Se il candidato Presidente deve essere di Forza Italia, ma gli alleati pongono il veto sull’uscente, allora anche l’ex assessore materano ha chance

di Angelomauro Calza

 

E’ vero e i fatti lo stanno dimostrando: per Forza Italia il candidato residente dovrà essere Vito Bardi. Una reinvestitura ragionata e soprattutto gratificante del lavoro svolto sino ad ora dall’ex generale della Guardia di Finanza. Un po’ come accadde per l’Ordine della Giarrettiera, con Bardi che potrebbe scivolare dalla Regione per volere altrui e il partito che aiuta la Regione stessa a reindossarlo, senza alcuno scandalo: “honi soi qui mal y pense”, appunto. E allora, se chi ne pensa male deve essere vituperato… beh, che resti dove sta. Per ora.

Vito Bardi

Il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi

Essì, perchè pur senza vituperi parrebbe che gli alleati, con o senza giarrettiera, Bardi non lo rivogliono sul ponte di comando di via Verrastro. E, se così è (come del resto è) i dubbi sorgono legittimi. Gli alleati non vogliono solo Bardi o anche un forzista? Se il “niet” fosse totale, non solo si innescherebbe una competizione tra Lega e Fratelli d’Italia per chi tra i due dovrebbe indicare il candidato Presidente, Ma probabilmente si darebbe il “la” alla nascita di un vero terzo polo moderato, con la possibile fuoriuscita di buona parte degli attuali azzurri dalla coalizione, capeggiati dallo stesso Bardi, per tentare la via del dialogo e della collaborazione con soggetti che non hanno mai fatto mistero di stare dalla parte del Presidente più della coalizione di maggioranza. Ma è produttivo per il centrodestra fantumare un’alleanza che ha consentito di sconfiggere il partito-regine dopo decenni di dominio e predominio? O il diniego sarebbe solo sulla persona? Solo sul Presidente?

Franco Cupparo

Così non verrebbe intaccata la prerogativa di Forza Italia di indicare il candidato Presidente e la coalizione sarebbe salva, no? Beh, possibilissimo, realistico, verosimile. Ma chi, a quel punto, potrebbe essere indicato? Ci sono voci diverse, che arrivano persino a indicare nell’ex assessore Franco Cupparo il possibile candidato alla successione, anche se lui si dice non interessato perché l’interesse primario da qualche mese è quello del ritorno pieno all’imprenditoria. Ma ci sono anche altri nomi, anche di ex sottosegretari, di ex parlamentari, di ex… ecco: “ex”. Questo è il suffisso magico: “ex”. Che in questo caso potrebbe avere due significati: oltre a quello classico, di copertura di incarichi trascorsi, anche la traduzione “da” potrebbe andar bene. Nel senso: da chi verrebbe l’indicazione? Ex Bardi. Essi. Perché, secondo voi, nel caso, è ardito pensare che Bardi, a titolo quantomeno di risarcimento morale, possa chiedere, così come fece Marcello Pittella nel 2018, imponendo Carlo Trerotola, di essere lui a indicare il nome? E il partito potrebbe mai negargli questa richiesta? Beh… su questo pure nutriamo dubbi. Quel che ronza nella testa è un pappatacio che ronza, frulla e brusisce: “acitoacitoacitoacito” sembra dire.

Enzo Acito

Essì. Enzo Acito, ex Consigliere, ex assessore, ma sempre uomo di fiducia stimato da Bardi. L’ingegnere materano, del resto, le qualità per ricoprire il ruolo le ha, le doti mediatorie gli sono riconosciute come indiscusse, è di Matera, quindi verrebbe risolta anche la questione della rappresentanza territoriale, cosa vuoi di più dalla vita? Ah, sì: è lucano! E la giarrettiera, senza alcuno scandalo, sarebbe reindossata sotto la veste buona della Regione Basilicata. O Bardi riuscirà a capovolgere gli esiti della battaglia, come accadde a Midway nel ’42?

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