Tanti ostacoli si frappongono a tempi rapidi per la riforma del sistema sanitario della Basilicata. L’assessore si dà da fare, ma i motivi di attenzione sono tanti. C’è anche chi spera in una sua defaillance per soffiargli l’assessorato?

 

 

di Angelomauro Calza

Se c’è una priorità, con il Covid-19 che ha dimostrato fragilità del tessuto sociale, è quella di fare, sì, una riforma sanitaria, ma che sia proiettata nella giusta dimensione.

L'Ospedale San Carlo di Potenza

L’Ospedale San Carlo di Potenza

No, nessuno mi convincerà almeno di una cosa, in mezzo a tanti interrogativi che poniamo: la bozza c’è, visto che l’assessore non la disconosce. Resta da capire solo “di chi è la primogenitura” e perché qualcuno la fa passare per una riforma di centrodestra: è forse una “riforma resiliente”? E, se sì, perché ha preferito adattarsi ai politici invece che ai territori? Bisogna rassegnarsi, è la riforma ad essere spocchiosa, non chi la sta plasmando. L’assessore Leone, metaforicamente novello Thor, non è di sicuro figlio di Odino, ma resta pur sempre per la sua delicata funzione, se non protettore dell’umanità intera, almeno a salvaguardia del popolo lucano e impugna un martello magico, un’arma capace di radere al suolo intere montagne di critiche e resistenze, lanciando metaforicamente strali, fulmini e tempeste su chi lo contrasta nella sua azione in favore di un miglioramento complessivo del sistema sanitario lucano.

L’assessore Rocco Leone con il consigliere di Forza Italia, Franco Piro

Lo abbiamo già scritto, l’assessore è animato da grande entusiasmo, tanta buona volontà, di quelle che consentono di lasciare il segno magari grazie ad una riforma che prende vita dopo anni di prolungata gestazione. Ma che riforma sarà, se sarà? I predecessori di questa maggioranza la riforma l’hanno partorita, ma la creatura non vive, campicchia, è in incubatrice, messa lì da loro proprio per essere ricordati, e nonostante ciò non sono riusciti a non essere puniti dall’elettorato. Alla storia si passa per due motivi: o perché si è operato bene o perché si è operato male. Dico questo perché l’attendismo e il silenzio attuali possono rappresentare politicamente una bomba a orologeria. I cittadini dei vari territori che “si raccomandano” perché non vengano penalizzati gli ospedali della propria zona potrebbero rivoltarsi contro chi raccoglie il loro appello, ma non dà immediate risposte, come sta accadendo. Ci sono incontri, momenti di ascolto, ma risposte certe no.

Flavia Franconi, ex assessore alla Sanità Regione Basilicata

Più volte abbiamo ribadito che a parer nostro per il momento la riforma non si farà, (tra l’altro meglio per chi governa non farla, strategicamente) e il gruppo che la maggioranza ha costituito all’uopo lavorerà, ma pare non abbia ricevuto termini per concludere. Allora è lecito pensare, anzi ribadire, che almeno fino a dopo il voto di settembre nulla accadrà? E se è così, non è che a decidere quali saranno gli ospedali promossi e quelli bocciati non saranno gli esperti, il gruppo di lavoro, l‘assessore o il Presidente, ma l’esito del voto? La variabile a vecchie e già vissute situazioni sta però nella presa di coscienza e nella poca voglia dell’elettorato di soccombere a questi sistemi ormai desueti, la gente si è svegliata. Ora la gente non vuole tradire se stessa, non farà voto di ripicca, certo, ma non verrà manco condizionata e voterà semplicemente secondo coscienza, come è giusto che sia; non premierà più chi trasforma l’esercizio dell’autorità: condizionare il popolo invece di rappresentarlo, autoritarismo e non autorevolezza. E se il voto non premierà l’attuale maggioranza e la causa dovesse essere individuata nella riforma così come si sta ipotizzando che debba essere, nulla esclude che si aprirebbe un fronte interno alla maggioranza di centrodestra, dove già da tempo scalpita la Lega che rivendica un terzo assessorato in danno di Forza Italia. Allora, pur di salvare la tenuta del governo regionale, si potrebbe anche decidere di sacrificare Leone, additandolo come principale responsabile della defaillance. E l’attuale assessore cosa farebbe a quel punto? Entriamo nella fantapolitica, in cose che di sicuro non accadranno mai: passa con Pittella? Dall’altro lato? Tanto la maggioranza se ne infischierebbe: terrebbe ugualmente, soprattutto perchè potrebbe acquistare l’ufficialità dell’appoggio di Italia Viva, addirittura preventiva, prima delle elezioni, sulla scia degli accordi che il partito di Renzi pare stia stringendo con De Luca e Forza Italia in Campania: Bardi è salvo, il Governo regionale pure, Ospedali e territori non si sa.

Pierpaolo Pasolini

Vuoi vedere che si avvera in Basilicata quel che aveva previsto Pierpaolo Pasolini? Cosa? Ecco: “Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come”. In tutto questo spiccano le non prese di posizione delle ultime settimane, a favore e/o contro l’ipotesi di riforma dei Consiglieri Cinquestelle che sembrano più che mai decisi a percorrere quella strada maestra indicata da Pasolini: perchè schierarsi, se non sanno ancora con chi converrà di più stringere accordi in futuro? Sempre meglio una strada asfaltata che un sentiero.

© copyright www.angeloma.it – è consentita la riproduzione anche parziale a scopo di critica, confronto e ricerca purché con citazione degli autori e linkando la fonte