Ritorna al lavoro politico come commissario della provincia pugliese. Santarsiero e Lacorazza difendono la Regina che in molti vorrebbero si presentasse dimissionario all’assise regionale. Le intese con i Cinquestelle.

di Angelomauro Calza

 

Non ci sarà Vito De Filippo alla Direzione regionale del Partito Democratico in programma la prossima settimana. O forse sì.

Vito De Filippo

Vito De Filippo

Le voci contrastanti non hanno purtroppo potuto trovare conferma o smentita dal diretto interessato, che evidentemente segnato dallo shock patito il 25 settembre, è irraggiungibile. Shock che si aggiunge a shock? Vale a dire, a quello della sua non elezione si aggiunge il risultato poco lusinghiero del partito? Nonostante l’entusiasmo espresso sui social nel contempo incontenibile e ingiustificato del segretario Raffaele La Regina? Si parla di un Vito De Filippo disinteressato al momento ai fatti politici della Basilicata e del PD lucano, che preferisce rivolgere l’attenzione a quelli che sono i suoi rapporti e interessi nazionali, dando impulso alla sua attività di commissario del partito nella provincia di Bat (per chi ama definizioni anglofone: “Bat-man”).

Il Segretario regionale PD, Raffaele La Regina

Il suo silenzio post-risultati dice molto di più di quel che avrebbe potuto dire lui se avesse deciso di parlare, ma qualcuno sottolinea come siano stati risultati soddisfacenti quelli ottenuti là dove il partito era ben rappresentato e ha lavorato, e portano come esempio il raffronto tra Gallicchio e Scanzano Jonico: il PD ha ottenuto al Senato 163 voti a Gallicchio su circa 400 votanti, a Scanzano poco più di 250 voti su circa 3.000 votanti. Vabbè, sono numeri, indicazioni, ma anche fenomeni locali che influiscono. Fatto sta che anche De Filippo non deve avere rapporti distesi con La Regina, reo di aver peccato di sostanziale ingenuità, lasciandosi sedurre dalle sirene lettiane di entrare a far parte di quel Parlamento dove probabilmente, se fossero state fatte scelte diverse, ora siederebbero sia Vito De Filippo che Marcello Pittella. E pare che lo stesso De Filippo non sia stato molto contento della soluzione finale adottata da Letta: si aspettava una candidatura alla Camera insieme ad un nome forte al Senato con cui fare coppia d’attacco, e Pittella sembrava essere la soluzione ideale, che pare aver tentato inutilmente di sostenere.

Marcello_Pittella

Attenzione, però: sbaglia e anche di grosso chi nel calcolare un possibile risultato andasse semplicemente a sommare i voti dell’uno con quelli dell’altro: non è realistica come ipotesi. Ai voti di De Filippo vanno sommati i voti di Marcello Pittella però edulcorati da quelli ottenuti grazie a interlocuzioni e intese personali con fuorusciti dalla Lega, dissidenti cinquestelle e ovviamente quelli di Italia Viva e Azione. Sono un bel po’ di preferenze da sottrarre, ma restano comunque tante quelle che avrebbero concorso alla possibile elezione di De Filippo e anche di Pittella, visto il risultato finale ottenuto da Amendola. Potrebbe essere questo – se dovesse accadere – che terrà lontano dalla riunione della Direzione De Filippo? In uno con l’importanza di mantenere una rispettosa distanza per non essere indicato come parte interessata a porre in essere, in concorso con altri, una sorta di vendetta, una ripicca, nei confronti del segretario La Regina? E chi sono “gli altri”? A leggere e sentire dichiarazioni e commenti soprattutto sui social negli ultimi giorni parrebbe che tra i big del partito a sostenere a viso scoperto La Regina siano rimasti solo Piero Lacorazza e Vito Santarsiero.

Roberto Cifarelli eSalvatore Margiotta

Anche Roberto Cifarelli per il tramite del suo segretario materano, Luigi Gravela, ha indicato non solo provocatoriamente a La Regina la strada da percorrere: presentarsi dimissionario in Direzione. Intanto le interlocuzioni con altri partiti, soprattutto i Cinquestelle, proseguono. Dopo l’elezione di Christian Giordano alla provincia di Potenza pare che i presupposti per attrezzare una alleanza in vista delle Regionali ci siano tutti. Attenzione però, alleanza che dovrebbe prevedere un candidato Presidente del Partito Democratico quale elemento imprescindibile. Dopotutto – fanno sapere dal Pd – il Movimento ha già il sindaco di Matera e il Presidente della Provincia di Potenza: cosa potrebbe pretendere ancora? La domanda da porsi però è: “CHI” del PD abbraccia questa strategia? E’ pensiero di tutti, del segretario o dei suoi detrattori? La Regina si è intestato il successo della elezione del sindaco di Vietri, ma è pur vero che Giordano è stato eletto soprattutto grazie ai voti di quelli che da qualche giorno vengono definiti “il vecchio” del partito, quindi senza i loro voti, quelli di Margiotta e De Filippo per essere chiari, l’elezione sarebbe probabilmente fallita. Quindi, se questo è, bisogna necessariamente chiedersi: questa ipotetica e futuribile alleanza M5S-PD può al momento prescindere da un coinvolgimento attivo di Margiotta e De Filippo e degli altri soggetti critici nei confronti del segretario? Può oggi fare già a meno delloro ruolo attivo e dei loro consensi il Partito democratico lucano?

Il Presidente della Provincia di Potenza, Christian Giordano

E, se questo è, riuscirà La Regina a trovare un punto di sintesi, intesa ed equilibrio per ripartire senza ulteriori scossoni e malumori? Una possibilità – a detta di molti – potrebbe smettere di essere ipotesi dubitativa e concretizzarsi laddove si presentasse dimissionario alla riunione, dando così un segnale concreto di discontinuità rispetto ai comportamenti e atteggiamenti sino ad ora dimostrati. Sarebbe anche e soprattutto una presa di coscienza che si tramuta in una soluzione che riporterebbe negli ambiti dei comportamenti politici più ortodossi il segretario, un elemento di dialogo con chi lo avversa, magari per convincerlo a non essere più “contro”.

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