Le voci raccolte il 14 maggio da Angelomà sembrano trovare conferma. Mentre Bardi terrebbe per sé la Sanità per Pittella e Cupparo un assessorato e la Presidenza del Consiglio. Fazzari sembrerebbe fuori dalle deleghe: quota rosa “esterna” a Orgoglio Lucano
di Angelomauro Calza
Dopo la debacle alle elezioni comunali di Potenza il centrodestra lucano non può che ragionare su una autocritica della sua azione politica negli ultimi tempi. E, senza escludere una riflessione accurata sulla vittoria alle regionali conseguita solo grazie “all’aiutino” di Azione, l’autocritica politica del centro-destra lucano deve necessariamente partire da un punto fermo per scongiurare un eventuale maldestro tentativo di “se raconter des histoires”, di raccontarsi ancora delle storie, come diceva il filosofo francese Louis Althusser che di esami di coscienza se ne intendeva. Se il centro-destra vuole evitare futuri errori pesanti e gravidi di conseguenze, i cui effetti fatalmente andrebbero a propagarsi su scala regionale, non può esimersi da una disamina schietta e non autoassolutoria dei suoi passi falsi. Ma quale è o quale sarebbe questo “punto fermo”? Beh, a dire il vero è un punto fermo…dubitativo: era Francesco Fanelli davvero il candidato sindaco migliore da presentare?
Al di là dei rapporti di forza all’interno della coalizione di centrodestra anche alla luce dei risultati delle Regionali, era Fanelli realisticamente in possesso del necessario appeal (che di questo aveva bisogno un candidato) per riconquistare quell’elettorato che già aveva dato ampi segnali di malcontento verso il Carroccio dopo il discusso “quinquennio Guarente”? Ma questa disfatta si sarebbe potuta evitare? Si sarebbe potuto evitare che 5 aspiranti consiglieri della Lega risultassero dagli scrutini con zero preferenze e altri 4 con una sola? Che risultato si sarebbe conseguito se, per esempio, il segretario regionale della Lega, Pasquale Pepe, avesse alla fine optato per la rinuncia ad esprimere il candidato sindaco, lasciando campo ad un candidato di Fratelli d’Italia? Sarebbe stato un forte segnale agli alleati, una scelta consapevole che avrebbe potuto segnare ripercussioni positive in chiave regionale a tutto favore di un rinsaldato patto di coesione della maggioranza, o no?
Avrebbe messo a tacere chi, tra i suoi, lo accusa di egocentrismo politico? Ora invece resta da capire cosa accadrà in fase di composizione della Giunta regionale e di assegnazione di postazioni subregionali. In più, a detta di chi frequenta i corridoi di via Verrastro, la sconfitta di Fanelli non potrà essere senza esiti sugli equilibri del Governo che il Presidente Vito Bardi è in procinto di varare. C’è addirittura chi parla di Pepe Assessore, sì, come del resto è nell’ordine delle cose sin da subito dopo i risultati del 22 aprile, ma con il pericolo che la Lega in Consiglio resti con un solo rappresentante: si malvocifera che Fanelli una volta rientrato a sedere in Assemblea, stia accarezzando l’idea di lasciare la Lega “per approdare a una forza più moderata”: vale a dire Orgoglio Lucano?
No, se mai dovesse essere (è difficile, ma tutto può accadere) diventerà il quarto consigliere di Forza Italia. In questo caso Forza Italia avrebbe gli stessi numeri di Fratelli d’Italia, e quindi aumenterebbe le sue pretese; oppure Fanelli andrebbe semplicemente a colmare il vuoto lasciato da Franco Cupparo nel caso in cui quest’ultimo per un motivo o per un altro dovesse decidere, costretto dagli eventi, di lasciare gli Azzurri per approdare… altrove (ma a questo punto Forza Italia avrebbe gli stessi numeri di Azione!). E però, in questa lontana ipotesi, Pepe non esiterebbe un solo attimo a dimettersi, ritornare in Consiglio e riportare alla normalità i parametri numerici, magari lasciando il posto al materano Tataranno, che consentirebbe così il ritorno in Consiglio di Fuina.
E poi la quota rosa. Perde quotazioni Maddalena Fazzari, anche se chi la sostiene non dispera, ma la situazione non è molto chiara (Bardi pare pretenda due uomini da Fratelli d’Italia e che la donna sia indicata da Orgoglio Lucano), e noi lo avevamo scritto già il 14 maggio (https://www.angeloma.it/politica/voxpopuli-regione-alla-fine-sara-una-giunta-tinta-di-rosa-si-soprattutto-se-pittella-andra-in-europa/): “Tutto risolto? Macchè! C’è un piccolo intoppo da superare: Matteo Renzi. Essì, perché pare che il leader di Italia Viva abbia raccomandato al presidente Bardi Maria Antezza come assessore: la stima molto e la vedrebbe bene in Giunta. Un siffatto quadro però porterebbe ad una Presidenza del Consiglio affidata a Marcello Pittella, che non parrebbe essere affatto interessato, vuole il posto in giunta e per giunta quello destinato alla Sanità: dovesse essergli negato potrebbe mettere a ferro e fuoco via Verrastro!”. Ora quella che era una voce parrebbe prendere sempre più consistenza: quota rosa (esterna) a Italia Viva travestita da Orgoglio Lucano (pena – si dice – il passaggio ad Azione anche di una bella fettona dei renziani: per Braia un ritorno da chi cinque anni fa lo sostenne candidandolo), e un nuovo assessorato al Bilancio e Programmazione al posto di quello alla Sanità perché, se data a Pittella, Bardi correrebbe il rischio di passare da protagonista a comprimario.
Meglio accentrare la materia, tanto più dopo le vicende legate al bilancio da risanare. E a chi darla la delega della Programmazione? Parrebbe pronto Cosimo Latronico, che lascerebbe il posto in Consiglio a Rocco Leone. In Giunta anche Carmine Cicala (in corsa anche per la Vice Presidenza). A questo punto, se questo è, resterebbe da decidere tra Marcello Pittella e Franco Cupparo chi sarà Assessore e chi Presidente del Consiglio. La Maggioranza dovrà comunque prioritariamente essere coerente, coesa ed eticamente inappuntabile, come la divisa di un Generale. Rammentiamo che nella precedente fase c’è stato qualche incidente di percorso che bisognerà assolutamente evitare nel nuovo corso, per non prestare il fianco a quelle forze del passato che non vogliono passare e che dissemineranno ancora di trappole la strada verso il futuro, ricorrendo ad ogni espediente ed enfatizzando qualsiasi esitazione per creare scompiglio.
Questa volta la Basilicata dovrà avere la capacità di attirare l’attenzione dell’intera nazione solo perché saprà distinguersi e raggiungere i suoi obiettivi con capacità, efficacia ed efficienza e non per avvenimenti sconvenienti, tipo (solo a mo’ di esempio) quello di un Consigliere regionale che si rivolge ad una Assessora con frasi sessiste screditando sè stesso, l’aula e tutti i lucani dopo aver conquistato gli onori delle cronache nazionali. È necessario pertanto ponderare e vagliare ogni singola decisione e le sue conseguenze secondarie per ridurre al minimo gli eventuali intoppi.