Ci spera l’ex sindaco di Policoro che ha avuto come vicesindaco l’attuale assessore regionale alla sanità, e lo conosce bene. Pronto a scendere in piazza in caso contrario a capo dei cittadini della fascia Jonica metapontina. Intanto Samorì dopo il MIR forma un nuovo soggetto politico cui potrebbe aderire l’ex primo cittadino della città d’Ercole.

 

 

di Angelomauro Calza

 

Nicola Lopatriello nel suo studio

Nicola Lopatriello nel suo studio

L’ex sindaco di Pisticci Vito Di Trani nell’intervista che ci ha rilasciato e che abbiamo pubblicato ieri (vedi https://www.angeloma.it/politica/non-si-condannano-a-morte-le-persone-la-dura-critica-di-vito-di-trani-alla-rediviva-riforma-della-sanita-lucana-cosi-come-gia-ipotizzata-e-messa-in-frigo-dal-ce/) ha criticato molto l’impostazione che si vorrebbe dare a questa nuova, presunta, ipotetica e ancora allo studio riforma sanitaria. Per quel che è trapelato, per le indiscrezioni che sono girate insieme ad una bozza in formato Word. In questa intervista ne parliamo con Nicola Lopatriello, per 15 anni sindaco di Policoro, che ben conosce l’attuale Assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone, avendolo avuto dal 2011 al 2006 come assessore ai Servizi scolastici e affari sociali, e dal 2008 al 2012 anche come suo vicesindaco, con le stesse deleghe. Lopatriello, già appartenente al MIR (Movimento Internazionale di riconciliazione) di Gianpiero Samorì, sciolto da qualche mese, è attualmente tesserato della Lega, ma potrebbe decidere di ritornare nella formazione che l’imprenditore modenese insieme ad altri pare stia costituendo anche con il placet e la benedizione di alcuni esponenti della Chiesa e che dovrebbe riprendere valori e progetti del Centro democristiano di una volta.

Il tatuaggio sulla spalla di Lopatriello, in onore di Policoro

Ama Policoro, tanto da farsi tatuare, anni fa, sulla spalla destra, il simbolo della città che amministra: Ercole che strangola il leone Nemeo.

La sua idea di sanità lucana, e più in particolare quella che dovrebbe servire la fascia jonica e metapontina, qual è?

L’idea mia di sanità lucana è che può andare bene anche la soppressione delle Aziende Sanitarie di Potenza e di Matera, però dobbiamo dare valore anche ai territori. Capisco come il San Carlo di Potenza sia un ospedale di livello, ma il policlinico di Matera è policlinico che fu realizzato perchè si pensava di portare utenza dalla Puglia. Poi i pugliesi sono stati più furbi: hanno costruito sul confine l’ospedale delle Murge e Matera è rimasto vuoto. Adesso si cerca di portare a Matera clientela dal Metapontino per tentare di riempire quello scatolone mezzo vuoto? Noi non dobbiamo creare problemi e disagi agli avventori, ben vengano le strutture di Lagonegro, Villa D’Agri, Melfi, ma non scordiamoci che qui c’è una fetta di popolazione che è enorme rispetto alla popolazione di Basilicata. Noi abbiamo un territorio di Policoro e dintorni che supera i 100.000 abitanti compresi tutti i comuni dell’alto Jonio calabrese che vengono qui e si sono stufati di essere elitrasportati a Matera. Compresi anche tanti comuni della bassa provincia di Potenza come Terranova, Cersosimo, Senise, sono tutti comuni che fanno capo a Policoro per le più svariate questioni, perchè c’è l’Agenzia delle Entrate, delle riscossioni, ci sono uffici.

L'insegna dell'Ospedale Civile Giovanni Paolo II di Policoro_

L’insegna dell’Ospedale Civile Giovanni Paolo II di Policoro_

L’ex sindaco di Pisticci si è dichiarato favorevole allo sviluppo dell’idea dell’Ospedale del Metapontino…

Di Trani ha pure ragione: si era detto di fare qui una sorta di ospedale della Magna Grecia, del Metapontino, che poteva benissimo utilizzare i due plessi di Policoro che continua ad operare con tutte le sue strutture e di Tinchi. Nel caso passi invece un piano del genere, come quello che da indiscrezioni sembrerebbe essere allo studio, la reazione della gente di questi comuni sarebbe veramente forte: perchè qui si dice che, se passa questa riforma, reparti come cardiologia, oculistica, rianimazione, utic verrebbero chiusi. Questo non può essere digerito dai lucani perchè ci sono delle difficoltà, e lo abbiamo visto con il Covid. Volevano darci l’ospedale da campo donato dal Qatar, ma noi abbiamo detto no, perchè non vogliamo l’ospedale da campo, ma servizi veri perchè non è normale che se uno si rompe un dito deve partire l’elicottero da Matera, è una vergogna anche in termini di costi.

Quindi insieme Policoro e Tinchi?

Si, insieme potrebbero fare un ospedale territoriale forte, perchè a Tinchi ci sono già delle eccellenze.

L’Ospedale di Tinchi di Pisticci

Endocrinologia e non solo, si possono inserire anche altri reparti facendo concorsi e mettendo i medici giusti, perchè gli ospedali li fanno gli uomini alla fine. Ma se facciamo i concorsi tenendo conto delle tessere di partito allora le cose non vanno, bisogna prendere gente capace, e questa gente ci viene perchè la nostra regione è una bella Terra. Quando dicono che i medici non vogliono venire a Policoro sono tutte bugie inventate da chi vuole spogliare il territorio di questi servizi. Non ho capito quale è il motivo perchè si parla a prescindere di un assessore regionale o chiunque sia a livello regionale che dovrebbe avere il coraggio di decidere. Io quando faccio il sindaco dò indirizzi politici, non intervengo sulle questioni tecniche. Se l’indirizzo politico che mi è stato dato è di risparmiare questo non significa togliere i servizi ai cittadini. Può andare bene anche un’unica azienda regionale, così evitiamo due direttori con tutto ciò che c’è dietro, ma togliere i servizi no. Se lo può scordare l’assessore alla sanità, il Presidente Bardi e gli altri: noi faremo le sommosse, su questo non si discute. Adesso basta, la gente ha bisogno di assistenza serie, fatta bene, con i reparti. Ricordo che qui addirittura c’era un centro di riabilitazione cardiologica utilizzato da tantissima gente, anche di fuori, e che lo hanno chiuso perchè è andato in pensione Angelo Lapolla che era il cardiologo: si poteva sostituire, ma non è possibile che non si sia trovato un medico per mantenere in vita questo reparto. Poi giustamente Potenza deve essere il riferimento della regione, Potenza è capoluogo di regione e ci si fa l’ospedale regionale di riferimento, ma sul territorio non si toglie nulla, chi ha sbagliato è stato chi ha fatto costruire quella struttura a Matera che oggi non opera come all’epoca si era progettato operasse.

Quindi equivale a dire: mi sta bene l’accentramento ma esclusivamente come polo dirigente di tutte le strutture sul territorio che non devono essere depauperate delle loro peculiarità. La regia su Potenza, che non deve significare l’assorbimento dei servizi, e un rafforzamento del territorio.

L'Ospedale di Villa d'Agri (ph.basilicata24.it)

L’Ospedale di Villa d’Agri (ph.basilicata24.it)

Devono essere rafforzate. Se iniziamo a litigare non va bene. Non devono metterci in condizione di farlo tra territori. L’area di Villa d’Agri merita tutto il rispetto, ma come numero di abitanti, se si mettono insieme tutti i comuni, non raggiungono manco il numero di abitanti che hanno Pisticci e Policoro insieme. Quindi si dovrà, nella riforma, tener conto anche degli numero degli abitanti. E anche del dato che questa del Metapontino è l’unica area che riesce a portare anche danaro all’azienda sanitaria: chi viene dall’alto Jonio, per esempio, dove l’unico ospedale funzionante è a Corigliano Calabro, e per arrivarci un cittadino di Rocca Imperiale, a pochi chilometri da Policoro, ci impiega più di un’ora. Montegiordano, Amendolara, Roseto Capo Spulico, Nocara, Oriolo sono tutti paese i cui cittadini, quando hanno bisogno, vengono tutti a Policoro, non vanno a Corigliano. Siccome il mio ex vicesindaco tutte queste cose le sa, non penso che vorrà ignorarle: non può essere impazzito all’improvviso, essere diventato tanto autolesionista da remare contro. Penso che non taglierà l’Ospedale di Policoro. Di questo sono fiducioso. Lo spero.

L’ipotesi circolata ricalcava vecchie proposte del centrosinistra. Può essere che sia stata ritirata perché Leone si è reso conto che magari qualche suo collaboratore ha lavorato in maniera superficiale, che ha ripreso qualcosa di vecchio per comodità, ha preso coscienza, e sta lavorando in tal senso? Nel senso di rivedere completamente la bozza, la filosofia della Riforma? Magari perché si è reso conto che era roba di sinistra?

L'assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone

L’assessore regionale alla Sanità, Rocco Leone

Io questo sto dicendo. Lo spero. Io spero si ravveda. E intervenga con modifiche sostanziali. Di sicuro un collaboratore può sbagliare, essere superficiale, non comprendere a fondo le questioni, l’indirizzo politico lo dà l’assessore, il Governatore, i Consiglieri regionali no? Detto francamente, noi siamo qui, ma stiamo ancora aspettando che qualcosa cambi rispetto al passato. Siamo ancora in attesa, questa è la verità. Dobbiamo dare una svolta a questa regione: se tutti hanno pensato di cambiare dopo un quarto di secolo qualcosa dovrà pure venir fuori. Fino ad oggi ho visto poco, sinceramente. Allora cominciamo dalle strutture ospedaliere: Tinchi e Policoro insieme possono davvero fare bene e tanto. Non ci scordiamo che Policoro e Pisticci sono 40.000 abitanti, ed hanno comuni satellite molto grandi: Montalbano, Nova Siri, Scanzano Jonico, Bernalda… se andiamo a misurarci sui bacini di utenza non c’è storia. Noi vogliamo che ci sia una forte spinta a migliorare i servizi sul territorio. Con la sanità non si può scherzare. Qui non si parla del conto dell’oste, ma bisogna pur dire che la sanità è un investimento, che deve rendere. Però ci sta pure che nel rapporto dare-avere ci possiamo perdere: è sanità, è salute dei cittadini, non ci si deve badare.

Quindi Policoro e la fascia jonica hanno soprattutto nel numero degli abitanti, della popolazione del bacino di utenza la sua forza per evitare che venga smembrato l’ospedale?

Sì, ma si devono dare servizi anche a bacini con meno abitanti. Penso al periodo estivo: l’area jonica-metapontina aumenta a dismisura il numero delle persone presenti. Policoro arriva ad oltre 70.000 abitanti, ma questi la capiscono stà cosa o no? Stesso discorso per Maratea e Lagonegro. Ma Ciascuna Area ha le sue specificità, le sue peculiarità che rappresentano un valido motivo per mantenere l’attuale assetto e semmai potenziarlo. Anche il Centro dei disturbi alimentari di Chiaromonte e la lungodegenza di Stigliano vanno mantenuti. Allora che facciamo? chiudiamo tutto e ce ne andiamo? Immaginate uno che ha un infarto a San Giorgio Lucano? dove va? Sai quanta gente ha salvato l’unità coronarica di Policoro?

Evvabbè, ma se non dovesse accadere?

Io sono uno degli artefici del blocco della jonica nel 2003, sono pronto a protestare anche ora insieme a tanti cittadini.

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