Tutto si deciderà, in un modo o nell’altro, già alla prima votazione per l’elezione del Presidente del Consiglio regionale. Non si arriverà comunque al quarto scrutinio.

di Angelomauro Calza

A ben analizzare le notizie che si sono diffuse dopo che la Lega ha ufficializzato la designazione di Pasquale Cariello a Capogruppo in Consiglio regionale, ci si rende facilmente conto che la cosa ha ben poco a che vedere con la riconferma alla Presidenza dell’Assemblea di Carmine Cicala.

Il neo Capogruppo della Lega, Pasquale Cariello

Essì, perché Cariello, che per qualche tempo ha conteso più o meno tacitamente a Cicala la candidatura a Presidente, ha accettato, sì, di rappresentare il partito in Assemblea, rinunciando di fatto alla competizione per la Presidenza, ma si tratta appunto di una decisione tutta interna alla Lega. La Presidenza invece è questione che coinvolge i partiti della maggioranza, anche se per accordi precedenti pare si fosse all’epoca tutti concordi sulla rielezione dell’attuale Presidente. Quindi la quadra non si è ufficialmente ancora trovata. E come stanno allora le cose? Per ragionare su questo bisogna partire da un punto fermo: per le prime tre votazioni (segrete, si badi bene) per eleggere il Presidente occorre che un candidato ottenga la maggioranza qualificata dell’Assemblea, vale a dire 16 voti. Difficilissimo se non impossibile, per cui bisognerebbe poi attendere fino alla quarta votazione per poter eleggere un candidato con la maggioranza semplice, cioè 11 voti. Vabbè, e allora che problema c’è? Basta attendere. Ennò, non è così. C’è che quasi certamente non si arriverà alla quarta votazione. Per due possibili cause. La prima, quella più ottimistica, è che dopo la seconda votazione, se il candidato del centrodestra ha ottenuto per due volte i 13 voti che sono espressione di tutta la maggioranza, anche le opposizioni potrebbero decidere di votare il candidato all’insegna dell’essere figura istituzionale super parte, figura terza, ed espressione quindi di tutto il Consiglio, quindi non ci sarebbe bisogno della quarta votazione.

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

Il Presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicala

Ma… voi ci credete? Credete davvero che non si vada alla quarta votazione per questo motivo? Io no. Io penso che non ci si vada per la seconda opzione. Quella più politica, se vogliamo. Poniamo che alla prima votazione il candidato (in questo caso Carmine Cicala) non raggiunga i 13 voti. Che significato avrebbe il risultato dello spoglio? Un grande significato politico peraltro molto semplice: che la maggioranza non è coesa. Basterebbe anche un solo voto (quello di Baldassarre?) a minare la compattezza della coalizione. Ma a Baldassarre siamo sicuri che non si aggiunga qualcun altro, sempre ipoteticamente?

Il Consigliere forzista Franco Piro

Chi? Beh… Piro, per esempio. Sì, si dice che per lui è pronta l’elezione a Vice Presidente. Evvabbè, si dice, si ipotizza, qualcuno magari se lo augura pure, ma i rapporti tra lui e Cicala si sono ricomposti? O è ancora latente quella competizione venuta fuori in occasione delle votazioni per la designazione dei grandi elettori? In soldoni: siamo certi che Piro voterà per Cicala Presidente sapendo che potrebbe essere il suo vice? Oltre che per sua soddisfazione personale, per Lagonegro, avere il vice presidente vicario della Presidenza del consiglio regionale sarebbe risultato storico, ma Piro ci starebbe davvero? E’ una posizione dubbia, e se così fosse sarebbero almeno due i voti che mancherebbero alla maggioranza. E Massimo Zullino e Giovanni Vizziello? Accetterebbero di votare per Cicala dopo che per settimane hanno animato le discussioni interne ed esterne alla Lega? Accetterebbero all’improvviso una decisione praticando disciplina di partito e non rivendicando un ruolo quantomeno partecipativo alle decisioni? E il segretario Marti, a fronte di un primo esito della votazione che vedrebbe venir meno la compattezza della maggioranza, cosa farebbe? Sicuramente non potrebbe insistere su Cicala candidato: accertati i dissapori interni alla maggioranza e con il conforto (o sconforto?) dei numeri dello scrutinio si troverebbe costretto a ritirare la candidatura di Cicala: non sarebbe più rappresentativo della coalizione e non potrebbe svolgere un ruolo terzo. A quel punto sarebbe ancor più evidente la crisi politica che da mesi attanaglia la maggioranza ed ecco le ripercussioni sulla Giunta: dentro Cicala per compensazione, fuori un leghista da designare alla Presidenza.

Vincenzo Baldassarre

E Baldassarre? Alla fine un posto a lui Bardi dovrà pur trovarlo dopo che gli si è messo a disposizione incondizionatamente nel tentativo di risolvergli qualche problema. Intanto voci non confermate lo danno in movimento alla ricerca di voti che potrebbero consentirgli di tentare di essere eletto lui martedì alla Presidenza nel tentativo di indirizzare la politica regionale verso attività diverse dalle mere difese o conquiste di postazioni personali. Ecco, questa è la situazione e questo è il perché non si arriverà mai ad eleggere un Presidente del Consiglio regionale con 11 voti: non si riuscirà, in un modo o nell’altro, ad arrivare alla quarta votazione. Qualcuno dirà che si cono tanti modi, sia pur nel segreto dell’urna, per verificare chi ha votato e chi no, per scongiurare colpi di mano. Evvabbè, si sa da sempre, pratiche in uso da decenni, ma davvero lo si ritiene un deterrente? E una volta che pure si scopre chi non ha seguito le indicazioni di partito? Che si fa? Si minaccia di cacciarlo? Evvabbè, a quel punto se ne va da solo e comunque la maggioranza non reggerebbe. Il Bardi-quater, purtroppo o per fortuna, è alle porte. Salvo intese davvero solide delle ultime ore.

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