Arte pubblica per rianimare la periferia della città dei Sassi. Tre artisti, per dieci giorni, sperimentano insieme agli abitanti come potrebbe rinascere il quartiere.
Inaugurazione delle opere performative e vernissage delle mostre MAAP – Fiera di Arte Pubblica Matera Venerdì 8 e Sabato 9 novembre dalle ore 18.00 Rione San Giacomo | Via Benedetto Croce,  7-11 | Matera

Sassi di Matera, di Argenzia Cristina Gallotta

Sassi di Matera, di Argenzia Cristina Gallotta

Dieci giorni di arte contemporanea nella periferia della città dei Sassi, con MAAP Fiera di Arte Pubblica Matera. Dall’1 al 10 novembre 2019, tre giovani artisti realizzeranno opere e installazioni site-specific in luoghi marginali e inusuali rispetto ai consueti spazi espositivi. In occasione di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, l’offerta di arte pubblica e il coinvolgimento della comunità suggeriscono nuovi modi per beneficiare di edifici e giardini oggi abbandonati.

Protagonista sarà il rione San Giacomo, quartiere periferico della città, legato alla vicenda dello sfollamento dei Sassi, che diventerà teatro di performance artistiche partecipate dagli stessi residenti.

La storia di questo luogo risale agli anni Settanta, quando gli abitanti di Matera vi furono trasferiti a seguito della legge speciale per il risanamento dei Sassi voluta da De Gasperi nel 1951 e promulgata l’anno successivo. Con questo provvedimento si imponeva alla popolazione di abbandonare le proprie case e di abitare i nuovi quartieri. Venivano così costruite le prime abitazioni, quelle di San Giacomo nello specifico isolate e circondate solamente da campi di grano. Nel tempo arrivarono le strade di collegamento al centro della città e dopo molti anni la chiesa. Fino ad allora, non potendo riunirsi altrove, la comunità di San Giacomo celebrava la messa all’interno di uno dei garage del rione. A causa dei disagi sofferti per il trasferimento forzato, tra gli sfollati vi fu chi decise di ritornare a vivere nelle prime case intraprendendo un nuovo viaggio verso i Sassi.

Il giardino San Giacomo

Il giardino San Giacomo

L’iniziativa intende far rinascere il rione San Giacomo attraverso l’arte partecipata, portando alla luce temi, emozioni e luoghi legati alle vicende storiche che lo hanno caratterizzato. Ideato dall’associazione no profit MAAP Atelier d’Arte Pubblica, impegnata nell’applicazione di metodologie artistiche nello spazio sociale per il benessere collettivo, l’evento si concretizza grazie alla vittoria della seconda edizione del bando Creative Living Lab promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dedicato proprio alla riqualificazione condivisa delle zone periferiche.

Con i patrocini del MiBACT, della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e del Comune di Matera, l’iniziativa prevede l’attivazione di dinamiche sociali, facilitate da pratiche artistiche. Tra gli obiettivi la valorizzazione del talento dei luoghi, di spazi ibridi e interstiziali, il cambiamento di destinazione di edifici dismessi o abbandonati e il riconoscimento delle abilità individuali degli abitanti.

ritratto David Scognamiglio

ritratto David Scognamiglio

I protagonisti. A Matera per MAAP Atelier d’Arte Pubblica scendono in campo nomi noti ed emergenti nell’ambito dell’arte contemporanea: David Scognamiglio, artista-architetto e light designer, Javier Reche Garay e Antonio Abatangelo, attori e danzatori, e Luis Gomez de Teran, chiamato il Caravaggio della street art. Saranno loro a coinvolgere gli abitanti in laboratori di co-progettazione per la realizzazione di strutture temporanee, video e murales, e dare vita a spettacoli teatrali.

Con un lavoro a più mani, artisti e cittadini rigenereranno alcuni luoghi simbolici del rione San Giacomo. Il giardino abbandonato tra le case popolari sarà animato con l’installazione di David Scognamiglio: un’architettura emotiva realizzata con una struttura in tubi innocenti, rivestita con dei teli bianchi, su cui sarà proiettato un video realizzato ad hoc. Quella stessa architettura ospiterà lo spettacolo teatrale di Javier Reche Garay, frutto di un laboratorio di teatro-danza che affronta temi sociali rimodulando lo spazio attraverso il corpo. La facciata di un palazzo in degrado si tingerà con nuove forme e colori grazie al murales di Luis Gomez de Teran.

Reche Garay, foto di Julio Sanz

Reche Garay, foto di Julio Sanz

La manifestazione culminerà nelle serate di venerdì 8 e sabato 9 novembre, a partire dalle ore 18.00, con l’inaugurazione delle installazioni e delle opere artistiche. Contestualmente si terrà anche il vernissage delle mostre allestite in alcuni garage privati, adibiti per l’occasione a speciali gallerie d’arte, in cui si potranno ammirare e acquistare oggetti d’arte. Tra le opere esposte vi sarà la Madonna dell’Umido di Luis Gomez de Teran, fino ad alcune settimane fa in mostra al Musma, Museo della Scultura Contemporanea di Matera. In programma incontri con esperti di arte pubblica, tra cui Pierluigi Molteni, architetto ed esperto di rigenerazione urbana, coinvolto nell’ideazione della manifestazione, nonché docente alla Scuola di Architettura e Ingegneria dell’Università di Bologna e allo IAAD, Istituto d’Arte Applicata e Design del capoluogo emiliano. Tra gli altri protagonisti anche l’Altrove Gallery, galleria d’arte nata nel contesto dell’Altrove Festival di Catanzaro, considerato dalla critica e dalle più autorevoli testate di settore come un punto di riferimento nel mondo della street art e della rigenerazione urbana, insieme a Draw The Line, Festival di street art di Campobasso e ai referenti di Pubblica, residenza d’arte urbana nell’ambito dell’associazione culturale Kill the Pig.

Luis Gomez de Teran_Madonna dell'Umido_presso MUSMA

Luis Gomez de Teran_Madonna dell’Umido_presso MUSMA

«Vogliamo ribaltare l’idea consueta delle fiere di arte contemporanea – spiega Stefania Dubla, fondatrice dell’associazione e curatrice dell’evento – trasferendo le esposizioni da lussuosi padiglioni asettici a luoghi con l’impronta della storia scalfita sulle pareti, che grazie all’arte vivono nuove modalità di fruizione. Nel quartiere popolare di San Giacomo – continua la curatrice – spazi pubblici e privati inutilizzati diventeranno sedi per workshop; aree verdi abbandonate faranno da scenografia alle proiezioni video e agli spettacoli teatrali; pareti senza intonaco e facciate di palazzi in degrado saranno convertite in opere d’arte a cielo aperto. Tutto questo sarà possibile grazie ad artisti esperti in pratiche di rigenerazione urbana e sociale. È prevista anche la partecipazione dei migranti ai laboratori di arte pubblica, coinvolti dalla cooperativa Il Sicomoro, project leader, per Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, dell’iniziativa Silent Academy sui temi dell’inclusione sociale attraverso la rigenerazione urbana ».

Tre i temi individuati da MAAP per guidare gli artisti nel concept delle opere: il margine, come condizione privilegiata di sincerità, semplicità e ricerca del dettaglio; il nomadismo, legato al viaggio imposto agli abitanti dei Sassi verso San Giacomo e a quello di ritorno ai luoghi originari; il sacro, come espressione emotiva di un linguaggio non decodificabile attraverso gli schemi della ragione. «Ogni luogo ha una sua spiritualità – chiarisce la curatrice – in virtù del segno lasciato dalla vita e dalla storia. Nell’area verde abbandonata di San Giacomo si è vista la possibilità di un’espressione celata, ricca di un passato e di bellezza. Il silenzio del distacco avvenuto stride con la vitalità del quartiere, racconta di un allontanamento imposto con lo sfollamento dei Sassi che il rione subisce ancora, pur sotto i riflettori dell’anno 2019. L’obiettivo di MAAP non è far urlare San Giacomo, ma sublimarne il silenzio, sacralizzandolo attraverso l’arte».