Tambardi attende l’esito del suo terzo tentativo mentre Carmine fa la staffetta con Amedeo. Nemmeno i leader nazionali sanno chi ha vinto

di Angelomauro Calza

Ho pranzato normalmente, senza eccessi, ossequioso delle raccomandazioni del dietologo. Subito dopo caffè, divano e telecomando: Coppa Davis sognando già Berrettini che strapazza l’argentino Baet. E infatti il primo set finisce 6-2 per il mio beniamino. All’improvviso però dal campo dell’Unipol Arena di Bologna le immagini si spostano altrove e la regia inquadra lo Stadio Olimpico di Roma, dove sono in corso i Campionati di Atletica Leggera. Sulla pedana del salto in alto è pronto il recordman Tambardi che già due volte è riuscito a salvarsi in extremis. Ora è al terzo tentativo. Guarda l’asticella con lo stesso sguardo di quando fissava negli occhi un probabile evasore, quasi a dirgli “stavolta nun me fai fesso”. Inizia la preparazione al salto, movimenti ondulatori: avanti-dietro, facendo perno sul tallone della gamba sinistra protesa in avanti e sostenendo il peso del corpo con la destra. In allenamento ha provato i nove passi prima del salto.

Tambardi

Parte… i primi due passi sono da felino, felpati, poi accelera… 3… 4… accelera ancora… 6…7…poi velocissimo 8…9 stacco di sinistra…si inerpica… sta per superare l’asticella… e la regia da cani stacca sulla pista: è in corso la staffetta 4X100… la squadra della Val d’Agri, in maglia azzurro-Regione Basilicata con ben impresso sul pettorale la scritta CICA è in testa… ultima frazione, ultimo cambio: Carmine tende il testimone ad Amedeo che lo afferra entro l’area di cambio e inizia a correre sempre più veloce verso il traguardo: all’arrivo invece del fotofinish è installata la telecamera del TG-Web del Consiglio regionale che distrattamente inquadra però l’Aula semideserta, con alcune figure di spalle, indistinguibili, ma l’audio inserito fa sentire distintamente una voce stentorea che urla: “Non entro! Vi ho già detto che continuerò ad essere assente! Addà venì meno il numero legale!”. La regia opportunamente stacca di nuovo e inquadra, all’ingresso del rettilineo finale della pista, Carmine che è piegato, mani sui fianchi a riprendere fiato, che viene accerchiato da alcuni cittadini entusiasti della sua prova, che lo acclamano: “sindaco! sindaco! sindaco!”. Intanto sulle strade di Potenza è in corso la maratona: Marcello Pittella, Pasquale Pepe, Salvatore Margiotta, Piero Quarto, Cosimo Latronico, Francesco Fanelli, Donato Pessolano: sono tutti là, ancora in gruppo, Ogni tanto qualcuno cerca di staccarsi, qualcun altro si ferma perché stremato, un altro si fa male perchè è inciampato in un fosso, ma subito Guarente interviene con la sacchetta di catrame pronto, lo ripara e il concorrente…guarisce: “dopotutto sò guarente, mica ammalante!” dichiara ai microfoni del TgWeb, e subito dopo ricompare in testa con gli altri. I cartelli ogni tanto segnano 6 mesi alla fine, poi 9, poi di nuovo 6, poi 24… intanto i podisti corrono. Corrono e sudano nonostante i portatori d’acqua cerchino di rinfrancarli rifornendoli. La regia sempre più maldestra ritorna finalmente su Tambardi che però ha già saltato e incredulo, in ginocchio sui materassi, guarda l’asticella che danza sui supporti: cade? non cade? cade? non cade? Inutile… danza e non si ferma… la regia si stanca e come per incanto inquadra un podio. Le hostess sono vestite in tipici costumi albanesi, sorridono, le arpe intonano San Gerardo Prutettore, Salvini, Meloni, Berlusconi, Calenda e Letta stanno là, ciascuno con la sua legge sul gas tra le mani, pronti a premiare, ma sul podio ancora non si vede nessuno e i giudici non si decidono a proclamare i vincitori. All’improvviso la voce di Adriano Panatta: “Ha vinto! Berrettini ha liquidato in poco più di un’ora l’argentino Baet!” Azz! E mi sono perso pure il punto finale? E per di più mi fa male la schiena… mi dovevo stendere… stà mezz’ora di sonno mò mi rovina la digestione. Fammi alzare che è meglio.

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