Il Segretario della Prima Commissione risponde al suo Presidente Piero Lacorazza. L’elezione di Santarsiero per ricompattare il PD lucano
di Angelomauro Calza

Il Consigliere regionale Vincenzo Robortella è il segretario della Prima commissione consiliare Affari Istituzionali. Lui è rimasto al posto suo, mentre il Presidente dal 18 aprile è cambiato.
Piero Lacorazza succede a Vito Santarsiero, a sua volta eletto Presidente del Consiglio regionale lucano.

Un cambio che per coincidenza avviene proprio tra le due anime “ribelli” del Partito Democratico lucano. Come è successa stà cosa?

Vincenzo Robortella

Vincenzo Robortella

Beh, più che ribelli erano due opinioni differenti rispetto alla maggioranza del partito. Noi siamo un partito plurale, quindi le diversità sono un valore aggiunto, non un problema. Abbiamo cercato anche di valorizzare queste diversità ciascuna per il proprio compito. Per il Presidente Vito Santarsiero essendo anche una figura che ha ricoperto diversi ruoli istituzionali nel tempo, e quindi un membro di garanzia, che ha dato anche la possibilità al partito di ricompattarsi al suo interno, abbiamo scelto di eleggerlo alla Presidenza del Consiglio. La scelta invece di Piero Lacorazza, è stata dettata dal fatto che molto ha lavorato in Prima Commissione, avanzando una serie di proposte di Legge e di modifiche di legge, non ultima la modifica del 116, quindi presiedendo la Prima commissione potrà di portare avanti ancora meglio il lavoro sin qui svolto da semplice componente. Con queste due elezioni abbiamo cercato di dare compattezza al partito, ma anche di dare la possibilità a ciascuno di portare avanti le sue idee per poter ottenere il massimo dei risultati per la Basilicata.

Piero Lacorazza, Consigliere regionale

Piero Lacorazza, Consigliere regionale

Lacorazza lo ha detto esplicitamente: “no” a Mario Polese ricandidato Consigliere regionale, ma sì” a

Mario Polese segretario regionale garante dell’unità interna al PD, “ni” alla ricandidatura di Marcello Pittella a Presidente della Regione, “sì” ad essere soggetto che insieme allo stesso Pittella e al Segretario regionale dovrebbero fare uno sforzo per individuare una persona terza da candidare a Presidente. Lei che ne pensa?

Io penso che il Presidente Pittella deve continuare a lavorare per il bene della Basilicata. Non sarò io a deciderlo, non sarà Polese e non sarà Lacorazza, ma sarà il tavolo del centrosinistra a decidere quale possa essere il nome giusto. Mario Polese è segretario e Consigliere: ora deve lavorare per entrambe le cose, poi ciò che accadrà in autunno si vedrà. Non è che oggi si può dire che non deve fare l’una o l’altra cosa. Se avrà fatto un buon lavoro da segretario continuerà a fare il segretario, se avrà fatto bene da Consigliere continuerà  fare il consigliere. Per quanto riguarda il collega Lacorazza io credo che non solo lui, ma tutti insieme dobbiamo cercare di ricostruire il centrosinistra, e non toccherà certo al singolo consigliere, ma all’ intero tavolo decidere chi guiderà la coalizione di centrosinistra.

Ha nominato il tavolo del centrosinistra. Ma esiste, o è una fantasia di qualcuno? Si contesta che non ci sia, nella realtà

Diciamo che non è che oggi ci sia un tavolo definito del centrosinistra, ma il centrosinistra può essere allargato a chiunque abbia delle idee, dei valori che si presentano in sintonia con quelli del centrosinistra e quindi: sistema di welfare, sistema di sanità pubblica, guardare verso il mondo operaio. Quei settori che nell’ultimo periodo abbiamo trascurato ma che fanno parte del nostro elettorato e che vanno considerati parte attiva tra di noi. Quindi il tavolo di centrosinistra che è rappresentato dai partiti che stanno in maggioranza alla Regione, ma che può essere allargato anche ad altri soggetti che rappresentano il mondo della sinistra, che oggi non siedono allo stesso tavolo, ma che hanno voglia di partecipare

Vicenda elezione Presidente del Consiglio regionale. Lei era tra quelli favorevoli o sfavorevoli alla staffetta Mollica Pace in base agli accordi originari?

Io ho detto la mia al tavolo, nel senso che io ero anche per il rispetto di un accordo, perché quando si fa un accordo va rispettato. Poi, quando ci sta un partito che mi dice che quell’accordo può essere superato perché c’è da ricompattarlo, io mi attengo a quello che il partito mi dice di fare. Essendo un uomo di partito credo che la decisione giusta è stata quella che abbiamo adottato perché l’ha deciso il partito, per me ciò che decide il partito va bene.