Anche a stomaco vuoto l’immaginazione notturna la fa da padrona. Tutta colpa di un sondaggio diffuso su Facebook e ripreso dal candidato forzista al Senato. Avessema fa che escono davvero?

di Angelomauro Calza

 

In un whatsapp il candidato al Senato di Forza Italia, Francesco Piro, rilancia gli esiti di un sondaggio sui possibili risultati elettorali in Basilicata commissionato a Noto e pubblicato dalla pagina Facebook del Gruppo Consiliare di Forza Italia.

Franco Piro

Sono numeri, ci stanno, ci sta tutto di questi tempi ancora pregni di incertezze e di accordi non chiusi. La serata per di ieri per me si è conclusa così, senza cena e a letto, a leggere stò post con le percentuali assegnate a ciascun partito. E proprio Piro mi si para davanti all’improvviso, con felpa tricolore con su scritto Forza Italia, barcollante e con in mano un bottiglione di vino pieno per metà, mentre canta il famoso inno del suo partito.

Tina Pica

Tina Pica ha in mano il sacchetto con dentro i numeri della tombola da estrarre, ne tira fuori uno ed esclama: “Forza Italia, 14, O’ ‘mbriaco”. Arrivano sottobraccio, pimpanti e sorridenti Gianni Rosa e Salvatore Caiata, mentre dal sacchetto Tina Pica tira fuori un altro numero: “Fratelli d’Italia, 13, l’ostentazione”. Realizzo che sono i numeri che il sondaggio attribuisce in percentuale ai due partiti. Sollecito la Pica: “ancora, dai” e lei: “Lega, 15, ‘o guaglione” ed ecco arrivare al piccolo trotto e con le braccia alzate come a salutare il pubblico, Pasquale Cariello, che sfila tra due ali di folla. L’ambiente si riempie sempre più di gente. Tutti ad acclamare Tina Pica: “ancora, ancora”, ma il clamore si acqueta in un attimo: “Partito Democratico, 18, o’ sanghe”! Il sangue! Azz! Perciò non si vede nessuno… ma subito, passato l’attimo di sconcerto, ricomincia: “Italia dei Valori-Azione, 7, o’ vaso” e Polese e Braia avanzano lentamente, chinandosi a raccogliere voti sparsi per terra persi da chissà chi: li prendono e li infilano in un vaso decorato con l’immagine di Renzi e Calenda che si baciano, entrambi con una sospetta strizzatina dell’occhio opposto alle guance che si sfiorano. “Movimento Cinquestelle, 12, e’ surdate” e in lontananza ecco apparire un mini battaglione schierato come l’esercito di terracotta, tutti ordinati e in fila per eseguire ordini che qualcuno gli sta impartendo dall’alto, mentre cantano come inno la famosa canzone “Conte partirò”, calcando l’accento sulla prima sillaba. Tina Pica estrae l’ultimo numero: “Indecisi, 21, a’ femmena annure”, la femmina nuda. E allora, come per un raptus, ecco che in una tempesta ormonale Piro, Rosa, Caiata, Cariello, Polese, Braia e pure tutto l’esercito dei Cinquestelle si gettano su di lei, se la contendono a morsi, pugni e calci questa “femmena annura” che cerca di evitarli, di sfuggirgli: lei corre e loro dietro ad inseguirla per poterla avere e sento una voce: “Angelomà… Angelomà… svegliati che il caffè è pronto, è tardi!” “Sì, vengo… ma che giorno è oggi?” “Giovedì” “Allora faccio presto che devo uscire”. Non glielo dico a mia moglie dove vado: quando i sogni ti danno i numeri al lotto li devi giocare in segreto sennò non escono. Però a voi che l’ho raccontato il sogno do un consiglio: giocateveli pure voi. Su Roma e su Tutte le ruote, che non si sa mai. Sì, sono sette, lo so, ma pretendere che Piro ci faccia dare da Tina Pica pure il terno secco sarebbe troppo, quello spetta a lui!

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