Anche i cittadini del Melfese, Lagonegrese e Val d’Agri pronti a contestare la possibilità di ridimensionamento delle strutture sanitarie sul territorio: strategico rinviare tutto a dopo il voto di settembre. meglio una riforma non fatta che una riforma impopolare

di Angelomauro Calza

Alla fine l’assessore Rocco Leone – forse anche inconsapevolmente – compie in Basilicata una delle più significative operazioni politiche degli ultimi decenni: riesce a mettere d’accordo tutte le diverse anime del Metapontino. Tutti insieme, da destra a sinistra, grazie a lui e a chi ha fatto trapelare giorni fa una bozza (pare poi ritirata) di possibile riforma del sistema sanitario regionale che il Presidente Bardi ha ordinato di attuare celermente. Tutti insieme: sindaci, amministratori ed ex amministratori, associazioni e sezioni di partito della fascia jonica metapontina in difesa e a favore del non depauperamento di ruoli e funzioni dell’Ospedale di Policoro.

L'ingresso dell'Ospedale di Policoro

L’ingresso dell’Ospedale di Policoro

E pure di quello di Tinchi. Tutti insieme per la realizzazione dell’Ospedale della Magna Grecia. E’ il ribadire che la Sanità (maiuscola) viene prima della politica (minuscolo). Leone è con loro? Si riuniranno infatti martedì associazioni, movimenti e amministratori vecchi e nuovi dei paesi della fascia jonica metapontina: tutti insieme in favore della difesa e del potenziamento dei servizi ospedalieri dell’area. Alcuni nomi sono molto conosciuti: Di trani, Lopatriello, Gianni Di Pierri, Gaetano Giannace, Isabella Gentile solo per farne alcuni, e spicca la particolarità che più che il centrosinistra, antagonista naturale della attuale maggioranza in Regione, la maggior parte siano nomi di riferimento del centrodestra. Ma quindi – si chiederà qualcuno – non è che l’assessore Leone viene contestato dall’interno del centrodestra? No. Assolutamente: sono tutti “per” non “contro”. Leone è con loro?

Nicola Lopatriello – ex sindaco di Policoro

l’lex sindaco di Pisticci, Vito Di Trani

E’ la volontà di vivere con un sistema sanitario efficiente, efficace, non penalizzante che mette insieme le più diverse anime dell’Area, lo dicevamo all’inizio: la sanità al servizio dei cittadini viene prima di ogni cosa. Leone è con loro? Ora, chiamiamola come vogliamo, ognuno si faccia l’idea che vuole della situazione, e soprattutto precisiamo che stiamo discutendo di una riforma possibile, una ipotesi che circola, che potrebbe anche essere smentita dai fatti, come si spera, nulla di ufficiale, ma se è vero che si sta pensando a due ospedali di primo livello, e per decidere quale scegliere – oltre Matera – si pensa di tener conto del volume delle prestazioni effettuate negli ultimi anni (bisognerebbe poi capire quali), non può non essere letto come un escamotage politico

il Consigliere regionale Franco Piro

per non decidere apertamente quale ospedale salvare tra Policoro, Melfi e Lagonegro (chi ha il coraggio di dire che è stato scelto uno e non un altro? E spiegarne poi anche il perchè? Sarebbe un suicidio elettorale!). Ma “escamotage” perché? Perché a Melfi c’è già stata aria di burrasca per la paventata soppressione del centro nascite, poi rientrata dopo le proteste di sindaci e cittadini, che ci vuole a riprendere la protesta non più per un reparto, ma addirittura per un’intera struttura ospedaliera? Perché anche a Lagonegro si sente puzza di bruciato: ma come, sono stati stanziati fondi addirittura per un nuovo, grande ospedale al servizio della zona (con l’assorbimento delle strutture di Maratea e di Lauria), ed ora si verrebbe addirittura declassati? E pure a Lagonegro pare che si sia pronti anche alla sommossa popolare (dopo voci di primari già in silenziosa – per ora – protesta), che onestamente non ci auguriamo e alla quale crediamo poco, o – sicuramente – meno dell’incazzatura che potrebbero esprimere in Regione il Consigliere regionale Piro e l’assessore Franco Cupparo, entrambi non solo voci del Lagonegrese che contano nella maggioranza, ma addirittura anche amici di partito dell’assessore Leone e del Presidente Bardi: chi vuole che in Forza Italia possano crearsi situazioni di “incomprensioni familiari” che andrebbero ad aggiungersi agli attuali malumori interni alla Lega, a tutto danno della tenuta della maggioranza?

L'Assessore regionale Franco Cupparo

L’Assessore regionale Franco Cupparo

Il Presidente Carmine Cicala e l'Assessore Leone

Il Presidente Carmine Cicala e l’Assessore Leone

Perchè la Val d’Agri non è da meno in quanto a rivendicazioni territoriali. I vald’agrini accetterebbero inermi e accondiscendenti soluzioni che in qualche modo andrebbero a penalizzare l’Ospedale San Pio? E resterebbe prono proprio in questo caso un Presidente del Consiglio (non un Consigliere semplice) sicuramente “’ncazzuso” come Carmine Cicala, strenuo difensore del territorio che lo ha eletto? Diciamo che la struttura della riforma del sistema sanitario lucano che il Presidente Bardi vorrebbe nelle intenzioni varare al più presto, così come ribadito nella riunione di maggioranza della scorsa settimana, presenta più di qualche problema per poter essere realizzata secondo i suoi desiderata. Ma allora quale potrebbe essere la Riforma ideale, quella che soddisfi tutti i territori e tutti i politici, soprattutto tenendo conto che a settembre ci sarà una mini-tornata elettorale di non poco conto per verificare gli orientamenti dell’elettorato lucano preso a campione dai Comuni interessati al rinnovo di sindaci e consiglio comunale? Una unica soluzione si intravede al momento: non farla stà benedetta o maledetta riforma. Almeno per ora. Del resto una riforma non fatta è sempre meglio di una riforma non gradita dalla popolazione, che toglie consensi per sempre, perchè la gente non dimentica queste cose. Poi se il temporaneo rinvio diventi definitiva rinuncia (almeno per questa maggioranza) sarà il tempo a dirlo, ma almeno ora non si peggiora la situazione tutt’altro che piacevole, creata dalla precedente maggioranza in Regione. E se vogliamo malignare, poi, una promessa sanitaria in piena campagna elettorale può servire, come serve, più di una promessa già fatta e non mantenuta. A meno che… non si voglia far presto e prendere cme modello il concetto di “bello ideale” di Giovan Gioacchino Winckelmann, secondo cui “l’unica via per diventare grandi” era “l’imitazione degli antichi”: ecco, se si applicasse alla Riforma della Sanità lucana questa teoria, ritornerebbero a nuova vita gli ospedali del territorio, si placherebbero le polemiche, la gente dei luoghi sarebbe contenta, e i politici (che potrebbero fare un sacco di nomine di dirigenti e primari a loro graditi) sarebbero criticati sicuramente lo stesso, ma per altro, non per quella sanità che per i cittadini (tutti) viene prima di ogni cosa, anche delle promesse elettorali.