La Responsabile del Centro per l’Impiego di Matera si rifiuta di fornire alla stampa un dato numerico trincerandosi dietro la motivazione che è un dato che violerebbe la legge e mi invita a chiedere alla Regione… ma sa che quel che ha detto è in contrasto anche con l’Accesso Civico?

di Angelomauro Calza

 

Seeee…. hai voglia a insistere: il dato non siamo riusciti ad averlo. Quale? Semplicissimo: volevamo sapere dai Centri per l’Impiego di Potenza di Matera quanti fossero gli iscritti al collocamento con la qualifica di “fontaniere”. Ma se per Potenza la motivazione è stata che in assenza della Responsabile dell’Ufficio non potevano dare informazioni di questo tipo, per Matera la responsabile ci ha negato l’informazione adducendo motivi di violazione della privacy, nonostante avessimo più volte specificato che non chiedevamo elenchi, ma solo quanti fossero gli iscritti con questa qualifica. La stessa ci ha invitato a chiedere alla Regione. Presidente Bardi, ce lo fa sapere lei (a questo punto mi rivolgo direttamente al vertice della piramide) quanti sono a Potenza e Matera gli iscritti al collocamento con la qualifica di fontaniere? Due numeri sono. Sì, certamente, già ricevuto l’impegno dai suoi più stretti collaboratori, che ringraziamo. E però, per cortesia, glielo fa spiegare alla Responsabile in questione quali sono gli ambiti dell’applicazione della legge sulla privacy? Glielo chiedo sconceertato e sorpreso, perché continuo a domandarmi il motivo per cui un Responsabile di un Ufficio pubblico importante come un Centro per l’Impiego non mi abbia suggerito per esempio la strada dell’Accesso Civico Semplice o Generalizzato. Saprà la Responsabile di cosa parliamo? Lo sa che chiunque può richiedere documenti, dati o informazioni che le amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicare nella sezione “Amministrazione trasparente” dei propri siti istituzionali, nei casi in cui (come questo) gli stessi non siano stati pubblicati? Non viene suggerita questa strada come pratica agli utentiin maniera abituale, o ci sono capitato io per caso e per sfortuna? Perchè ci si trincera dietro a una presunta possibile violazione della privacy? Una scusa? Un modo sbrigativo di liquidare un giornalista fastidioso? Boh?… Vabbè, come disse Amatore Sciesa, “tiremm’ innanz’”, siamo lucani. Però spieghiamo il motivo della richiesta: il concorso a dieci posti per “fontaniere” indetto dall’Arlab il 6 settembre scorso, di cui abbiamo dato notizia nell’articolo di questa mattina ( leggi qua https://www.angeloma.it/news/lacqua-lucana-da-da-bere-e-da-mangiare/), che volevamo fosse più completo. Già all’epoca cercammo di capire come si diventa “fontanieri”, come si consegue la qualifica, e ci interrogammo su quante fossero queste figure in Basilicata, perchè uno dei requisiti del bando era ed è chiaro: punto i) iscrizione con la qualifica di Fontaniere/Addetto al servizio idrico integrato1 negli elenchi anagrafici di uno dei Centri o sub centri per l’Impiego della regione Basilicata. Uno dice: vabbè, ma che ti importa? Niente di che: mi importa solo perché a quanto pare sono pervenute circa 300 domande per andare a ricoprire un ruolo specifico all’interno dell’organigramma dell’Ente, e 300 fontanieri sembrano eccessivi per una piccola regione come la Basilicata. Cercando su Internet abbiamo trovato una sola traccia, un solo elemento che riporti al rilascio della qualifica di fontaniere: un avviso della società Evolutioncisf di offerta formativa per il conseguimento della qualifica.

La privacy non è “componibile”

L’attività è ancora in corso e hanno aderito una quindicina di persone in possesso dei requisiti previsti per il “Piano Gol”. Ribadiamo: 15! E ancora da formare, non in possesso del requisito alla scadenza del bando. Resta da chiarire se e quante iniziative formative analoghe sono state realizzate nel passato, non siamo riusciti a trovare altro in rete, ma ovviamente non si può escludere che altri interventi formativi per il conseguimento della qualifica siano stati effettuati. Resta che – scartate le domande di quelli non in possesso dei requisiti – speriamo ne restino almeno 10, perchè 300 appaiono eccessivi, anche se sarebbero più che necessari per arginare le perdite di una regione che fa acqua da tutte le parti, soprattutto sulla conoscenza della legge sulla privacy, che è cosa ben strutturata e non un concetto componibile acquistato all’Ikea.

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