“Asi da tempo non fa sviluppo industriale, ma gestisce solo le acque: la proposta di Cupparo consentirebbe di guardare a SIN e ZES come opportunità e risorse principale per la Basilicata”

 

 di Angelomauro Calza

 

Si parla da settimane del futuro del Consorzio industriale di Potenza e dell’assessore regionale Cupparo come dell’ideatore di una nuova idea di sviluppo dell’Ente con pareri contrastanti, con la solita divisione tra favorevoli e contrari, tra chi si piange addosso e chi invece cerca una reazione. Ma la realtà qual è? Cosa si è trovato a gestitre il Commissario nominato dalla Giunta Bardi, Francesco Pagano? Lo abbiamo chiesto a lui, nel tentativo di avere una versione reale dello stato delle cose. Pagano che probabilmente passerà alla storia come l’ultimo dei Moicani, l’ultimo commissario del Consorzio Industriale di Potenza. In sintesi qual è la situazione attuale del Consorzio?

Guarda, io credo che ci sia una crisi dell’Asi che esiste da anni, ogni anno. Come si è formata questa crisi? Attraverso un tampone regionale di dazione di milioni di euro, questa è la realtà. Anche lo stesso piano del professor Cardinale prevedeva dei finanziamenti annui che dalla Regione venissero dati al consorzio, ultimo quello di 5 milioni di euro del 2021 e 2 milioni e mezzo 2020. Però questo governo regionale si rende conto, anche attraverso il mio continuo atteggiamento trasparente riguardo ai conti e alla situazione consortile, che continuando con mere dazioni economiche non si sarebbe fatto altro che tappare il buco momentaneamente, ma non si risolveva una situazione consolidatasi negli anni in maniera definitiva..

Francesco Pagano, Commissario Asi di Potenza

Francesco Pagano, Commissario Asi di Potenza

Per risolvere veramente le situazioni del Consorzio c’è necessità di fermarlo, questa è la realtà. Bisogna sedersi e dire “bene, analizziamo tutta la situazione patrimoniale, guardiamo i crediti, i debiti eccetera”, e solo a quel punto si potrà avere un quadro chiaro di quello che è il consorzio di Potenza che da 40 anni ha subito tantissime gestioni e tantissime evoluzioni. Oggi si ha una sola certezza: che si forniscono servizi alla metà di quello che ci costano, e lo si fa da 20 anni. Questa è una certezza.

la zona industriale di Tito

la zona industriale di Tito

Quindi si continuano ad accumulare debiti…

Certo, si continua ad accumulare debiti e anche se si riesce a saldare i debiti per esempio del 2019, non è detto che si riuscirà a saldare quelli del 2021. Ecco il perchè del consiglio della giunta regionale che decide di dire che dobbiamo invertire la tendenza. Ma invertire la tendenza che cosa significa? Io ho espresso le difficoltà che ha un commissario: in questi casi un commissario non riesce a fare sviluppo industriale, ma è un ibrido fra un commissario liquidatore, un commissario straordinario e un commissario amministratore, perchè ha la necessità e la quotidianità di venire incontro alle aziende per le loro necessità di impresa e in alcuni casi non riesce ad andargli incontro.

 Questa idea di unificare in un unico consorzio Potenza e Matera…

L’assessore regionale Franco Cupparo

Non c’è. La nuova legge proposta da Cupparo non dice che ci sarà un’unificazione dei due consorzi. Dice che si chiude il consorzio di Potenza e si liquida, che gli impianti di depurazione che il consorzio attualmente gestisce passano ad Egrib e quindi Egrib non potrà che darli ad Acquedotto Lucano per la gestione, e nasce così un nuovo ente che si occuperà di una serie di attività cui assolveva il consorzio, meno la depurazione. poi ci saranno tante altre attività che sono di competenza regionale.

Quindi partirebbe da bilancio zero?

Partirebbe da un bilancio a zero con capitale 5 milioni di euro.

E i pregressi chi li gestirà?

I pregressi del consorzio li gestirà il liquidatore perchè dal consorzio nulla si sposterà in danno ai creditori, tutti quelli che sono beni e proprietà del consorzio saranno utilizzati per soddisfare i creditori, e non è poco.

Orientativamente di che somme parliamo?

Parliamo di debiti intorno ai 40 milioni di euro, qualcosa in più.

Insomma, un debito pari più o meno al costo di acquisto di un calciatore di serie A? E pure famoso?

Eh si, un debito da calciatore di serie A di un certo livello. Comunque bisogna mettere a valore i beni, e ce ne sono tanti di beni, dopodichè bisogna anche dire che questi debiti complessivi tengono conto anche di una serie di poste che non rientrano più. Poi c’è un’altra questione che bisogna sottolineare, noi siamo in attesa di pronunciamento del Consiglio di Stato relativamente alla questione delle tariffe. Quando arriverà quella sentenza, se noi avremo ragione come Consorzio, arriveranno milioni di euro da recuperare presso le aziende che non ci hanno pagato.

Però ci sarà da avviare il contenzioso per farsi pagare questi soldi?

la sede del Consorzio Industriale di Potenza

la sede del Consorzio Industriale di Potenza

Mah in realtà relativamente, le somme importanti sono in mano ad aziende importanti che sono ancora in piedi. La nuova realtà si occuperà anche di cose su cui oggi non c’è quella spinta necessaria. Vedi le aree SIN e le ZES che oggi potrebbero essere la vera risorsa della Basilicata. Immagina una zona franca che porta players dall’estero, crei posti di lavoro che non potevi immaginare. Qualche centinaio di posti di lavoro in Basilicata cambiano la realtà di una provincia.

E sulla questione sollevata dalla ferriera?

Quella è risolta. Si erano rotte delle pompe idrauliche nel Pantano di Pignola, abbiamo lavorato sodo l’altro giorno e la ferriera è stata rimontata la sera alle 19. Ha avuto un disguido di qualche ora perchè bisognava riparare delle pompe, certo quello che dice la UIL e gli altri sindacati è una realtà. Noi essendo un ente in crisi e non avendo soldi, se c’è un guasto abbiamo grandi difficoltà a ripararlo, e questa cosa secondo me da ancora più forza alla necessità di dare una svolta. Ad esempio le strade della zona industriale di Tito, che sono sconnesse e creano anche pericolo: beh, io quell’asfalto non posso aggiustarlo, non ho soldi e non ho possibilità. Allora vogliamo continuare a vivere in questa situazione o finalmente apriamo questo vaso di Pandora e diamo delle risposte contestualmente alle imprese lucane? Perchè poi quello è il senso. Continuiamo a parlare con le imprese lucane chiedendo pazienza oppure gli diamo la possibilità di lavorare?

Quindi tu vedi questa sorta di rinnovamento dell’ente che rinasce, come la Fenice, sia pur sotto un’altra forma come la possibile risoluzione del problema?

Non solo soluzione, ma finalmente ci sarà un ente che avrà come unica mission quella dello sviluppo industriale. Fare acque reflue non è sviluppo industriale, noi ci occupiamo di dare l’acqua alle imprese, quello non è un atto che le aiuta a crescere.

La zona industriale di Tito Scalo

La zona industriale di Tito Scalo

Ma hai collaborato con l’assessore alla redazione di questo nuovo progetto?

No, non ho redatto nulla, ma quando l’assessore mi ha chiesto io sono stato sempre pronto a dargli informazioni. Le informazioni che mi ha chiesto hanno riguardato sia le attività che i costi di gestione utili a fare valutazioni tecniche.

Allora tu sei fiducioso, i tempi secondo te?

I tempi dovevano essere ieri, quindi mi auguro domani.

Ieri che significa?

Significa che l’emergenza del consorzio non esiste da settimane ma da anni. Adesso siamo a un punto che visto che la regione non ha messo soldi non possiamo più andare avanti.

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