Ancora attese per i nomi dei candidati Governatore delle due principali coalizioni. Intanto sulla carta stampata continua la ridda di ipotesi, ma la sensazione è solo che si giochi una guerra di nervi tra le due coalizioni. Bardi resta attuale, Pittella è praticamente certo, spunta Piergiorgio Quarta per un Quinto Polo di ispirazine di sinistra. Intanto i funzionari di partito scalpitano preoccupati per i tempi sempre più ristretti per raccogliere le firme necessarie a presentare le liste.
di Angelomauro Calza
Come in una macchietta napoletana: E liev’t a camm’sella… A’ cammisella gnornò gnornò… …E allora dillo prima tu! …Ennò, dillo tu! … Eiià, dillo tu! No, prima tu… E nessuno lo dice. Né da destra né da sinistra esce fuori il nome del candidato Governatore. Ciascuno aspetta l’altro.
E ogni volta che è imminente che uno dei due lo riveli, ecco che l’altro pure si dà da fare per far sapere che è pronto pure lui. E poi nient
e. Va avanti così da settimane la scaramuccia tra le due coalizioni, e le difficoltà interne che vengono ogni vota addotte, celano anche un minimo di collegamento con la volontà di non scoprire per primi le carte, di tirar fuori “la Matta”, in questo sette e mezzo in cui nessuno dei partecipanti vuole sballare. I giornali sparano nomi ogni giorno diversi, facendo il gioco di chi invece è ben certo di essere candidato. Sono quotidiani, devono necessariamente scrivere ogni giorno, quindi è giusto che sia così: devono andare in edicola e rendere la prima pagina interessante, per cui un giorno il candidato è Bardi, il giorno dopo Cannizzaro, l’altro ancora Cicala o Di Ciommo.
E perché non Saraceno, allora? …Ci sta, ci sta… non ricordo chi lo ha scritto, ma ci sta pure lui. Per Angelomà, invece, il nome è rimasto sempre lo stesso: quello che per primi e per primo abbiamo dato, ed è il generale Vito Bardi e, checchè ne dicano tutti, resta ben saldo in pole position. La dichiarazione di Berlusconi a Porta a porta va ben letta e interpretata nel giusto modo. Lui ha dichiarato che “abbiamo indicato un candidato, lo abbiamo segnalato a Salvini e alla signora Meloni, ma gli uomini di Salvini hanno avuto reazioni non entusiaste sul nome”. Quindi non Salvini, ma “i suoi uomini”, alcuni, sicuramente lucani, hanno detto “no” al generale Bardi, che però, visto il silenzio di Berlusconi dopo i nuovi incontri, si può supporre resti il candidato più forte. Ma sono infondate o fondate le voci che si sono diffuse subito dopo Porta a porta, rafforzate rispetto a quelle simili, ma più latenti dei giorni scorsi di un possibile candidato leghista, più specificatamente il senatore Pasquale Pepe?
Qualche forzista ha anche azzardato: “Ma perché, eventualmente, candidare il senatore Pepe e non il senatore Moles? Del resto per accordi sottoscritti il candidato spetta a Forza Italia”.
Beh, se (tutto è sempre possibile!) dovesse essere stravolto l’accordo che fino all’altro ieri e da mesi è sempre stato considerato forte, blindato e inossidabile dai leader degli schieramenti in campo, facile ipotizzare una spaccatura del centrodestra che dovrebbe come conseguenza produrre l’effetto di una Lega che correrebbe da sola, come auspicato da sempre dall’ala più estremista del partito di Salvini. Potrebbe accadere? Alla domanda specifica di Angelomà la risposta dell’on. Marzio Liuni, commissario della Lega in Basilicata è lapidaria: “Escluso”! Onorevole, ma allora Bardi potrebbe rientrare? “Se lo dice lei…”. Vabbè, allora lo diciamo, ma non da tifosi: solo perché confortati dalla prima risposta del commissario, e perché sin dalla fine di novembre tutte le strade portavano a Bardi: perché non crederci ancora?
A fronte di questa ennesima dichiarazione di amorosi sensi tra le forze del centrodestra, ecco che il centrosinistra vive una crisi coniugale tanto all’apparenza insanabile, quanto verosimilmente finalizzata a prendere tempo per contarsi. Non pare esserci altro motivo (oltre quello iniziale di marcare stretto il centrodestra per quel che riguarda i tempi di annuncio del candidato governatore). La conferenza stampa del PD per annunciare il nome del candidato Governatore, annunciata e rinviata già un paio di volte, pare dovrebbe tenersi domani mattina. Così come pare che il nome che sarà annunciato, come il segreto di Pulcinella, lo sanno già tutti e sarà quello di Marcello Pittella. L’indiscrezione è che, a dispetto di alcune voci che circolano da tempo, è quasi certo che il candidato annunciato si presenterà con il simbolo del Partito Democratico. Ma perché si insiste su Pittella, nonostante le tante controindicazioni, malumori e chiare prese di posizione contrarie a livello locale e nazionale? Intanto perché a livello nazionale un segretario il PD non ce l’ha, ma ne ha almeno due potenziali, più un terzo incomodo che comunque – più del diplomatico Zingaretti – non vede di buon occhio il Pittella-Bis. Chi può offrire, allora, garanzie e sostegno a Pittella?
O, meglio, chi responsabilmente può dirgli di andare avanti o di rinunciare? A che titolo parlerebbe? Solo una posizione univoca sottoscritta da tutti e tre i candidati alla segreteria potrebbe far desistere Marcello Pittella dall’insistere sulla sua ricandidatura. O potrebbe incoraggiarlo ad andare avanti comunque vada perché sostenuto dal Partito. Tra le due… Marcello opterà per la seconda: andare avanti. Del resto se dissensi interni verso il suo nome ci sono… di chi è la colpa? Sua? La colpa di non aver potuto fare politica per sei mesi perché gli è stato impedito? O di chi per sei mesi avrebbe potuto prendere in mano il partito, gestirlo, guidarlo e individuare una figura alternativa a chi ora si contesta?
Ecco, queste le motivazioni dei sostenitori di Marcello Pittella che lasciamo alla libera interpretazione e al libero giudizio. Tornando alle voci: ne gira un’altra, che vedrebbe la nascita di un quinto polo, dopo il Movimento Cinquestelle con Antonio Mattia, LeU e Luci con Carmen Lasorella, il PD e centrosinistra pro Pittella-Bis e il Centrodestra. Sembrerebbe sempre secondo le voci al momento non confermate da nessuno dei diretti interessati (e perciò credibili) parrebbe che Basilicataprima, +Europa e l’ala Santarsiero del PD starebbero concertando una loro presenza in coalizione alle elezioni, con candidato presidente Piergiorgio Quarto, che porterebbe in dote un buon pacchetto di sostenitori soprattutto del mondo agricolo. Ipotesi, storielle, voci, indiscrezioni, malelingue: tutto è destinato a finire entro poche ore, quando giocoforza le carte dovranno scoprirsi e funzionari e simpatizzanti di partiti e coalizioni dovranno sguinzagliarsi “alla cecata”, correndo giorno e notte spasmodicamente per case, notai, Uffici comunali e quant’altro per riuscire a raccogliere le firme che servono a presentare liste e candidati. Alla fine le vere vittime di questa situazione, sotto un certo punto di vista, sono loro, e chi aspetta davvero che da un momento all’altro ci si decida sono proprio queste persone che più tempo passa… e meno ne hanno a disposizione per svolgere bene il loro compito. Certo, dopo tanta attesa, sarebbe una beffa se qualche candidato non venisse ammesso alla competizione elettorale del prossimo 24 marzo per difetti legati alla raccolta delle firme.