“PD e M5S hanno visioni estreme dell’organizzazione della società”. Il rappresentante di Azione e Presidente del Consiglio regionale dice la sua intervenendo nel dibattito politico innescato dalla nostra intervista AD Angelo Sanza
di Angelomauro Calza
Continua il dibattito che abbiamo innescato a inizio settimana pubblicando una intervista esclusiva all’ex Parlamentare ed ex dirigente della DC Angelo Sanza. A intervenire sono stati Tonio Boccia, ex Parlamentare ed ex Presidente della Regione Basilicata nonchè Segretario regionale lucano della Democrazia Cristiana, l’onorevole Giorgio Merlo, il componente della Direzione regionale del Partito Democratico della Basilicata, Salvatore Russillo. Anche la trasmissione Oltre il Giardino, nell’immediato della posizione di Tonio Boccia, lo ha voluto ospite e lo stesso ex parlamentare ha dichiarato tra l’altro al collega Paride Leporace che nella dinamica che potrebbe e dovrebbe portare alla costruzione di un Centro nel Centrosinistra non vedrebbe male la presenza di Mario Polese e ancor più dell’attuale Presidente del Consiglio regionale e dirigente di Azione, Marcello Pittella. E noi proprio Pittella abbiamo sentito nel merito. Di seguito quel che ci ha detto.
“Al messaggio di Boccia io rispondo: Azione è una forza centrale e non centrista che vuole incarnare passioni sentimenti e ideali repubblicani, tener dentro una componente molto riformista e però vuole sul piano programmatico confrontarsi con le forze politiche in campo e dirimere alcuni punti che rappresentano purtroppo distanze siderali da possibili collaborazioni. Il PD e il M5S, ma anche gli altri partiti che hanno composto e compongono il classico centrosinistra hanno visioni più estreme dell’organizzazione della società, del mondo del lavoro, del rapporto con i sindacati, della battaglia garantista sulla giustizia, sulla transizione energetica, sul ruolo dell’Europa e dell’Italia. Noi abbiamo posizioni e pensieri diversi da quelli che coltivano, non sempre compatibili.

Marcello Pittella
Per la verità non siamo manco molto compatibili con le forze del centrodestra, soprattutto le più estreme. il tema vero è che noi con le tante anime centrali riformiste cattoliche e repubblicane e anche qualche anima liberale, vorremmo costruire un centro che sia autonomo in un bipolarismo che sta asfissiando l’Italia. Essere centro al servizio del PD o dei M5S quando ci sono comportamenti, atteggiamenti, assenza di dialogo, di prospettiva programmatica, distanze siderali sull’approccio amministrativo programmatorio, mi sembra una legittima provocazione ma che non può raccogliere il mio consenso. Il Pd come le forze in campo oggi nel bipolarismo dovrebbero consentire che si formi un luogo politico centrale nel dibattito bipolare e noi dovremmo rafforzarlo. Non serve uno scontro tra due blocchi, ma una dinamica plurale in Italia e in Basilicata. Per cui noi non siamo stampella di nessuno, vogliamo non necessariamente vivere in autonomia nella prospettiva, pronti al dialogo con tutti, ma sui programmi non su una “ideologia purché sia” e basta, perché questo non funziona. Non funziona in questa società perché a furia di ragionare di estremi e con estremi si è portata la società civile a non andare al voto. Allora noi dovremmo auspicare un recupero alla responsabilità e solo una formazione come quella che rappresento in Basilicata, Azione, può fare una operazione del genere. Qui non si tratta di rimarginare ferite, perché in politica si supera tutto, ma si supera nella responsabilità, nella correttezza dei rapporti, nella consapevolezza degli errori compiuti, nel riconoscimento delle funzioni e dei ruoli. Cioè andare avanti con gli estremi per cui esistono ancora i veti? Il Fatto quotidiano che personalizza le battaglie, che parla della pagliuzza nell’occhio altrui e non riconosce la trave che ha nel suo? Tutto questo purtroppo non costruisce e io ho la sensazione che nonostante i buoni propositi di una persona esperta e che stimo tantissimo come Tonio Boccia, non vi sia la volontà da parte di taluni di essere classe dirigente che governa i processi. Piuttosto classe dirigente che comodamente si oppone a chi governa. Questa cultura un po’ nattiana o occhettiana o berlingueriana fino a un certo punto francamente non mi appartiene. Io voglio determinare le cose. Se non giunge il Piano sanitario in Regione io lo proporrò perché ho un ordine interiore che mi porta a dire “devo rispondere alle esigenze della gente”, altrimenti io mi metto su un podio a far chiacchiere e teorie e io chiacchiere e teorie non voglio farne. Questo è Azione e questo intende fare rafforzandosi. Né più e né meno”.