Salvini non ci sta: si ritroverebbe senza postazioni prima del voto di giugno. Galella in pole per il Comune di Potenza.

di Angelomauro Calza

Bardi deve fare presto. E’ nel suo interesse fissare prima possibile la data delle elezioni. Magari prima della visita di Salvini, il prossimo 9 febbraio, o, più verosimilmente, subito dopo, il 12 mattina, data limite per votare il 14 aprile, anche se potrebbe anche stabilire il 21. Di certo non può pensare al 28 febbraio poiché la scadenza per la presentazione delle liste cadrebbe a Pasqua, nè alla domenica successiva (la prima di maggio) perché si sarebbe già ad inizio campagna elettorale per l’Europa. E perché mai, si chiede qualcuno, dovrebbe fare presto?

Alessandro Galella

Beh, per non sciupare il vantaggio che ha sia per la contingenza del momento fatta di convergenza tra Fdi e FI a Roma, compresa la candidatura di Alessandro Galella a sindaco di Potenza, sia per gli effetti del bonus acqua, che oggi è per Bardi un punto di forza ed elemento di gradimento tra i lucani, domani potrebbe non esserlo più. E, fattore importante, una sollecita definizione della data del voto aumenterebbe le possibilità (che a onor del vero sono ritornate alte nelle ultime ore) di una ricandidatura di Vito Bardi, dando sostanza alle sue ultime dichiarazioni in cui si diceva tranquillo in questo senso. Ma se davvero le cose dovessero andare così? Se Bardi sarà tra pochi giorni di nuovo il candidato Presidente del centrodestra?

Matteo Salvini a Picerno

Avverrà nella coalizione tutto in serenità e condivisione? Forse non proprio, visti i mugugni di Salvini e della Lega e le recenti prese di posizione di Noi Moderati. Secondo molti questa soluzione non aiuterebbe la compattezza del centrodestra e favorirebbe la costituzione di un fronte unico del centrosinistra, anche perché se da una parte si registrano prove di flirt tra Marcello Pittella e la Lega, osteggiato da buona parte di Fratelli d’Italia, con Bardi candidato verrebbero definitivamente meno da parte dell’esponente di Azione le ragioni di una intesa, e per di più a lui si aggiungerebbe anche quella parte di Italia Viva che da mesi copula infedelmente sia con il centrodestra che con il centrosinistra. Sì, in Sicilia, in questi casi, si dice che “è matrimonio di pupi: sugnu di legnu e nun ponnu figliari”, ma ci sta chi invece il matrimonio vuole che riesca e che produca pure tanti figli. Di certo il possibile Bardi-bis creerebbe non poche tensioni tra Salvini e gli alleati, che si troverebbero a dover fronteggiare una seria complicazione nei rapporti di coalizione. Con la Basilicata a Forza Italia, in aggiunta a Sicilia, Calabria e Molise, con la Sardegna già ceduta alla Meloni, il centrodestra si presenterebbe alle Europee con due postazioni a testa per Fratelli d’Italia e Forza Italia: la Lega non avrebbe nessun candidato Presidente prima del voto di giugno e scomparirebbe dalle rappresentazioni geopolitiche del Sud Italia. Per Salvini una doppia batosta: subirebbe una mortificazione territoriale e una cocente umiliazione politica. Sarebbe, per il bene della tenuta della coalizione, disposto ad accettare una siffatta situazione? E – soprattutto – la desiderano gli alleati? Si deciderà tutto all’ultimo momento al tavolo nazionale del centrodestra.

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