Il punto della situazione politica a metà agosto. Alcuni partiti e coalizioni ancora in fase di “ragionamento”, altri in almeno apparente difficoltà, M5S senza eventuale premio di maggioranza. La Lega può vincere solo se in coalizione, il centrosinistra per la Presidenza mette Cifarelli in panchina

di Angelomauro Calza

L’impressione è che se strappo ci sarà, sarà strettamente legato alle vicende nazionali: non conviene a nessuno in questo momento alimentare il fuoco della divisione interna del centrodestra in Basilicata senza avere sulle spalle la coperta nazionale.

Antonio Cappiello

Il segretario della Lega Antonio Cappiello nella sua intervista rilasciata lunedì ad Angelomà è stato esplicito: “preferirebbe” correre da solo, come gli viene suggerito da più parti del suo elettorato, ma lui, nonostante i sondaggi lo diano tra il 20 e il 25 per cento, preferisce comunque moderare i termini della questione e non essere causa di uno strappo di coalizione, conscio che – come ha dichiarato – “da soli non si vince”, mentre in coalizione nemmeno il M5S fa paura. Certo, alcune garanzie le chiede ai possibili compagni di viaggio, come il fatto di non candidare nessuno che rappresenti “il vecchio”, che sia in qualche modo espressione di un sistema che la Lega si sforza di smontare, ponendosi come organizzazione credibile alternativa e antagonista del M5S, ma in coalizione con Forza Italia e con Fratelli d’Italia.

gianni rosa

gianni rosa

Le resistenze e scaramucce interne ci stanno, fanno parte del gioco, ma alla fine Giuseppe Moles, lo stesso Cappiello e Gianni Rosa sapranno trovare le ragioni dello stare insieme, magari grazie anche al lavorìo che Vittorio Sgarbi ha annunciato per essere lui il collante e garante della coalizione (da persona terza, evitando così possibili resistenze sul nome di Antonio Tajani). Né molto peso potrà avere la “questione Viceconte” che ha deciso di rientrare in Forza Italia: dopotutto, a guardar bene i fatti, Guido Viceconte all’epoca ne uscì non per contrasto con Silvio Berlusconi o quella che era la linea di Forza Italia, tant’è che appoggiò anche, proprio come chiesto da Berlusconi, il Governo Letta. Lui del resto non è mai stato di sinistra ed è stato candidato alle scorse elezioni politiche come rappresentante dell’area moderata in quota Beatrice Lorenzin e proveniente da una esperienza con Angelino Alfano, in una coalizione in cui c’era anche il PD, ma non è mai stato del Partito Democratico. Quale potrebbe essere allora la motivazione principe dello “stare insieme”, quella su cui costruire l’alleanza? semplice: quel 40 per cento di consensi che potrebbe ottenere il centrodestra che gli consentirebbe di governare con larga maggioranza la Regione. Eggià, perchè il 25% della Lega, più il 10% di Forza Italia e Rinascimento e il 2-3 di Fratelli d’Italia… non fanno 37%, fanno almeno 40%, in quanto uniti rosicchierebbero un 3% e forse più proprio al M5S (correndo da solo,

il senatore Giuseppe Moles

il senatore Giuseppe Moles

tra l’altro, non avrebbe manco diritto al premio di maggioranza), che al di là dell’aver scelto il proprio candidato alla Presidenza, Antonio Mattia, non è che abbia ancora individuato elementi di programma accattivanti e riformanti da proporre.

Antonio Mattia

Antonio Mattia

Non lo ha fatto perché non si riesce a trovare almeno un argomento da sbandierare come originale e che catturi il voto? Forse sì. A livello nazionale è stato diverso: c’era la Legge Fornero da “abolire” (qua ci stanno già 170.000 pensionati su 580.000 abitanti), c’era il reddito di cittadinanza (qui in Basilicata già sono partiti gli assegni del Reddito di inserimento), c’erano i vitalizi da tagliare (qui già una legge regionale li ha ridimensionati), c’era l’euro da abolire (qua non si vede manco una lira!!!…)… insomma, se a livello nazionale abbiamo un Governo caratterizzato da una perniciosa e forzata disomogeneità politica, dall’evidente impronta nazional-populista e dall’alto tasso di improvvisazione che può soddisfare i sentimenti di una stagione ma non indicare la strada dell’avvenire, in Basilicata la Lega non vuole commettere lo stesso errore, e in fondo in fondo è contenta che il M5S abbia risposto picche alla sua richiesta di alleanza. E’ un dato di fatto, d’altronde, che la Lega stia crescendo sottraendo consensi proprio ai Cinquestelle. Se la

Antonio Tajani e Guido Viceconte

Antonio Tajani e Guido Viceconte

situazione è quella che è molto si deve al fatto che la decrescita economica nazionale sta durando troppo, e i suoi effetti si vedono anche a livello territoriale. Per i cittadini diventa difficile da comprendere e diventa difficile adattarsi e digerirla per così lungo periodo, ma per questo anche gli imbonitori del momento non possono pretendere che anche le loro chiacchiere prive di conseguenziali azioni decise e performanti del cambiamento sbandierato possano durare a lungo nei consensi della gente. Noi viviamo ora una delicata fase politica, sociale ed economica: passerà. Corsi e ricorsi storici. In qualche modo passerà, come sempre è accaduto, ma laddove dovesse essere urgente e possibile in Basilicata, di sicuro non potrà passare dal M5S, che già ha dato alle amministrative di giugno segnali di forte debolezza sul territorio di programmi e di intelligenze politiche. Potrà passare allora se il centrodestra saprà essere compatto e comprendere sino in fondo che questo è il momento migliore per tentare

Marcello Pittella, Governatore della Basilicata

Marcello Pittella, Governatore della Basilicata

di scalzare il centrosinistra dal Governo della Regione. Oppure passerà se il centrosinistra saprà individuare motivi di cambiamento di politiche, azioni e uomini e saprà dirlo e farlo comprendere fino in fondo alla gente e convincerla che stavolta davvero si cambia registro e orchestra, mentre potrebbe restare invariato il direttore.

Infatti il Presidente Marcello Pittella non si è ancora dimesso: segnale importante, perché vuol dire che non è disposto a cedere alle pressioni, quali che siano, politiche e giudiziarie, e dimostrare che possiede ancora le carte in regola per continuare il lavoro iniziato nel primo mandato, checchè ne dicano giudici ed ex “amici fedeli” che gli hanno girato le spalle per offrire servigi e chiedere prebende ad altri.

L'assessore Roberto Cifarelli

L’assessore Roberto Cifarelli

Intanto però prende sempre più piede l’ipotesi che pronto per il lancio da Premier regionale in sua eventuale sostituzione sarebbe l’assessore Roberto Cifarelli, che potrebbe vantare il placet anche di Roberto Speranza di MdP e, soprattutto, di Piero Lacorazza, pago del fatto che è stata approvata la nuova legge elettorale da lui presentata, e dal fatto che Cifarelli, seppur uomo e non “donna imprenditrice”, sarebbe espressione di un territorio, il Materano, che da tempo rivendica la guida della Regione, fatto di cui proprio Lacorazza si è fatto paladino nei suoi ragionamenti degli ultimi mesi. Tuttavia la possibilità di rimandare a gennaio la data delle elezioni regionali – da molti sollecitata – conferma l’ipotesi che il tempo potrebbe dare ragione al Governatore: intanto si aspetta, passa il tempo, poi si vedrà. La stessa ipotesi è ben vista anche dagli altri, tranne i consiglieri Benedetto e Romaniello, che invocano invece “elezioni immediate”. Potrebbe essere una manna dal cielo sia per i Cinquestelle che per il centrodestra avere più tempo a disposizione (ma anche per il centrosinistra).

piero_lacorazza

piero_lacorazza

I primi per tentare di scrivere un programma credibile in linea con la loro essenza e magari tentare di formare e presentare qualche lista civica in prospettiva “premio di maggioranza”, i secondi perché avrebbero tutto il tempo per meglio mediare e rinforzare l’alleanza. Allora o si vota il 4 dicembre, oppure quale capo del Viminale decreterebbe le elezioni a gennaio, con una campagna elettorale da svolgere in pieno periodo di festività natalizie? E quale capo del Viminale azzarderebbe di votare a gennaio in una regione dove le intemperanze atmosferiche di un mese nevoso potrebbero mettere a rischio la partecipazione al voto? E quale capo del Viminale farebbe votare il giorno dopo le cerimonie ufficiali per l’inizio dell’anno da Capitale della cultura di Matera, sapendo che il giorno prima, in piena cerimonia, ci sono i seggi da insediare e i politici in giro per campagna elettorale? E, infine, quale capo del Viminale non vedrebbe le cause sopra dette come preziosa occasione per dare altro tempo ad un “partito” già in ascesa di accrescere ulteriormente i consensi? Sarebbe cosa stranissima! Nessuno alla fine vorrebbe che si rimandasse il voto a gennaio per trovarsi in queste condizioni, a tutti invece converrebbe procrastinare ulteriormente la data. Ecco spiegato allora che potrebbe aver ragione chi ipotizza uno slittamento addirittura a fine febbraio o inizi di marzo. Del resto, nel passato, come ad esempio per la Sicilia, è già successo che il Viminale abbia deciso con un semplice atto formale il rinvio delle elezioni ad una data ritenuta più consona all’importanza dell’appuntamento. Ecco, anche questo elemento rilancerebbe le quotazioni del Pittella-bis: ci sta davvero un suo avversario che possa pensare di reggere tutta la sua azione cattura-voti puntando sui fatti giudiziari di queste ultime settimane? Può reggere ancora il populismo giustizialista, a due e per altri tre mesi (in autunno) o cinque (gennaio) o sei (febbraio) dai fatti? La cronaca ormai punterà su altro. All’anno nuovo il caso Pittella non sarà più notizia: si parlerà di Matera 2019. O magari di qualche altra azione della Magistratura.