L’esponente forzista sostituirebbe Moles, ma aspira anche Piro. Per l’ex Governatore, terminata l’esperienza insieme a Italia Viva, si apre un ventaglio di possibili, nuove intese che non escludono a priori il centrodestra moderato.

di Angelomauro Calza

Capita. Capita che ci si incontri, che si consumi un amplesso che non dispiace, anzi forse anche piace, e poi, però, ognuno per la sua strada, senza rancori, senza amore: solo una parvenza di riconoscenza per l’avventura che alla fin fine ha soddisfatto tutti, ma con l’epilogo di ciascuno scevro da condizionamenti dell’altro, libero di vivere le esperienze che vorrà. Forse un giorno si incontreranno di nuovo, ma intanto già c’è chi di loro cerca nuove esperienze. Parliamo di politica ovviamente, e di quel che è stato, è e sarà dei rappresentanti della lista Italia Viva-Azione Calenda. Ma chi sono gli amanti in questione? Beh, “duemaforsepuretre”, e rispondono ai nomi di Marcello, Mario e Luca, e ai cognomi di Pittella, Polese e Braia.

Luca Braia e Mario Polese

Luca Braia e Mario Polese

L’armonia, a dire il vero poco manifestata pubblicamente in campagna elettorale, si è subito tramutata in un “grazie, è stato bello, arrivederci” reciproco. Del resto Pittella ha beneficiato di ospitalità che si è tramutata immediatamente in impegno anche a livello di Direzione nazionale di Azione, Polese e Braia del surplus di voti che Marcello Pittella ha riversato su quella formazione ibrida, che non era una coalizione, ma manco un partito: come dire, appunto, ciao, ti va di stare insieme una volta, per bisogno di piacere? E così, a poche ore dal voto, Marcello Pittella convoca una conferenza stampa in cui non lascia adito a interpretazioni, e dice papale papale che è aperto a qualunque esperienza di collaborazione nel prosieguo della legislatura regionale, che non abbia come scopo un suo riposizionamento, non dettato da ambizioni personali, ma un progetto serio, solido, e politicamente proponibile perchè credibile ai lucani: quel qualunque ovviamente sottintende un “fuorchè con il PD”, quindi è una dichiarazione di possibile intesa anche con Bardi, o no? Certo, qualcuno lo ha sentito dire che potrebbe rivedere le sue posizioni sul Partito Democratico se questo gli chiedesse di candidarsi a Presidente, ma sarebbe da stolti e creduloni non comprendere che la sua, se c’è stata davvero, è stata solo una battuta su quel che sicuramente non accadrà mai.

Marcello Pittella

Italia Viva invece percorre altre strade, e cerca di anticipare il Partito Democratico tentando di intavolare un discorso con i Cinquestelle sempre in chiave Regionali. Ci riuscirà? La sensazione è che l’operazione può essere condotta in porto solo se al tavolo si siederà anche il PD. Evvabbè, il PD sì, ma quale? La Regina resiste con l’ausilio di un paio di maggiorenti, non è sintomo di lunga durata. E anche i movimenti dei “vecchi” in prospettiva non dovrebbero produrre niente di buono, a maggior ragione che anche a livello nazionale tutti gli astanti pensano di candidarsi al posto di Letta.  L’elezione di Giordano alla Presidenza della Provincia doveva essere una sorte di spot per il prosieguo della campagna elettorale, e la riuscita dell’operazione doveva essere anche il segnale tangibile di un rilancio del segretario. La Regina al di là di ogni strategia e opportunità politica, sperava anche in questo, ma evidentemente così non è accaduto: è stato il Movimento che alla fine ha tratto profitto elettorale dall’operazione. Ricordo che quando studiavo veterinaria a Napoli il mio professore di Botanica, il professor Vittoria, nel lontano 1979, durante una lezione ci parlava di come tentarono, nelle serre di Nocera, un esperimento: incrociare due diverse specie, per ottenere pomodori grossi come angurie. E ci spiegò che fu un fallimento, perché ottennero invece pomodori piccoli, al sapore di anguria. Ecco, questo più o meno l’esito dell’operazione-Giordano per il PD.

Il Presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano

Di fatto, però, c’è che tutto questo movimento altro non fa che avvalorare sempre più la tesi di elezioni anticipate, con un preambolo che dovrebbe interessare la Giunta regionale, un mini rimpasto che si arricchisce di nuovi elementi. La Meloni ha allontanato definitivamente le aspirazioni di chi occupava posti nel precedente Governo Draghi: li vuole tutti nuovi i suoi ministri e sottosegretari. Ecco allora che la suggestione dichiarata di una chiamata di Franco Cupparo al posto di Giuseppe Moles diventa un po’ meno suggestione e un po’ più realtà, visto che avverrebbe – pare – con la benedizione di Berlusconi oltre che per volontà di Tajani (ma in questo caso cosa direbbe Franco Piro, che pure è in lizza e aspira?). In questo caso, abbinando la possibilità di riduzione da due a un solo assessore la rappresentanza della Lega in Giunta, ecco che ad essere esclusa potrebbe essere Donatella Merra e ad entrare nell’Esecutivo per Forza Italia potrebbe essere Gabriella Megale, a salvaguardia anche della quota rosa. Il quarto assessore, in rappresentanza di Idea, sarebbe Vincenzo Baldassarre.

L’Assessore Franco Cupparo con il Presidente Silvio Berlusconi

Però ne circola anche un’altra di suggestione, ed è la più grossa e succulenta: quella che in Giunta, a dare uno scossone alla Sanità da rianimare, alla luce anche di quanto dichiarato in conferenza stampa e dopo il colloquio di ieri con il Presidente, venga a questo punto chiamato Marcello Pittella. Tanto più dopo il voto a favore all’unanimità alla risoluzione delle problematiche della sanità privata presentata con urgenza in Consiglio e mediata con l’opposizione proprio da Marcello Pittella. Se dovesse essere Bardi in persona a chiederglielo in nome e per conto dei lucani, accetterebbe?

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