Ospite d’onore Tonio Boccia, “ex” di lusso, da Presidente della Regione ad onorevole, e fine stratega che ha ufficialmente raccontato il suo pranzo con Marcello Pittella. I centristi vanno con il centrosinistra solo se è unito. Tantino Fierro

La tavolata del Main Street

La tavolata del Main Street

di Angelomauro Calza

Quelli del Main Street o, più volgarmente, quelli del “Potenzese”si sono ritrovati.

Ancora una volta. E in molti hanno espresso consensi verso le indiscrezioni di una possibile candidatura alla Regione della rappresentante in terra lucana del movimento animalista della Brambilla, Katia De Canio nell’Area del centrodestra.

Quelli chi? Chi c’era oggi seduto “in vetrina” al tavolo apparecchiato da Nonno Enzo Basentini? Il capotavola di diritto è stato assegnato a Gabriele Di Mauro. Al suo Gerardo Mariani. Quindi, nell’ordine (vedi foto) Gaetano Fierro, Franco Mollica, Franco Simone, Vito Di Lascio, Antonio Pepe, Francesco Pagano, Gigi Scaglione, Enzo Basentini ed Enrico Spera. Poi è arrivato l’ospite più atteso degli ultimi giorni: Tonio Boccia, che dopo aver salutato e buttato un occhio alla pergamena regalata agli ospiti dal padrone di casa ha raccontato dell’incontro che ha avuto qualche giorno fa con Marcello Pittella: “Nessuno ha detto niente, ma il giorno dopo già ne parlavano i giornali” Ha esordito imbeccato da Vito

Katia De Canio

Katia De Canio

Di Lascio.

Ed ha quindi raccontato la sua versione: “Sono stato invitato a pranzo da Marcello al Santa Loja di Tito Scalo – ha detto – perché voleva parlarmi. Pensavo che sarebbe stata una cosa riservata, invece a tavola insieme a lui ho trovato già seduti Aurelio Pace e Luca Braia“. (“E ki katz – ha detto Basentini – che se vi vedevate qua vi faciv’v’ male”? Avit purtat’ i sold’ a Tito? ndr) “Mi è stato chiesto – ha continuato Boccia – cosa pensassi della situazione attuale e un mio parere su come sarebbe stato meglio per Marcello muoversi. Io ho parlato, ho esposto le mie idee”.

E continua quindi Boccia raccontando di come sia partito da quel che accadde a lui quando non lo fecero ricandidare né presidente né consigliere. All’epoca il Partito gli chiese di non candidarsi. Lui voleva invece fare il capolista come consigliere, ma gli dissero che non era opportuno. Chiese allora di gestire la campagna elettorale. “Ho consigliato a Pittella – ha detto Boccia chiacchierando amabilmente a tavola tra un tocchetto di pecorino e un bicchiere di rosso – di fare lo stesso. Il centrosinistra deve ritrovare un candidato che tenga insieme tutti, e ci potrebbe essere ancora la possibilità”.

Tonio Boccia ed Enzo Basentini

Tonio Boccia ed Enzo Basentini

La domanda a questo punto è sorta spontanea un po’ da parte di tutti i commensali: “Chi”? Secondo Boccia potrebbe forse essere Carmen Lasorella? o Salvatore Adduce?, o Donato Salvatore? supposizioni e non dichiarazioni, certo, anche perchè tutti gli indizi portano a pensare che il candidato ideale secondo Boccia sia Sabino Altobello: uno di esperienza, che sa cosa sia la Regione, ma che non è considerato uno legato all’attuale gotha del PD. Bisogna individuare il flusso di consensi più corretto – ha analizzato Boccia – e una possibile soluzione sarebbe anche quella di ripescare un vecchio di esperienza. “Bisogna capire il flusso vincente – ha precisato – che di sicuro non è Pittella”. Vabbuò, Presidè, ma il pranzo del Santa Loja come è finito? “Dopo che ho parlato per più di tre quarti d’ora – ha detto Boccia – alla fine, Pittella non ha detto una parola, non ha avuto nessuna espressione: è rimasto muto, enigmatico e abbottonato”. Ma la tavola è varia, e varia anche posizioni e argomenti, infatti subito dopo una indiscrezione da consumato e sapiente amministratore del vociare politico mai fine a se stesso, ma ponderato e affidabile, Gabriele Di Mauro poneva all’attenzione una sua considerazione: “ Viviamo una fase di confusione e turbolenza non solo nel centrosinistra”.

Boccia ritorna sul pranzo titese e rivela di aver suggerito a Pittella di prendere in mano il partito, (vuoi vedere che al presidentissimo della giunta DC-Psi-Psdi sta un poco poco antipatico Polese?) facendosi magari nominare commissario da Roma, per poter così gestire liste ed elezioni e per prepararsi a raggiungere un altro obiettivo (Europa?). A questo punto si sono fatti sentire Luigi Scaglione e Franco Mollica, che hanno sottolineato che “Se c’è un centrosinistra unito è una cosa, altrimenti cambia tutto il quadro delle alleanze”. Quale sarebbe allora l’alternativa? Un accordo col centrodestra con Michele Cannizzaro candidato Presidente. A quel punto Boccia è intervenuto di nuovo sostenendo che Cannizzaro gli piace, ma dovrebbe stare col centrosinistra, però, se proprio deve stare a destra, meglio Cannizzaro di Bardi.

La tavolata

La tavolata

Certo che, se si tiene conto delle “turbolenze” sottolineate da Gabriele di Mauro, chi potrebbe essere un atro “papabile”? C’è chi indica essere Filippo Bubbico.

Alla fine il pranzo ha emesso un unico verdetto: Il candidato che più piace a Tonio Boccia, ospite d’onore del convivio, è uno solo: Tonio Boccia (uno di esperienza, che sa cosa sia la Regione, ma che non è considerato uno legato all’attuale gotha del PD). Tanino Fierro ha taciuto la sua posizione critica verso Pittella, causata quasi certamente e forse soprattutto, anche dai fatti del Comune di Potenza, per tutto il pranzo. E Gerardo Mariani? “Il sapiente”, come scherzosamente è soprannominato, è stato quello che ha chiuso la discussione pronunciando l’unica frase di tutto il pomeriggio: “Pittella è il meglio candidato, ma è meglio se non si candida”. Sentito questo… la compagnia si è sciolta. Alla prossima.