Quattro giorni da degente: personale validissimo, ma insufficiente, elettrocardiografi da aggiustare, pasti poco invitanti. Il Direttore generale si impegna ad affrontare e risolvere i problemi. E anche fare la cacca e lavarsi nel bidet sarà di nuovo una cosa intima. Anche il Quotidiano del Sud oggi in edicola ospita la stessa intervista

 

di Angelomauro Calza

 

Essì, sono stato qualche giorno in ospedale, al San Carlo di Potenza, da ricoverato in Cardiologia per risolvere problemi cardiaci. Che ci cuoi fare? Il giornalista è giornalista e così dal letto del reparto osservavo, riflettevo, consideravo. Personale che incolpevolmente si trova a fare i conti con critiche a volte ingiuste da parte di pazienti…spazientiti (giustamente), macchinari che fanno capricci, operatori sanitari di tutti i livelli, dai medici agli infermieri agli Oss spesso visibilmente stanchi, ma animati da grande passione e professionalità che sopperiscono alla carenza di forza lavoro. E poi il cibo: che colpa ne hanno i Reparti se il cibo somministrato non incontra il gradimento dei degenti perché è cucinato a venti chilometri di distanza e poi scuoce perchè trasportato in recipienti di plastica per alimenti? E la cacca? Come la fai la cacca con la porta aperta? Ecco, queste cose che ho notato e su cui ho riflettuto le ho rappresentate al Direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, che ha risposto a tutto assumendo anche alcuni impegni.

Il DG dell’Ospedale San Carlo, Giuseppe Spera

Direttore Spera, innanzitutto complimenti per la professionalità e l’attenzione del personale verso i pazienti . Sia in cardiologia che in emodinamica che in sala operatoria. Sento di esprimere grande soddisfazione, perchè si percepisce la passione che riversano nel trattamento dei degenti considerandole persone. Però, dopo questo doveroso preambolo, da degente-osservatore le voglio raccontare alcune cose e farle qualche domanda. Per esempio, ho notato tanta stanchezza negli operatori. Io ho il dubbio che non siano sufficienti per fronteggiare con la dovuta serenità la mole di lavoro quotidiano.

Lei è stato nostro ospite in in una delle strutture che stanno ampliando tantissimo l’attività. Il dipartimento di cardiochirurgia e cardiologia nell’ultimo anno e mezzo lo abbiamo potenziato molto e sta avendo una crescita nell’attrattività non solo dalla nostra provincia, ma anche da quella di Matera e soprattutto da altre regioni. Questo ha reso necessario aumentare anche disponibilità di spazi e di posti letto, perché la risposta che dobbiamo dare è una risposta importante non soltanto nell’urgenza, come è normale, ma anche nella programmazione.

Quindi arriverà altro personale? Io ho visto sabato in tutta la giornata un solo medico e quattro infermieri per turno per 41 pazienti nel reparto. E’ ovvio che alla fine il personale alla fine è stanco. E’ previsto un potenziamento di medici, infermieri e Oss?

Saranno tutti potenziati. Per i cardiologi abbiamo già fatto un potenziamento con un concorso unico regionale e siamo arrivati a circa quaranta specialisti, quindi un numero già abbastanza importante, ma saranno ulteriormente potenziati, perché sarà rifatto il concorso in quanto sono figure trasversali, molto impegnate anche – per esempio – nella consulenza in altri reparti. Abbiamo riaperto anche la Cardiologia a Villa d’Agri, quindi anche lì nuovi cardiologi. Per infermieri e Oss, oggi sono sovraccarichi perché il reparto è sempre pieno e in più abbiamo dovuto anche ampliarlo. Abbiamo usato le strade possibili per gli infermieri, ricorrendo alle stabilizzazioni e alla mobilità. Stiamo ora aspettando il concorso che l’Asp sta chiudendo. Dalle notizie che abbiamo nel mese di marzo sono programmati tutti i colloqui che finiranno ai principi di aprile con la pubblicazione delle graduatorie e da lì attingeremo ulteriore 50 per cento di personale che ad oggi non è possibile recuperare.

Restano a questo punto gli OSS che per chi non lo sapesse è l’acronimo di Operatore Socio Sanitario

Beh, gli OSS effettivamente rappresentano la maggiore criticità. Abbiamo fatto già il concorso, abbiamo ricevuto circa 6.000 domande. Si è fatta la gara per organizzare la logistica, si cerca una struttura abbastanza grande da poter ospitare tutti i concorrenti, anche fuori regione

Quando si parla di concorsi con procedure avviate si presuppone che i tempi non siano così brevi

No, per quel che riguarda gli infermieri, come dicevo, i tempi non sono lunghi, le prime assunzioni ai primi di aprile. Per gli Oss, i tempi sono un tantino più dilatati, ma abbiamo fatto la gara per evitare più turnazioni della prova, tenendo il concorso in una unica giornata, anche a costo di utilizzare sedi dislocate in tutta Italia. Confido che nel giro di qualche mese riusciamo a completare anche questo concorso.

Direttore, ora tre piccole cose, che io da paziente ho notato e che i pazienti notano. Parto da quella più importante ed evidente: Il vitto. Non parliamo di qualità, non voglio farlo perché non in grado di valutarla, ma voglio parlarle della prima cosa che balza agli occhi: l’aspetto dei piatti. Lei ha visto anche la foto che le ho inviato in privato, che raffigura una incredibile frittata che di sicuro sembra altro. Io il cibo somministrato ai degenti non l’ho provato per quattro giorni, solo a guardarlo mi è venuto difficile mangiarlo, ma la cosa che fa pensare è che c’è un grande spreco. Per quel che ho visto tanti pazienti questi pasti non li mangiavano e non li mangiano, e i vassoi vengono ritirati così come sono stati serviti. Questo forse è determinato dal fatto che i pasti provengono da fuori, mi dicono da Tito Scalo, e quindi arrivando in contenitori di plastica sigillati con pellicola trasparente che io non metto in dubbio che sia per alimenti, ci mancherebbe, non invitano al loro consumo. Sinceramente presentare un piatto con una pastina in brodo cucinata a 20 chilometri di distanza, con la pellicola tersa di goccioline di vapore acqueo che impediscono la vista dall’esterno, sicuramente molto scotta… beh non è il massimo. So che l’esternalizzazione è precedente al suo arrivo, ma può rendersi conto di quanto sia antipatico per i pazienti mangiare questi pasti

Come diceva lei, questa è una cosa che ho trovato già fatta, ma non dico che non sia una mia responsabilità. Il discorso dei pasti è una difficoltà importante. Le cucine sono state dismesse e si sa che una volta dismesse diventa difficile ripristinarle per tutte una serie di regole da rispettare. Inoltre il Padiglione A, dove erano dislocate le cucine dell’Ospedale, è destinato alla demolizione perché è un padiglione costruito prima del terremoto e quindi va demolito e ricostruito. Oggi gli spazi per realizzare una cucina non ci sono. L’intenzione è di trovare comunque una soluzione. Gli standard legati alla conservazione e trasporto dei cibi sono però rispettati. Chiaramente non è la stessa cosa di avere una cucina in loco. Cercheremo di trovare una soluzione.

Però io una promessa gliela vorrei strappare: per evitare di pensare che si dicano cose esagerate, ci promette di andare tra oggi e domani, a sorpresa, in un qualche reparto (anche più di uno) a ora di pranzo e di prendere un vassoio e mangiare i pasti insieme con i degenti? E poi ci esprime un giudizio?

Certo, gliela faccio, ci vado e le mando anche qualche foto

Il Padiglione A, dove erano le cucine, ora in procinto di essere demolito e ricostruito

D’accordo, ci contiamo allora. Seconda segnalazione. Io non so quanti siano gli elettrocardiografi in dotazione al reparto, ma a me è capitato di dover dare una mano all’operatore per far funzionare la macchina. In pratica io scuotevo i fili dei cavetti di collegamento con gli elettrodi e l’operatore stava attento all’ecocardiografo: appena usciva la lucetta verde io mi bloccavo e lui procedeva a fare l’elettrocardiogramma. E’ capitato con due diverse apparecchiature, entrambe con lo stesso difetto. Che dice, è arrivato il momento di sostituirle stè macchine?

Guardi io il caso specifico lo verificherò, se è un problema di cavetti da sostituire o di nuovi elettrocardiografi da acquistare. Però stiamo portando avanti una campagna di rinnovamento delle tecnologie che non ha precedenti negli ultimi decenni. Abbiamo sostituito tutte le diagnostiche di radiologia, abbiamo comprato le TAC nuove su tutti i presidi, si sta installando la risonanza magnetica, i nuovi angiografi per la neuroradiologia e anche per la cardiologia, lei avrà sicuramente fatto il trattamento in emodinamica con un angiografo nuovo, sono stati comprati i telecomandati, sono stati comprati nuova risonanza magnetica, gli ecografi, la stessa cardiologia ha degli ecografi nuovi comprati adesso…

Evvabbè, e allora possiamo assicurare che fatte le verifiche se dovesse trattarsi di cavetti malfunzionanti si comprano velocemente, no? Si impegna a farlo?

Ma assolutamente. Peraltro credo sia in corso anche la gara per l’acquisto di altri elettrocardiografi che per di più è la tecnologia meno costosa tra tutte quelle che le ho citato, quindi ci mancherebbe, risolviamo.

Una ultimissima cosa, che sembra banale o pretestuosa (ma non lo è), e che veramente può risolvere in pochissimi giorni. I bagni. Non si discute la pulizia né la necessità che per questioni di sicurezza i bagni non possano essere chiusi a chiave, ché se qualcuno si chiude e poi si sente male so’ problemi seri. Però che i bagni siano stati messi in sicurezza infilando delle viti nella serratura, per cui la porta resta aperta sempre, pure mentre uno sta sulla tazza o mentre si lava nel bidet… beh, mi pare che un minimo di intimità, almeno in certi momenti, alla persona vada garantita, o no? Io personalmente sono andato in bagno a casa, dopo quattro giorni, perchè in ospedale proprio non sono riuscito…

Le confesso che non so come sono i bagni in cardiologia

Io le parlo di cardiologia, ma non vorrei che fosse prassi diffusa

Guardi faccio verificare subito, è una cosa veramente che non sapevo

Va bene, allora, faccia le sue verifiche

Cioè, lei mi dice che allo stato attuale non si può chiudere? Non a chiave dico, non si può chiudere proprio fisicamente?

Sì, non si può chiudere. Mi è stato detto che si è reso necessario per motivi di sicurezza. Mò io dico che magari rendere possibile la chiusura della porta e montare un aggeggio che faccia risultare se il bagno è libero o è occupato, apposto all’esterno, senza la possibilità di chiudersi a chiave dall’interno non sia un intervento costosissimo, o no? Un minimo di privacy in certi momenti ci vuole, o no?

Vabbè, questo lo faccio verificare. Sicuramente. Ha ragione. Ha perfettamente ragione. Certe volte si pensa al grande e si trascura il particolare.

Direttore, non prenda le cose che le ho detto come critica, ma come segnalazioni e come stimolo (mò ci vuole…) a migliorare complessivamente il sistema

Io la ringrazio. Guardi il San Carlo e l’Azienda ospedaliera sono un bene di tutti e se la filosofia è quella di dare uno spunto per migliorare non è una critica. E’ una macchina molto complessa, si estende su cinque presidi, con 2.700 dipendenti, con 14.000 tecnologie stiamo parlando di numeri notevoli. Ogni occhio se è un occhio positivo per migliorare è un occhio che ci fa gioco.

Quindi in conclusione possiamo dire che tutto quel che riguarda il vitto, il malfunzionamento di alcuni macchinari, queste piccole cose, il personale, in parte erano già all’attenzione del Direttore generale, altre gliele abbiamo dette, quindi ora non può dire di non sapere e dobbiamo solo attendere, o no?

Perfetto. Perfetto. Sarà sicuramente così.

 

 

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