In questi giorni di campagna elettorale avremmo voluto in maniera bipartisan pubblicare tre sole interviste: una al candidato Presidente di Centrodestra, Vito Bardi, l’altra a quello di centrosinistra, Piero Marrese, l’ultima a Eustachio Follia di Volt. Sta di fatto che non abbiamo voluto mettere in difficoltà il Presidente Bardi: per cinque anni non ci ha mai concesso interviste, pur richieste da noi più volte. Se lo avessimo ospitato in queste settimane che precedono il voto, vista la sua avversione a concedere attenzione ad Angelomà, qualcuno avrebbe quindi potuto pensare che lo avesse fatto solo per propaganda, quindi meglio evitargli l’imbarazzo. Ecco allora che abbiamo ritenuto di ospitare due capilista, uno della coalizione di centrodestra, l’altro di quella di centrosinistra, e di un esponente di Volt. Abbiamo iniziato con Angelo Chiorazzo, capolista di Basilicata Casa Comune, a sostegno di Piero Marrese Presidente, continuato con Pasquale Pepe, capolista della Lega a sostegno di Vito Bardi Presidente, e concludiamo oggi con Eustachio Follia di Volt (che è, sì, candidato Presidente, ma è anche capolista a Potenza e Matera). Buona lettura.

“Volt è un partito pan-europeo, una parola che si pronuncia allo stesso modo in tutti gli stati europei, l’unità di misura della tensione. E’ qualcosa che fa riferimento all’energia, quella che vogliamo portare nella politica di tutta Europa”.

E’ stato il primo a presentare ufficialmente la sua candidatura a Presidente, lo scorso 10 ottobre: l’intervista a Eustachio Follia, un collega giornalista materano che da vent’anni tutti i giorni lavora a Potenza. Uno che la Basilicata la conosce e soprattutto la percorre.

di Angelomauro Calza

Eustachio Follia

E’ stato il primo simbolo, ha espresso il primo candidato Presidente ufficiale e anche se nel tempo altri hanno pensato di fare lo stesso, alla fine è rimasto solo Volt a combattere contro i candidati Presidente di centrodestra e di centrosinistra. Cosa spinge alla resistenza?

 

Sì, alla resistenza, ma anche alla rivoluzione, come l’abbiamo chiamata noi, la rivoluzione di Volt se vogliamo. Abbiamo annunciato la candidatura a Presidente il 10 ottobre, perché ci sentivamo pronti avendo noi intrapreso un percorso un anno e mezzo fa per arrivare alle elezioni regionali. Abbiamo inaugurato questo ciclo di incontri, Idee per la Basilicata, siamo partiti da Potenza e poi da lì abbiamo percorso tutto il territorio. Non siamo arrivati a candidarci improvvisando, non abbiamo mai improvvisato in nessun momento di questo lunghissimo percorso, ma abbiamo fatto le cose con gradualità sapendo esattamente dove saremmo voluti arrivare. Non abbiamo rinunciato al dialogo anche con gli altri partiti, ma tenendo fermi alcuni punti che riguardano innanzitutto i contenuti e la necessità di cambiare le cose. Lo abbiamo fatto anche con alcune formazioni che avevano annunciato la loro partecipazione alle elezioni, prima della scadenza della presentazione delle liste, ma era una modalità che non consentiva di approfondire anche le ragioni di una alleanza.

 

Volt si presenta come terza formazione con il candidato Presidente, ma proprio perché è stata la prima a essere ufficialmente in corsa, hai avuto contatti con centrodestra e centrosinistra? Non è che magari chiedevano un sostegno?

Allora chiariamo subito che Volt non è di destra. Abbiamo avuto contatti con esponenti di destra, ma mai pe ragionare di alleanze. Semplicemente, e ci ha fatto piacere, perché la destra ha voluto testimoniare apprezzamento per il percorso che stavamo facendo e il coraggio messo in campo, ma non ci sono mai stati i termini per parlare di intese, accordi, alleanze in quanto Volt è una formazione progressista. Con il centrosinistra invece i contatti sono stati numerosi, con il segretario Lettieri già diversi mesi fa abbiamo avuto un primo incontro e gli ho spiegato che Volt non è geneticamente lontano dal centrosinistra, ma che il centrosinistra ha bisogno di riempirsi di contenuti e non di esporre questo continuo conflitto tra persone riguardo le postazioni da conquistare. Questa cosa non ci interessava. Ho detto a Lettieri che si poteva parlare di contenuti e di rinnovamento. A quel punto saremmo anche stati disposti a un ragionamento serio. Questo purtroppo non è mai avvenuto. Questo discorso l’ho fatto numerosissime volte a Chiorazzo, quando sembrava potesse essere lui il candidato Presidente, e in extremis anche a Marrese. Ovviamente però a quel punto i giochi erano fatti. I contatti ci sono stati, così come ci sono stati anche con formazioni e movimenti che poi alla fine non sono riusciti a presentarsi, ma anche lì avevamo fatto presente che non è con l’estemporaneità che si può costruire un progetto politico, ma con un percorso serio, approfondito e pieno di contenuti

Volt cosa significa? lo ripetiamo? Non è un acronimo, vero?

No. Innanzitutto è un partito pan-europeo e Volt è l’unità di misura della tensione, è qualcosa che fa riferimento all’energia, quella che vogliamo portare nella politica di tutta Europa

…nemmeno un riferimento a una sorta di confessione? Tipo “Quante volt”…?

No, non abbiamo alcuna confessione da fare. Altri forse, ma non noi. Volt è una parola che si pronuncia allo stesso modo in tutti gli stati europei, il partito aveva bisogno di un nome che si pronunciasse uguale in tutta Europa.

Questo partito allora, sia pur progressista, è una espressione di civismo che non ha ritenuto di venire meno a quella che era la sua essenza, il suo gene, non alleandosi con nessuno?

Esattamente. Volt ha delle ragioni di fondo per cui è nato: rinnovare la politica e portare il metodo nella politica, metodo che in questo momento consiste nella elaborazione della policy: studiamo, conosciamo, proponiamo, che è l’esatto contrario di quello che fa la politica oggi. Cioè, meglio, è ciò che manca alla politica oggi. In politica c’è solo il dibattito sulle postazioni, ma mancano i contenuti. Se guardiamo alla Basilicata, negli ultimi decenni va avanti sempre allo stesso modo, non c’è differenza tra destra e sinistra, perché i politici non hanno nessuna visione e non sviluppano nessun contenuto, per cui il governo della regione non è in mano ai politici, agli eletti, che si disinteressano dei contenuti, ma è in mano alla burocrazia. Ovviamente i tecnici della Regione non devono avere visione, devono semplicemente rispettare le norme. Per cui qual è il risultato? Di fronte al disinteresse dei politici eletti si va avanti in una sorta di routine per cui da destra a sinistra non cambia assolutamente nulla

Cioè una sorta di automi programmati per comportarsi sempre allo stesso modo?

Quando gli indirizzi politici mancano perché manca la visione, i tecnici vanno avanti con le norme e con la routine, quel che si è sempre fatto negli anni precedenti

Perché manca la visione?

Perché i politici non studiano, non conoscono il territorio, non si confrontano con altre esperienze e quindi non sono in grado di sviluppare progetti e proposte su un tema.

Quindi non c’è dolo, è solo mancanza di capacità progettuale?

Certo. Perché si disinteressano alla capacità progettuale. Tutto l’interesse dei politici è finalizzato solo all’ottenimento delle poltrone. Fatto quello non gli interessa, nient’altro. La politica, nel senso di policy, non interessa a nessuno. del resto basta guardare i programmi: il centrodestra non mi pare lo abbia ancora presentato, quello del centrosinistra è assolutamente generico, l’avranno scritto in due ore probabilmente, c’è tutto e nulla, Volt ha presentato un programma anzitempo, abbiamo iniziato a elaborare il primo punto due anni fa e riguarda l’Università. Abbiamo parlato con docenti, studenti, imprese per capire come dovesse essere l’università, e a confrontarla altri Atenei italiani, di altre regioni. Da lì è venuta fuori la proposta. E così abbiamo fatto per altre policy, lo abbiamo fatto per la disabilità, la forestazione, la sanità. Negli anni abbiamo lavorato per arrivare alla elaborazione di sette proposte tematiche principali senza improvvisare nulla, sapendo quello che diciamo, dicendo cose assolutamente realizzabili. Tutto quel che abbiamo scritto è realizzabile, non abbiamo proposto piste da sci in un deserto, come fanno a Dubai. Abbiamo proposto di migliorare l’Università come fanno nelle Marche così come in Danimarca.

Qual è il fattore che spinge gli studenti lucani a iscriversi ad Atenei extraregionali e a non preferire l’Unibas?

L’Unibas ha fallito la sua missione. In 41 anni ha avuto anche momenti buoni con esperienze importanti, come i corsi di laurea internazionali condivisi. Purtroppo nel corso degli anni l’Università di Basilicata si è scordata del territorio, si è slegata, è rimasta una enclave per cui sono trascorsi quattro decenni con il risultato che il Censis dice che è l’Università fanalino di coda di tutti gli Atenei italiani. Per numero di scritti, per qualità di insegnamento, quindi per l’offerta formativa, e per i servizi agli studenti. Pensiamo alla protesta di questi giorni dei ragazzi della scuola di design che pur avendone diritto non sono stati ammessi alle borse di studio per un cavillo burocratico la cui responsabilità è esclusivamente dell’Ardsu. Manca un habitat universitario. E allora noi abbiamo fatto delle proposte tese a migliorare l’offerta formativa, azzerare le tasse universitarie per far iscrivere ragazzi lucani, ma anche di fuori regione e migliorare i servizi. Nelle Marche le abitazioni per studenti universitari non costano più di 200 euro al mese e devono avere degli standard ben definiti, stabiliti dalla Regione attraverso un protocollo con i proprietari degli immobili. Tutte cose che possono essere mutuate. Non impossibili. La Regione Basilicata investe ogni anno quasi 15 milioni di euro nell’università, ma si disperdono. Abbiamo visto i bilanci e l’Unibas è l’Università italiana con la maggiore spesa per il personale. Praticamente i fondi regionali servono a mantenere il personale, non all’insegnamento o ai servizi.

Diciamolo chiaro: sei di Matera, non è che ti candidi perché in fatto di poltrone e divani ne sapete più degli altri?

La battuta è bella. In realtà il polo del salotto ha avuto una stagione straordinaria che è terminata più di dieci anni fa, ora mantiene un certo livello, una bellissima stagione, ma a un certo punto ha rappresentato una crisi: la poltrona non può essere l’unica opzione. Né c’entra il fatto di essere materano o di qualsiasi altra parte della regione, sono materano e lavoro a Potenza da oltre vent’anni e conosco fin troppo bene i problemi, percorro tutti i giorni la Basentana

Tutti i giorni? …E quante multe fino ad oggi?

Ebbè, qualche multa è scappata, con gli autovelox. Non è tanto quello il problema, anche se alcuni autovelox servono solo a fare cassa, perché non sono collocati laddove c’è il rischio reale di incidenti, ma strumentalmente. E con questo non dico assolutamente che bisogna abbassare la guardia sulla prevenzione.

Hanno fatto molto parlare questi accordi politici che hanno portato alcuni partiti di centrosinistra ad aderire al progetto di centrodestra. Nel merito cosa pensi?

E’ quello che stiamo dicendo ai lucani: in Basilicata, in questa tornata elettorale, non ci sono tre offerte politiche, ce ne sono solo due. Una è Volt, l’altra è destrasinistra, scritto tutto attaccato, con BardiMarrese, scritto tutto attaccato, perché sono la stessa cosa, per continuità governativa: tutto quello che hanno fatto De Filippo e Pittella lo ha fatto anche Bardi. Qualcuno mi deve citare una azione di Bardi che sia andata in discontinuità rispetto al passato. Il cambio di casacca ormai non è una novità, negli anni sono state decine di Consiglieri che lo hanno fatto: consiglieri, assessori e addirittura segretari di partito. Quindi non esistono tre offerte, non esiste destra, sinistra e Volt, ma una aggregazione di potere da una parte e Volt: i lucani quindi hanno solo due opzioni

I sondaggi non trattano molto bene Volt, mettendo in forse l’ingresso in Consiglio reigonale. Se dovesse davvero – malauguratamente – essere così, cosa accadrà di Volt a partire dal 23 aprile?

Intanto sono assolutamente sicuro che Volt entrerà in Consiglio. I sondaggi lasciano il tempo che trovano. Basti vedere i sondaggi preelettorali delle ultime regioni dove si è votato e i risultati finali: sono due mondi completamente diversi. I sondaggi servono a qualcuno che pensa così di orientare il voto. I sondaggi li ha inventati Berlusconi venti anni fa e passa, ed oggi non funzionano più, non mi interessano. Io ti dico che abbiamo eletto quattro consiglieri al Comune di Matera: è successo a pochi mesi dalla costituzione di Volt. Siamo stati capaci anche di vincere le elezioni, altrimenti Bennardi non siederebbe sulla poltrona di sindaco. Quando abbiamo visto che l’amministrazione comunale non faceva quello per cui ci eravamo candidati e per cui avevamo vinto le elezioni, si è dimesso il vicesindaco, si è dimesso l’assessore ai lavori pubblici e si è dimesso il portavoce rinunciando a stipendi e a una posizione sociale per il ruolo istituzionale. Abbiamo rinunciato senza problemi., Qualcuno aveva detto che senza le poltrone avremmo rinunciato a fare politica e che volt sarebbe sparita: invece senza le poltrone siamo cresciuti tantissimo in maniera esponenziale, non solo a Matera, ma in tutta la Basilicata. Quindi la politica la si deve fare a prescindere dalle poltrone

Tutti aspettano che uno chieda secondo te chi vince, chi perde, chi prende di più, chi di meno. Invece io ti chiedo: tra centrodestra, centrosinistra e volt, ciascuno con le sue prerogative e i suoi uomini, i suoi pregi e i suoi difetti, ciascuno con i suoi metodi, si riuscirà in qualche modo a recuperare fette di astensionismo? Si riuscirà a far votare più gente?

Sono assolutamente certo che voterà meno gente. Il teatrino andato avanti per mesi sulle candidature, in particolar modo nel centrosinistra, ma anche i conflitti nel centrodestra di sicuro non fanno bene alla politica e non aiutano a recuperare il voto. E’ un problema perché la tensione non è il modo per punire i responsabili di questo risultato. L’unico modo è quello di andare a votare e quindi invito tutti a recarsi alle urne.

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