Il Riesame potrebbe rimettere in gioco Franco Cupparo. Perderebbe forza l’azione di Italia Viva criticata da Vizziello. La maggioranza sicuramente è a 11, ma…
di Angelomauro Calza
Senza voler parteggiare per nessuno, senza sbilanciamenti preferenziali né in avanti né indietro, stando con di fronte la scacchiera del Consiglio regionale con pedoni, alfieri, torri, cavalli, re e regina sulle rispettive caselle, bisogna dire e ammettere con estrema, schietta, inconfutabile sincerità, e con appena un pizzico di volgarità tutta “cettolaqualunquiana” necessaria per rendere comprensibile a tutti l’attuale situazione, che non si capisce una beata minchia! Ad accentuare le difficoltà di interpretazione anche le conseguenze causate dai provvedimenti di ieri del Tribunale del Riesame di Potenza. Stanno lavorando gli esperti proprio sulla interpretazione del pronunciamento che ha di fatto cancellato quanto disposto dagli atti restrittivi nei confronti dell’ex assessore Franco Cupparo.

Franco Cupparo
Parliamo solo di lui e solo delle ripercussioni che l’accaduto potrebbe avere sui futuri avvenimenti politici, degli altri coinvolti e degli altri aspetti non parliamo in quanto fatti appartenenti ad altra sfera di cronaca che lasciamo agli addetti ai lavori. In soldoni, si è sparsa voce che le motivazioni esposte dai giudici del riesame potrebbero riaprire le porte del Consiglio regionale a Franco Cupparo. Non sappiamo se e quanto sia fondata la voce, ma certo una eventuale mossa conseguente dell’ex assessore che di sicuro creerebbe un qualche imbarazzo nei suoi colleghi la vogliamo immaginare. Poniamo sia così. Poniamo che Franco Cupparo a questo punto ritiri come possibile e forse anche giusto che sia le dimissioni. Poniamo che si presenti in Consiglio e chieda la parola. Poniamo che racconti e spieghi le sue ragioni e concluda ponendo correttamente sul tavolo del Presidente Cicala le sue dimissioni con la richiesta di votarle in quel preciso momento, in Consiglio. Poniamo che i suoi colleghi un qualche imbarazzo lo vivano. Poniamo che gli diano credito e respingano le sue dimissioni.

Il consigliere Giovanni Vizziello
Che accadrebbe? E perché poi Consigliere sì e assessore no? Lasciamo a ciascuno libera immaginazione, lo abbiamo detto in premessa: non parteggiamo per nessuno, poniamo interrogativi. Di sicuro però il prossimo Consiglio potrebbe non essere più legato stretto agli umori di qualcuno e alle strategie di altri: conterebbero i numeri. E i numeri a questo punto, fino a prova contraria, sono quelli che vedono a riaffermazione della maggioranza Aliandro, Cariello, Sileo, Quarto, Coviello, Baldassarre, Cicala, Bellttieri surrogato in via definitiva e Cupparo più lo stesso Bardi. Sì, sono dieci, mancano Zullino e Vizziello, che potrebbero (condizionale obbligato) portare a dodici la compagine se ricevessero risposte convincenti dal Presidente. E comunque con 10-9 non ci sarebbero problemi. Senza contare che un eventuale ritorno anche di Rocco Leone (che non si è dimesso da Consigliere) nei prossimi giorni (se venisse cancellata anche a lui la misura restrittiva che gli è stata comminata) riporterebbe a undici il gruppo di maggioranza. Perderebbe forza così anche l’azione di Italia Viva, che – è vero – ha motivato in maniera articolata la sua posizione, ma prima del pronunciamento del giudice, e, di fatto, perde molto potere contrattuale nella diatriba, così come il ritorno di Cupparo renderebbe meno forte in qualche modo anche l’azione di Vizziello e Zullino. I due comunque vadano le cose hanno messo bene in chiaro la loro posizione, e proprio ieri dopo il venosino anche il materano si è fatto sentire su Facebook: “Io e Zullino abbiamo dimostrato di essere pronti ad andare a casa. Se non ci fosse l’intervento di Italia Viva sarebbe così. Abbiamo chiesto una verifica da mesi, che è stata completamente disattesa. Rimaniamo sui temi politici ed evitiamo populismi e generalizzazioni. Italia Viva è stata scorretta soprattutto nei confronti degli altri colleghi della minoranza. Altro che maggioranza spaccata”. Insomma se non fosse che è stata scritta nel 1975, potremmo tranquillamente pensare che la canzone “Quelli che” Enzo Jannacci, l’abbia scritta ispirandosi ai fatti di questi giorni. Soprattutto nella strofa “Quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire” e “Quelli che accendono un cero alla Madonna perché hanno il nipote che sta morendo” e infine “Quelli che di mestiere ti spengono il cero”!