Intervista al rappresentante di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, specialista che opera in strutture private in Puglia, con alle spalle decine di pubblicazioni scientifiche. L’assessore sarebbe favorevole a salvaguardare gli ospedali dei territori.

di Angelomauro Calza

 

Giovanni Vizziello è, sì, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, ma è anche un medico, specialista in Ginecologia e Inseminazione artificiale di grande livello, conosciuto e stimato negli ambienti della ricerca, con decine di pubblicazioni scientifiche alle spalle.

Giovanni Vizziello tra la gente al mercato

Giovanni Vizziello tra la gente al mercato

Ha partecipato negli anni a una ventina di concorsi nella Sanità in Basilicata, senza mai vincerne uno. Vabbè, dirà qualcuno, si vede che non era abbastanza preparato. Sì, è vero: non era preparato abbastanza sul sistema (per le competenze parla il curriculum), non avrà trovato evidentemente una buona raccomandazione, di quelle che contano e che magari vengono condannate dai fatti e dai tribunali a distanza di decenni, quando le sentenze diventano inefficaci perché il raccomandato dell’epoca è ormai alle soglie della pensione. Attualmente esercita nel privato, fuori regione, a Bisceglie, in Puglia. Ed è stato eletto alla Regione in Basilicata l’anno scorso. Ora fa parte del gruppo di lavoro della maggioranza cui spetta il compito di ragionare e mettere a punto la nuova riforma del sistema sanitario lucano: ruolo tecnico-politico che gli consente (per il ruolo, ma soprattutto per le indiscusse competenze di merito) di chiacchierare per qualche minuto di una riforma aderente alle necessità dei territori, dei cittadini, dei costi e – infine – della politica.

Il suo pensiero sulla questione basilare della riforma: accentramento o decentramento?

Intanto iniziamo a dire che il documento presentato a Roma la scorsa settimana, che il Ministero ha ritenuto necessario di revisione, non era ancora maturo. Si era ancora in fase di discussione. Più forze politiche – si sa – avanzano diverse esigenze, che necessitano di una sintesi, e quel documento non era ancora a sintesi. Ecco perchè secondo me i tempi sono ancora prematuri. Poi che si voglia fare il più presto possibile è interesse di tutti. Quello che noi chiediamo è che insieme al Piano di riordino si generi anche il Piano Sanitario vero e proprio. Definire non solo i confini, quindi, ma anche i contenuti. Sapere esattamente – cosa che in questo momento non riesco a dire – il destino dei vari ospedali minori.

Ma allora ha ragione chi sostiene che andrebbe fatto prima un piano sanitario e poi procedere alla stesura della riforma?

Sì, certamente. Infatti molti di noi insistono su questo punto, che la cosa sia quantomeno simultanea: ridefinire i vertici, non solo in termini nominativi, ma proprio come organigramma, e nel contempo riempire il tutto di contenuti, cioè fare il Piano, altrimenti c’è il rischio che alla prima fase di riordino segua una definizione del Piano sanitario molto lento col risciho che venga approvato dopo diversi anni, cosa che nessuno di noi si augura.

A suo parere quanto è tenuto o sarà tenuto in considerazione nella stesura della Riforma il nostro sistema viario e di collegamenti infrastrutturali?

Donatella Merra

L’assessore alle Infrastrutture alla Regione Basilicata, Donatella Merra

L’aspetto infrastrutturale è per noi fondamentale per un funzionamento efficace del sistema. Se pensiamo alle reti, tu hai un hub e degli spoke in periferia che devono essere collegati perché ci sono patologie tempo-dipendenti, come un infarto, un ictus, patologie cerebrovascolari, che hanno dei tempi definiti che non possono risentire di ostacoli di tipo infrastrutturali. So che la Merra è molto sensibile a questo tipo di problematica e un concerto maggiore tra i due assessorati è fondamentale, perciò serve un po’ di tempo in più.

E il 118? Ambulanze ed elicotteri?

Sì, pensiamo anche ai tempi di arrivo delle ambulanze. L’elicottero è forse quello meno penalizzato

Sì, però non sempre può essere efficiente se pensiamo alle condizioni meteo soprattutto invernali, quando gli elicotteri non possono alzarsi in volo

Beh, sulle condizioni meteo noi non abbiamo potere, ma è evidente che in inverno e in particolari condizioni l’elicottero va sostituito con l’ambulanza

Quindi c’è forse bisogno di presidi meno depotenziati sul territorio?

Sicuramente, ma dobbiamo confrontarci con la realtà e anche con la realtà finanziaria. Non possiamo pensare di ritornare ad avere un ospedale per ogni paese e in ogni paese un ospedale completo. E’ uno scenario inimmaginabile, anche perché la sanità funziona se abbiano i numeri, ma se dobbiamo pensare a un ospedale di periferia che faccia una rivascolarizzazione ogni sei mesi non è un posto dove mandare un paziente critico. Noi dobbiamo pensare invece nell’ambito della strutturazione delle reti che sia l’equipe a spostarsi, non necessariamente il paziente

Ma questo comporterebbe problemi di assunzioni di personale specializzato

Certo. L’abbiamo messo in conto. E’ uno degli obiettivi

Ma quindi che si fa? si raddoppiano o triplicano le figure professionali? Potenza e Matera devono pur assicurare l’h24, o no?

Beh, sì, ma questo è un atto dovuto, quindi le risorse vanno comunque trovate. Non possiamo pensare che per mancanza di personale possa esserci un decesso ingiustificato, che poteva essere evitato. Ma questo non credo che sia un obiettivo difficile da raggiungere. Non necessariamente un raddoppio, comunque, perché le equipe anestesiologiche non devono circolare. Sono equipe che devono essere prevalentemente stanziali. Quelli che invece dovranno muoversi sono gli specialisti, quelli che fanno le rivascolarizzazioni, i chirurghi di urgenza. Non c’è bisogno di raddoppiare il personale, ma solo di implementarlo in maniera adeguata

Questo gruppo di studio, con figure espressione della maggioranza, che presenterà la proposta in Consiglio dove poi verrà discusso, da quante persone è composto?

Ho letto anche dai giornali tanti nomi, ma non ho conosciuto ancora tutti gli attori. Non ho conosciuto tutti quelli espressi, li conosco però di persona, sono professionisti seri e molto preparati

La curiosità era sul numero dei componenti

L’ingresso dell’Ospedale di Policoro

In buona sostanza ogni forza politica ha espresso almeno un consulente scientifico

Che ci sia tempi tecnici non proprio rapidi è giustificabilissimo vista la complessità e delicatezza della materia. Ha timore che la riforma non varata nell’imminenza delle elezioni di settembre possa essere strumentalizzata da qualcuno ai fini della campagna elettorale? In un senso o nell’altro, nel bene e nel male? Dalla destra, dalla sinistra o da tutte e due?

Sì, il rischio c’è. Però dal mio punto di vista tengo le due cose separate. Sicuramente l’impellenza di fare un Piano sanitario c’è, ma intersecarlo con le Amministrative per me deve avvenire solo per particolari congiunture di tempistica, altrimenti non vado a inseguire uno strumento così importante ai fini elettorali

Ma i tempi che lei ipotizza? O al gruppo di lavoro è già stato imposto un termine per concludere i lavori?

Qualche settimana per la prima bozza, pochi mesi mese per il varo definitivo. Un progetto ambizioso.

Quando si voterà quindi di sicuro la riforma non ci sarà ancora…

E’ probabile che non lo sia ancora. Ce la metteremo tutta per vararla prima, ma non perchè ci siano le elezioni, solo perché è importante che si faccia presto.

Beh, dopo dieci anni…

Certo

Non riesco però ancora a comprendere se è una amplificazione in qualche modo del Piano del 2017 o no…

un'ala dell'Ospedale di Chiaromonte

un’ala dell’Ospedale di Chiaromonte

Quel piano, che fu poi frutto di uno studio da parte di una Università, contiene degli spunti interessanti, però non è lui il nostro modello ispiratore. Noi vogliamo soprattutto potenziare il territorio. Questo soprattutto alla luce di quel che è accaduto con il Covid. Tutta la debolezza delle strutture sanitarie, dei sistemi sanitari soprattutto di altre regini, sono cadute sulla sanità territoriale. Noi vorremmo molto potenziarla attraverso ospedali di comunità, di infermieri di famiglia, della farmacia di servizio, che ho presentato come mozione. Ci sono novità molto importanti

Quindi, per certi versi, va nel senso cui accennavo prima? Pur con l’accentramento molte funzioni restano sul territorio?

Esatto. Non fare ospedali completi anche nei paesi piccoli però, attenzione.

Come si usa dire volgarmente “per non fare l’ospizio”, per non ridurre gli ospedali di periferie a ricovero per anziani?

E’ l’ultimo dei desideri. Interessa che ci possa essere assistenza per patologie minori che tendano a decongestionare i grossi ospedali e che i piccoli non diventino un ospizio.

Quindi quel che scrivevamo giorni fa sul San Carlo, che deve essere un ospedale di qualità e di eccellenza che non venga intasato da operazioni anche di un’unghia incarnita? Che l’unghia te la operi in periferia e invece un intervento a cuore aperto lo fai a Potenza?

Esattamente. E questo vale anche per Matera. A Matera non fanno attività h24 come dovrebbero, ma ci sono reparti che esistono sulla carta che hanno bisogno di essere rivitalizzati. Gli ospedali piccoli serviranno come ospedali di comunità serviranno soprattutto per potenziare attività ambulatoriale e specialistica che è fortemente in crisi su tutto il territorio regionale. Se iniziamo a pensare a tutta questa attività all’interno di un ospedale di paese abbiamo mille motivi di valorizzarlo.

Giovanni Vizziello a Rocco Leone

Giovanni Vizziello a Rocco Leone

Poi ci sarebbe da collegare il tutto a un discorso legato alla quasi istituenda Facoltà di Medicina…

Beh… questo potrebbe essere merce di baratto elettorale che a me non piace…

…e allora lasciamo stare il futuribile possibile. Ma di questo impianto che ha descritto, come lei immagina la riforma, ha già parlato con l’assessore Leone? Che ne pensa? Condivide almeno per linee generali il suo pensiero? o ci sono altre visioni?

In linea di massima concordiamo. Ripeto, soprattutto per il potenziamento del territorio e l’istituzione delle reti. Poi per altri aspetti c’è bisogno di discutere.

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