L’ultima sulle vicende legate all’Academy. Avevano iniziato così: leggi qua l’articolo del primo aprile  e oggi siamo a questo. La nota integrale di Enzo Acito

di Enzo Acito*

 

Devo necessariamente tornare sul tema, non per accanimento terapeutico o per un’inesistente fissazione monotematica, ma solo per rispondere ad un impegno preso di leggere le carte e divulgarne il contenuto. La giunta regionale adotta il 27 ottobre scorso la delibera con cui approva il progetto attuativo della Academy nell’ Hub di San Rocco. Siamo in piena campagna elettorale ed ogni proclama ha il suo valore comunicativo per mettersi medaglie e prendere meriti ereditati grazie al lavoro altrui; non vorrei commettere lo stesso errore e quindi mi attengo ai contenuti senza alcuna ricerca di riconoscenza postuma. Ho letto le carte, la delibera ed i tre allegati e, purtroppo, il sospetto è diventato realtà. Sono documenti che scrivono, o meglio avrebbero dovuto scrivere, la visione di futuro, di sviluppo, di strategie proiettate alla ricerca delle soluzioni per la riduzione dell’emorragia dei cervelli, per la lotta alla desertificazione delle aree interne, per aiutare il sistema di micro e piccole imprese regionali, per il futuro economico della regione; tutto questo in una delibera vi chiederete? È una delibera che scolpisce un metodo di approccio, che ricalca tristemente i criteri sinora adottati e che hanno portato a risultati di esodi e di debolezza economiche che sono sotto gli occhi di tutti. Nel percorso travagliato della Academy si scontrano due mondi, due metodi opposti per costruire il futuro: il primo si rivolge al mercato internazionale per mutuare iniziative di successo che si sono verificate in altre parti del mondo, il secondo punta alla soluzione autarchica con il motto “abbiamo la nostra struttura regionale non abbiamo bisogno degli altri”. La ricerca del gestore mediante un bando comunitario sarebbe servito per coinvolgere soggetti che hanno dimostrato successi in altre realtà, mutuarne le esperienze, chiederne di raggiungere i risultati con un piano industriale credibile per dimostrare che dopo tre anni l’ iniziativa non si ferma, che sa camminare come una vera e propria impresa, che crea nuove imprese locali mettendo a rete gli allievi dell’ Academy con i ragazzi lucani formati dal sistema universitario e scolastico regionali, che accompagna l’ingresso delle nuove figure professionali nelle imprese locali esistenti. La garanzia di successo sarebbe stato nel contratto che  la Regione ed il soggetto individuato dal bando pubblico avrebbero sottoscritto, con tanto di penali per il mancato raggiungimento degli obiettivi;   quindi una garanzia anche per avere certezza di risultati dopo aver speso soldi pubblici; invece la regione non espleta il bando comunitario,  delega Sviluppo Basilicata come soggetto gestore affidandole la cifra complessiva, per tre anni,  di € 1.425.000, somma depurata dagli assegni per le borse di studio per gli allievi  (€ 1.215.000) ed il fitto da pagare a favore del comune di Matera per essere ospitati nell’ Hub di San Rocco (€ 360.000); dagli atti risulta che ci sarà una manifestazione di interesse con cui individuare big players per la co-partecipazione alla Academy nell’hub di San Rocco; emergono più criticità: la co-partecipazione dei big players è a titolo gratuito; ci chiediamo: qual è il vantaggio dei big players di mettere a disposizione le proprie figure manageriali per fare formazione? Solo quella di formare figure professionali,  le cui borse sono pagate dalla regione, per assorbirle nella propria azienda, molto probabilmente con sedi sparse al di fuori del territorio regionale, non risolvendo, quindi,  anzi dilatando ulteriormente la piaga dell’ esodo dei cervelli; i big players non svolgeranno alcun ruolo strategico di sviluppo, non saranno il cervello dell’iniziativa, ruolo assegnato a  Sviluppo Basilicata; dietro la gratuita della prestazione del big players si nasconde la impossibilità di chiedere il rispetto degli impegni come favorire la nascita di nuove imprese locali, come essere garantiti che,  dopo l’esaurimento  delle risorse pubbliche assegnate, il progetto continui, come essere sicuri che l’ Academy diventi un motore di sviluppo e non un semplice corso di formazione. Come se ne sentissimo la mancanza! Questa la differenza sostanziale che passa attraverso la pubblicazione o meno del bando comunitario per individuare il cervello; con la delibera approvata non si va sul mercato per coinvolgere competenze ed esperienze che hanno dimostrato successo in altri ambiti internazionali; la scelta è andata verso Sviluppo Basilicata che non ci risulta abbia mai operato o gestito processi complessi come quello che l’Academy mette in moto. È un ulteriore scontro tra futuro prossimo e passato remoto. Anche questa volta il “sarà” ha miseramente perso.

*Enzo Acito – Ex consigliere regionale