A distanza di mesi un convegno riunisce a Potenza il PD lucano, i suoi alleati e tanti cittadini. Si discute di Mezzogiorno con l’Europarlamentare Giosi Ferrandino, ospite della segretaria provnicale di potenza, Maura Locantore, e del segretario regionale Mario Polese.

di Angelomauro Calza

A margine del convegno “Il PD e il Mezzogiorno, vincere la sfida della modernità”, la senatrice Teresa Bellanova, chiamata a concludere i lavori, ha risposto a qualche domanda.

Senatrice, come si sta comportando questo Governo? Pare che l’asse Salvini-Di Maio alla fine regga, sia pur con qualche piccolo screzio.

la senatrice Teresa Bellanova

la senatrice Teresa Bellanova

Stanno smontando tutti gli strumenti che avevamo messo in campo e nel 2016 e 2017 hanno visto il Mezzogiorno ripartire e avere un avvio di crescita anche dal punto di vista occupazionale e nel Def che hanno fatto e nella futura legge di bilancio non c’è traccia del Mezzogiorno, non c’è traccia di investimento sui contratti di sviluppo, né tantomeno sul credito di imposta per innovazione e ricerca, ma soprattutto manca qualsiasi intervento per le agevolazioni dell’occupazione. Questi signori pensano di dover bloccare le grandi opere, di puntare sulla decrescita infelice senza rendersi conto che nel Mezzogiorno, se non si investe su industrie e servizi di qualità, se non si dà alle imprese la possibilità di assumere a tempo indeterminato con un costo del lavoro inferiore avrai soltanto assistenzialismo, La loro ricetta è una ricetta semplice e pericolosissima. Negli anni 60 si è pensato di fare un patto: al Nord si facevano le industrie nel Mezzogiorno si davano le pensioni di invalidità. Questi signori ora vogliono da una parte continuare con un modello di sviluppo che è in corso e nel mezzogiorno distribuire assistenzialismo, ma a parole perchè quando stanzi 10 miliardi per il reddito di cittadinanza e parli di 6 milioni e mezzo di persone stai distribuendo meno di 120 euro al mese. Il punto è che hanno preso un sacco di voti nel mezzogiorno, hanno imbrogliato tante persone e adesso si dimenticano del Mezzogiorno. Il PD dice ripartiamo da qui, perché se riparte il Mezzogiorno riparte il paese. Dobbiamo ritornare a fare un patto con le imprese sane che vogliono scommettere, bisogna portare avanti i progetti per le grandi opere già finanziati dal Governo Renzi e da quello Gentiloni e bisogna dare ai ragazzi e ragazze del Mezzogiorno una opportunità di lavoro e non dargli qualche euro per farli stare a casa propria nella propria disperazione.

Il PD ha fatto analisi e autocritica dopo le politiche? Come spiega il crollo fatto registrare al Sud?

Salvatore Margiotta, Teresa Bellanova, Maura Locantore e Giosi Ferrandino

Salvatore Margiotta, Teresa Bellanova, Maura Locantore e Giosi Ferrandino

Abbiamo parlato di questioni complicate con il linguaggio che siamo stati in gradi di utilizzare, di spiegare alle persone e alle imprese che iniziavamo a uscire da una situazione complicata. Gli altri hanno utilizzato ricette semplici, raccolto consensi e non danno risposte. Se vai nel Mezzogiorno e dici che distribuirai reddito di cittadinanza a tutti, che aumenterai le pensioni a tutti, che bloccherai il modello di sviluppo però le persone vivranno ancora meglio, è chiaro che raccogli consenso. Il punto è che il giorno dopo devi rendere conto delle promesse che hai fatto. Oggi vediamo che hanno detto che dovevano bloccare l’Ilva e hanno dovuto prendere atto del lavoro che noi abbiamo fatto e quindi hanno dovuto firmare un accordo; hanno detto che avrebbero bloccato le grandi opere come la Tap nel giro di 15 giorni e oggi si scopre che le persone che li hanno votati anche per questo si rendono conto che da lunedì partiranno anche i lavori della Tap; hanno promesso il reddito di cittadinanza e non sanno come lo devono motivare perché nessuno capisce più a chi è destinato, se ai giovani disoccupati agli ex disoccupati o alle persone che devono andare a fare 8 ore di lavori socialmente utili creando quindi altro lavoro nero, allora di fronte a questo loro hanno raccolto l consenso ma noi ripartiamo per foire alla gente che di fronte a situazioni difficili non esistono ricette semplici, che questo paese ha bisogno di fare scelte coraggiose, di costruire passo passo l’alternativa perché le ragazze e i ragazzi del mezzogiorno meritano di più di qualche pacca sulle spalle e di qualche euro. Hanno il diritto di avere un paese dove la politica fa scelte difficili, ma che devono sostenere lo sviluppo che deve dare lavoro e lavoro di qualità

alcuni presenti al convegno del PD

alcuni presenti al convegno del PD

Quanta sinistra c’era nel PD, e quanta ce n’è ancora, visto che il vento dei consensi si sta spostando verso la Lega?

i senatori Salvatore Margiotta e Teresa Bellanova

i senatori Salvatore Margiotta e Teresa Bellanova

Io non lo so dove sta portando il vento, so che il PD è un partito riformista che negli ultimi anni anziché valorizzare le tante scelte coraggiose che ha fatto ha visto gruppi dirigenti che si sono impegnati di più a guardare al loro futuro. Allora dico al mio partito che non dobbiamo misurare il tasso né di sinistra né di centro, ma la nostra capacità di essere un grande partito riformista, l’unica alternativa a un governo di incompetenti, incapaci e arroganti. Questo paese merita di più. Noi siamo stati sconfitti, ma questo non vuol dire che non possiamo dire la nostra opinione, avanzare le nostre proposte e ripartire costruendo il consenso intorno a una proposta che deve essere riformista, perché di questo ha bisogno l’Italia e di questo ha bisogno l’Europa, quell’Europa che vogliamo cambiare sapendo che l’Italia e gli italiani hanno un futuro di benessere se la nostra casa comune rimane l’Europa che dobbiamo cambiare e rafforzare contemporaneamente

Siamo prossimi alla tornata elettorale regionale. Cosa dirà il PD in Basilicata agli elettori?

Una cosa elementare e di buon senso che tanti nel mio partito hanno smarrito negli ultimi anni che è quello di dire costruiamo una proposta programmatica e su questo creiamo le alleanze di quelli che vogliono costruire. Sono stanca di quelli che hanno la ricetta per giorno dopo, di quelli che ti spiegano dopo che gli errori sono stati fatti, come si doveva fare. Allora misuriamoci prima, misuriamoci tutti e facciamo un patto: assumiamo la responsabilità su ognuno di noi, perché quando un partito inizia a discutere su chi deve estromettere, su chi deve portare la croce è un partito che smarrisce la sua funzione.

Allora dico che tutti assumiamo la nostra responsabilità, nessuno di noi faceva l’usciere e quindi nessuno ha il diritto adesso di individuare l’altro come responsabile. Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche e ritrovare con rigore e responsabilità il senso dello stare insieme e del rimettere in piedi una comunità che ha il diritto di avere buona politica e proposte che non devono mirare al consenso immediato senza responsabilità, ma raccogliere il consenso sapendo che il giorno dopo dobbiamo essere in grado di fare quello che abbiamo promesso di fare il giorno prima.