Nell’immaginazione alimentata dal sonno tante situazioni che non si sa fino a che punto siano rappresentative della realtà. Il mistero di un macchinario che nella dimensione onirica giace nel sottoscala di un ospedale a Villa d’Agri.

di Angelomauro Calza

Stare costretti a casa, con la tv che trasmette le repliche delle repliche in alternativa a ore di inutili e confusionari chiacchiericci, dopo il lavoro e la scrittura, ti spinge alla cucina, al cibo e la sera spesso la cena è pesantuccia, e dormi e sogni e a volte hai pure gli incubi. Cioè… è possibile che stanotte io abbia sognato un macchinario moderno e costoso, di grande utilità in questo momento di bisogno dettato dalla pandemia di effettuare quanti più tamponi è possibile, ancora imballato e depositato in un sottoscala?

Un ingresso dell'Ospedale di Villa d'Agri

Un ingresso dell’Ospedale di Villa d’Agri

Beh… è successo. E può essere che io abbia sognato proprio quello donato mesi fa all’Ospedale di Villa d’Agri? Oh, nel sogno ci stava proprio Amedeo Cicala, il sindaco di Viggiano, davanti all’ingresso dell’Ospedale che annunciava la donazione di questa importante strumentazione, indispensabile per la zona, per poter processare quanti più tamponi grazie a una estesa e proficua partecipazione a una sottoscrizione che ha fruttato i soldi necessari.

Il sindaco di Viggiano Amedeo Cicala

Il sindaco di Viggiano Amedeo Cicala

Uè, io sono andato a controllare appena sveglio, poco fa, proprio per vedere se il sogno era veritiero: lo era. Perché evidentemente mi è tornata alla memoria, inconsciamente, la notizia di qualche mese fa. Ma allora, se era vera la prima, non è che era vera pure la continuazione? Vuoi vedere che il macchinario giace ancora veramente imballato e inutilizzato? E proprio in Ospedale? Ma non può essere, dai! Ma lo sai quanto tempo è passato? Vado ancora a controllare la notizia: la data è del 1° aprile 2020. Ahhh… va bene… ma allora mò veramente è tutto chiaro: è stato un pesce d’aprile! Quindi tutto ok.

Il Presidente del Consiglio regionale di Basilicata, Carmine Cicala

Il Presidente del Consiglio regionale di Basilicata, Carmine Cicala

Solo che il sogno continuava ancora, confuso, con Amedeo Cicala e il fratello, Carmine, il Presidente del Consiglio regionale, che se le davano di santa ragione con i loro amici di partito e con gli altri amici della maggioranza alla Regione, Bardi in testa, perché loro chiedevano di istituire un Reparto Covid all’Ospedale di Villa d’Agri, ma gli altri rispondevano “NO”. E allora chiedevano un nuovo criterio di ripartizione delle royalty del petrolio, più favorevole ai comuni della Val d’Agri e gli altri gli dicevano “NO”. E più gli dicevano “NO” e più loro cercavano di accasarsi altrove, ma anche gli altri partiti gli dicevano “NO”,  non li volevano e allora i due riprovavano con più enfasi a rivendicare il Reparto Covid all’Ospedale di Villa d’Agri, ma solo per ricevere un altro “NO”, e così via, in un girotondo vorticoso che all’improvviso di dissolse e apparve una valle stupenda, con vista su un enorme lago e, ancora più in fondo, all’orizzonte, il Golfo di Taranto e tanto silenzio: oh, il sogno mi aveva trasportato in un attimo a Chiaromonte, dove era in atto un comizio. Proprio nel piccolo anfiteatro davanti all’ingresso della RSA dell’Ospedale San Giovanni.

Uno scorcio dell'Ospedale "San Giovanni" di Chiaromonte

Uno scorcio dell’Ospedale “San Giovanni” di Chiaromonte

Non si vedeva alcun volto, ma solo tanta gente, tanti camici bianchi e tante auto blu. Il luogo era attorniato da bandiere tricolori, con la scritta bianca “Forza” che inneggiavano vagamente alla nazionale di calcio, agli azzurri, …almeno così mi sembra di ricordare… La voce dell’oratore, che parlava dandomi le spalle e perciò irriconoscibile, era stentorea, e quasi senza bisogno di microfono, con accento marcato, arringava: “Cittadini, conterranei, signorinelli pallidi dolci dirimpettai del quinto piano non ancora ultimato, abbiamo voluto dare una dimostrazione della nostra potenza, abbiamo scelto l’Ospedale di Chiaromonte come Centro Covid per non darla vinta a chi ha mire espansionistiche politiche e territoriali. In un certo senso se Chiaromonte è ora un Centro Covid e si sta lavorando per attrezzarlo perché diventi testimonial dell’eccellenza è proprio per merito loro, dei fratelli Cicala: se si fossero comportati diversamente nei confronti degli alleati questa struttura sarebbe ora in Val d’Agri e non qui, nella Valle del Sinni!”. Oh… io mi sono svegliato di soprassalto per i clamori della folla, e però a questo punto del racconto davvero non so se il sogno sia veritiero o sia pura fantasia. Però se fosse vero… spiegherebbe tante cose. E comunque sia, io una controllatina ai sottoscala dell’Ospedale di Villa d’Agri la darei: vuoi vedere che veramente il macchinario sta ancora là imballato?

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