta di candidatura al Senato, onorato di poter girare al fianco della seconda carica dello Stato. Intanto è fatta notte e sotto la finestra compare Mario Polese che parla al telefono: “Ti ho detto di no! In lista con noi non ce lo voglio, il posto è mio!”. E Maura Locantore, prima dei non eletti alla Regione dietro di lui, esclusa dalle candidature del PD, che ascolta nascosta dietro un’auto in sosta che incrocia le dita, guarda verso il cielo in cerca di una stella cadente superstite di San Lorenzo ed esprime un desiderio (non si dice quale, sennò si sa che non si avverano). Trerotola invece manda un whatsapp a Marcello Pittella: “Marcè, mettiamoci insieme, che se lo facciamo qualcun altro lo troviamo per essere ancora più forti. Almeno diamo una mossa alla politica regionale” e subito dopo, come Anita Ekberg con la barba, si tuffa nel Lago Laudemio, cammina sull’acqua e come una figura mistica chiama: “Marcello… Marcello… come here…” E Marcello dopo un attimo di riflessione sbotta: “massì, mò glieli do proprio a lei stì voti che tengo e vaffall’ovo a tutti quanti!”. Al suo tuffo in acqua mi sono svegliato un po’ a disagio e ho pensato: ma invece che quella di Berlusconi che ha portato fulmini, al telefono non poteva esserci la voce di Germano Di Leo che annunciava bel tempo?

 

 

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