I contenuti del documento consegnato a Bardi dalla Lega che alla fine fa prevalere la ragione sull’impulso: rientra il pericolo crisi e il Consiglio approva il PSR. Un punto per uno.

di Angelomauro Calza

Si rallegra ogni core. Sí dolce, sí gradita quand’è, com’or, la vita? Quando con tanto amore
l’uomo a’ suoi studi intende? O torna all’opre? O cosa nova imprende?”

Essì. La quiete dopo la tempesta. Metafora degli accadimenti alla Regione Basilicata. All’indomani dell’epilogo dei quantomeno controversi “fattarielli” legati alla approvazione del Pianto Strategico da parte del Consiglio regionale di Basilicata, pare chiaro lo scenario, che di fatto va a correggere in maniera decisa quanto sembrava potesse accadere, così come da noi riportato ieri mattina (LEGGI QUA ). Nella estrema sintesi dei fatti, la Lega, pur dopo ore di intensa e dicono anche accesa discussione interna, ha fatto prevalere la linea del rigore e del buonsenso, rispetto a quella della reazione irrazionale, ha votato il Piano in Consiglio, con assente il vicesegretario regionale, Massimo Zullino, ufficialmente a casa per tre giorni in autosorveglianza così come previsto dalle disposizioni legate al Covid attualmente in essere (sarebbe entrato in contatto con un soggetto a rischio). Dal fronte salviniano, già in nottata, si ribadisce che la Lega ha sempre usato la ragione e l’accordo politico raggiunto dovrebbe andare in direzione anche del riconoscimento alla Lega della giusta dignità sempre rivendicata. Va bene, ma che accordo è stato trovato? Deve essere dai contenuti davvero rilevanti se è servito a raggiungere due scopi: quello di Bardi che voleva si approvasse il Piano Strategico, e quello della Lega che mostrava resistenza se non si sarebbe data una scossa all’azione politica, ma soprattutto di pari dignità tra le forze della maggioranza in questi due anni e rotti che separano l’oggi dalle nuove elezioni regionali. Si parlava di un documento consegnato in maniera riservata dalla Lega a Bardi prima dell’inizio della seduta consiliare, una cosa riservata a tal punto che l’indiscrezione faceva dubitare sulla sua veridicità: c’è davvero.

Roberto Cifarelli e Luca Braia

Roberto Cifarelli e Luca Braia

Il documento esiste, è stato redatto dalla Lega dopo ore di riunione che hanno fatto slittare il Consiglio per tanto di quel tempo che il Consigliere Cifarelli alle 18 e 30 tuona nei confronti degli avversari: “o si aprono i lavori altrimenti penso che sia saggio da parte nostra tornarcene a casa, così avete tutto il tempo di continuare la vostra riunione di maggioranza”. Luca Braia gli fa eco “Carissimi, dalle 14 aspettiamo di iniziare un Consiglio che doveva svolgersi alle 15. Il rispetto è la prima cosa”. E anche Piro si aggrega concordando. Così alle 18.34 Il Presidente Cicala chiede a tutti di riunirsi in aula. Il resto si sa, e si sa come è finita dopo un inizio della vicenda tormentato, lungo e difficile che lasciava spazio anche alle più drastiche evoluzioni. Quindi, dicevamo, il documento c’è, esiste, e va bene, ma cosa dice? Cosa c’è scritto? Non conosciamo i dettagli, che saranno in larga parte definiti in tempi brevi, ma pare si tratti di un programma di fine mandato, con cambi di passo e alcuni punti specifici indispensabili per lo sprint finale.

Il Sen. Roberto Marti, Commissario della Lega in Basilicata

Il Sen. Roberto Marti, Commissario della Lega in Basilicata

Nessuna richiesta in subordine, manco di assessorati o di postazioni che contano in gestioni subregionali: così come è trapelato, solo volontà di lasciare il segno negli ultimi due anni dopo l’apatia e la poca incisività sul tessuto socioeconomico regionale che ha caratterizzato questa prima parte di mandato, una vera e propria sfida di rilancio che la Lega ha evidentemente voluto lanciare, ma adesso è da vedere il seguito: saranno solo parole o seguiranno i fatti? Questa è, alla fin fine, la vera sfida, dove si misureranno credibilità e volontà reali, ma di chi? Di Bardi? Certamente, ma anche e soprattutto della Lega. La partita, combattuta e dall’arbitraggio difficile, tra il Presidente e i rappresentanti del partito di Salvini alla fine finisce alla pari, con Bardi che ha ottenuto l’approvazione del PSR e la Lega che ha ottenuto l’attenzione, le promesse e gli impegni che pretendeva. Un punto che serve tutti e due, o un pareggio che non giova a nessuno dei due ai fini della classifica? Al termine di ogni vicenda di solito e soprattutto in politica la parola fine non va mai scritta.

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