La nomina ad assessore alla Cultura nella Giunta materana dell’ex sottosegretario e uomo di fiducia di Franceschini lascia ipotizzare anche un disegno più ambizioso. Nuova lite Polese-Lacorazza: riusciranno a ritrovarsi ancora su un progetto all’interno del PD?

di Angelomauro Calza

De Ruggieri e D'Andrea (ph Sassilive.it)

De Ruggieri e D’Andrea (ph Sassilive.it)

Nel giro di poche ore le ipotesi legate ai movimenti del centrosinistra e della sinistra sino ad ora formulate si sono arricchite di nuove, intriganti opzioni. Abbondantemente detto e scritto di Carmen Lasorella, di Nicola Valluzzi, di Salvatore Adduce e di Carmela Suriano, altri scenari si sono aperti dopo la nomina della nuova Giunta comunale di Matera e dopo (… o già durante?) l’incontro che il gotha del Partito democratico lucano ha avuto a Roma con il segretario nazionale Maurizio Martina.

Andiamo con ordine. A far parte della nuova Giunta De Ruggieri è stato chiamato, insieme ad altri nomi espressione del PD, anche Giampaolo D’Andrea, ancora e sempre sulla breccia a livello di incarichi, ma da tempo defilato per quanto riguarda l’attivismo politico fatto di elaborazione di programmi e strategie di partito. La sua nomina pare che – a suo stesso dire – sia stata a livello di “parto precipitoso”, dalla sera alla mattina. Certo, accettare una sfida del genere riflettendo solo poche ore (forse anche meno, forse addirittura lo sapeva da prima di De Ruggieri se è vero quel che qualcuno maligna: al sindaco il suo nome potrebbe essere stato suggerito da quel Dario Franceschini che sin da quand’era Ministro conosce bene Matera e il suo sindaco) non è cosa da tutti, per tutti e di tutti i giorni. Potrebbe allora aver giocato in favore della sua accettazione, dopo un rapido calcolo, anche l’attuale situazione di attesa che vive il PD e il centrosinistra, legata ai noti fatti di cronaca giudiziaria, e a decisioni che spettano solo a Marcello Pittella. Cosa si vuole dire? O, meglio, cosa si vuole insinuare?

il segretario PD Mario Polese

il segretario PD Mario Polese

Semplicemente che non è da escludere che, nell’accettare l’impegno assessorile, l’ex sottosegretario abbia guardato con un occhio all’indiscusso prestigio di guidare una macchina che porti a Matera 2019, e con l’altro alla possibilità di essere lui, in chiave elezioni d’autunno (proprio grazie anche a questi pochi mesi “prestigiosi” che gli offrono la possibilità di ritornare da Roma in Basilicata e proprio in quella Matera che lo elesse Senatore della quattordicesima legislatura), l’elemento aggregante del PD e del centrosinistra dotato della giusta autorevolezza, delle ricercate doti di esperto, di provata militanza politica: come a dire “se cercate uno con queste caratteristiche da candidare a Governatore eccomi qua”. Dopotutto, al di là delle simpatie o antipatie personali che può suscitare, è indiscusso che Giampaolo D’Andrea sia apprezzatissimo da sempre a livello nazionale, più volte sottosegretario, un moderato mai toccato da gossip d’amore o malaffare, professore universitario e grande studioso di storia, che già nel passato è stato inquilino della Regione Basilicata come assessore alla programmazione, e in quanto a esperienza… ne ha da vendere: insomma, tutto può essere, perchè no? Intanto c’è da dire che Roberto Speranza sta intensificando il lavorio minuzioso, delicato e anche per certi versi improbo, di rimettere insieme tutti i pezzi della sinistra, responsabilmente conscio che da soli non si va da nessuna parte, anche se c’è da ribadire che il “soli” non è riferito tanto a LeU, quanto anche e soprattutto al PD. In quest’ottica c’è da dire che presto la coalizione di centrosinistra potrebbe arricchirsi di un nuovo soggetto, che potrebbe nascere dalle costole del Partito Democratico.

Piero Lacorazza

Piero Lacorazza

Niente di certo e niente di augurabile al partito che forse più di altri sta in questo periodo affrontando giorni difficili, ma il battibecco tra Polese e Lacorazza al cospetto di Maurizio Martina ripropone i ragionamenti del passato più volte indirizzati verso un “allontanamento volontario” del Presidente della Prima Commissione regionale dal Partito De

Carmela Suriano

Carmela Suriano

mocratico in evidente disaccordo con le linee politiche e programmatiche della maggioranza che lo governa. Chi ha seguito il dibattito interno al PD degli ultimi mesi sa bene che più volte il disaccordo tra Lacorazza e la maggioranza è stata cosa più che palese, le posizioni erano chiare e dichiarate, ed ogni volta però si sono trovate le ragioni dello stare insieme che hanno prevalso su quelle di un divorzio non consensuale. Stavolta la storia si ripete, ma le incomprensioni evidenziate davanti a Martina lasciano trasparire l’ennesimo momento di tensione tra Lacorazza e Polese. E dal divorzio cosa potrebbe eventualmente nascere? Un soggetto che racchiuda diverse espressioni della società, che abbia un forte riferimento agli ideali della sinistra, e che potrebbe avere come punto di riferimento in chiave elettorale una donna, come più volte dichiarato come valida alternativa al Pittella Bis? E chi? Una imprenditrice? E allora ritornerebbe forte il nome di Carmela Suriano? O una professionista giovane e preparata?

Vittoria Purtusiello

Vittoria Purtusiello

E allora potrebbe essere Vittoria Purtusiello, già nel passato candidata a ruoli di partito importanti? O, per esempio, andare a far parte del progetto che sta tentando di mettere in piedi Carmen Lasorella? Oppure un uomo? E chi? Quale che sia la soluzione, di certo c’è che sarà un soggetto politico che tenterà di sviluppare radici nel variopinto humus della società lucana e che resterà comunque in quel centrosinistra che dovrebbe comprendere il PD di Polese, la sinistra di Speranza e i centristi dei vari Galante, Pace e Mollica. Nel frattempo, però, si continua insieme, uniti in quel PD che attende gli sviluppi possibili, e spera che tutto sia più chiaro prima delle ferie d’agosto. Dopotutto la diatriba tra Polese e Lacorazza si fonda essenzialmente su buoni intenti per entrambi, sul fatto che tutti e due vogliono operare per raggiungere il meglio possibile del bene comune del PD e del centrosinistra: le incazzature reciproche riguardano solo il “come” farlo. Non è poco, certo, ma se si pensa e si guarda alla questione in questi termini tutto assume un aspetto molto più nobile e meno rissoso come qualcuno vorrebbe far credere.