Intervista al candidato al Consiglio regionale nella Circoscrizione di potenzanella lista Basilicata Casa comune. “Cinque anni di governo regionale di centro destra hanno sensibilmente peggiorato tutti i fondamentali della nostra Terra, con risultati che ormai sono prossimi al punto di non ritorno, come testimonia la crescente sfiducia dei lucani”

SPAZIO AUTOGESTITO DAL CANDIDATO AL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA GIAMPIERO MARUGGI CIRCOCRIZIONE DI POTENZA – MANDATARIO: ROCCHINA MATTEO

 

La conoscono in tanti, ma di sicuro sono molti di più gli elettori che di lei sanno poco o nulla. Può presentarsi?

Sono nato a Potenza in una famiglia come tante, mio padre maestro elementare, mia madre casalinga. A soli 19 anni cominciai a lavorare in banca, non abbandonando tuttavia gli studi giuridici (mi sarei poi laureato in Giurisprudenza nel 1982). Ho cominciato la mia carriera dal basso, come cassiere, salendone rapidamente gli scalini: a 25 anni ero già funzionario di massimo livello, il più giovane d’Italia. egli anni ho lavorato in varie banche e istituzioni finanziarie, spesso con ruoli apicali. Ho fatto parte di vari consigli di amministrazione, sempre in ambito finanziario. Nel 2012 e per un triennio mi sono occupato di sanità pubblica lucana, prima quale DG dell’Azienda Sanitaria del Materano, poi quale DG dell’Azienda Ospedaliera San Carlo. Successivamente e per un biennio ho ricoperto il ruolo di Amministratore Unico di Sviluppo Basilicata spa, finanziaria totalmente controllata dalla Regione Basilicata. In totale, oltre 45 anni di attività, che mi hanno consentito di maturare esperienze in campi manageriali diversificati e buona conoscenza del tessuto imprenditoriale lucano, oltre che della sanità della nostra regione.

E vogliamo anche dire, a questo punto però a tutti gli elettori, perché il 21 e 22 aprile dovrebbero scrivere il suo nome sulla scheda elettorale?

Cinque anni di governo regionale di centro destra hanno sensibilmente peggiorato tutti i fondamentali della nostra Terra: sanità, sostegno alle nostre imprese, agricoltura, politiche industriali, rapporti con le multinazionali operanti in Basilicata (con particolare riferimento a Stellantis e alle Compagnie petrolifere), spopolamento, invecchiamento della popolazione, infrastrutture, aree interne sono solo alcuni dei capitoli che hanno visto una gestione sciatta e priva di visione, con risultati che ormai sono prossimi al punto di non ritorno, come testimonia la crescente sfiducia dei lucani. E’ in questo contesto così negativo che ho deciso, per la prima volta nella mia vita, di scendere nell’agone politico: la Basilicata non potrebbe reggere altri cinque anni di malgoverno, c’è assoluto bisogno di robuste iniezioni di competenza, serietà, onestà, concretezza e senso del fare per il bene di tutti, a partire dagli ultimi e dai penultimi. In questo senso credo di poter dare il mio contributo, da uomo libero che negli anni ha dimostrato di saper fronteggiare situazioni di notevole complessità.

A un certo punto della sua vita lei sceglie di interessarsi attivamente alla politica. Quale è stata la motivazione più forte che l’ha convinta a compiere questa scelta?

Da cittadino orgogliosamente lucano non potevo continuare ad assistere passivamente alla sistematica spoliazione delle ricchezze (tante) della nostra Terra, all’affievolimento dei diritti fondamentali di ogni essere umano (primo fra tutti quello alla salute), al crescere diffuso del senso di sfiducia nei confronti delle Istituzioni democratiche. Per riprendere il cammino della crescita sono necessari amore per la nostra regione, passione e competenza, caratteri e requisiti che so di possedere e che ora voglio disinteressatamente mettere a disposizione. Non c’è tempo per altri bizantinismi e giochi di potere che i lucani hanno dovuto subire e che oggi risultano insopportabili. Bisogna fare, fare presto e fare bene.

Giampiero Maruggi alla presentazione della Lista Basilicata Casa Comune

Tra centrodestra e centrosinistra lei ha compiuto una scelta chiara, scegliendo anche il simbolo sotto cui concorrere alla contesa elettorale. Come mai proprio questa scelta?

Per me è stata una scelta semplice e naturale: insieme a un gruppo di donne e uomini lucani ho deciso, poco meno di un anno fa, di dar vita ad un movimento civico che, partendo dal basso, fosse in grado di ampliare il panorama politico, aggiungendo una visione e un approccio nuovi, liberi dagli schematismi e dai personalismi che hanno reso irrespirabile l’aria dei palazzi del potere. Questo movimento è giovane, ma affonda le sue radici nel solido terreno del lavoro svolto in circa due anni dai tavoli del laicato cattolico, che hanno approfonditamente affrontato le tante criticità che affliggono la nostra Terra e che hanno prodotto un documento di sintesi che è stato ed è la base dalla quale siamo partiti, passando da un approccio pre politico ad uno in grado di confrontarsi democraticamente per il governo della Cosa pubblica lucana, con freschezza ed entusiasmo, ma anche con rigore. La collocazione nell’alveo del centrosinistra è stata per noi naturale: tante le affinità con le altre forze che lo compongono, troppe le distanze con le forze che si agitano nel fronte opposto, ove le istanze sociali e di giustizia sono sopraffatte da una visione dirigista e attenta ai privilegi di pochi più che ai diritti di tutti.

Chi o cosa teme di più in questa campagna elettorale? Una formazione politica antagonista della coalizione o un partito o un candidato all’interno del suo stesso schieramento e magari anche dello stesso partito con cui lei si presenta? E perché?

Non temo nulla. Da manager ho imparato che tutte le difficoltà si devono affrontare con senso di responsabilità e attenzione, mai perdendo entusiasmo e razionalità. La nostra coalizione e al suo interno il nostro movimento fanno della diversità di donne e uomini liberi un punto di forza. Percorsi e storie differenti, ma uniti convintamente sotto la bandiera ideale dell’operare per il bene della nostra Terra. Dall’altra parte vedo solo accrocchi di potere e molti candidati consumati da esperienze di governo fallimentari ed esiziali per la Basilicata. Altri provengono da storie e percorsi che con il centrodestra non c’entrano nulla, hanno scelto di passare dall’altra parte solo per ansia di potere, loro per primi sono perplessi delle loro scelte, figuriamoci i lucani… Cosa potrei mai temere da un centrodestra che bulimicamente ha scelto la via facile della sommatoria di interessi, da una corte di Bisanzio in disfacimento che pervicacemente pretende di continuare i suoi stucchevoli balletti di potere, con sullo sfondo le nuove povertà che avanzano? Credo che altri debbano temere e i lucani si incaricheranno di notificare ad essi l’avviso di sfratto.

Quale è secondo lei una canzone che potrebbe metaforicamente rappresentarla? O una strofa all’interno di una canzone?

Mi viene in mente “La leva calcistica del ‘68” di Francesco de Gregori, che metaforicamente unisce agonismo e umanità, lasciando il gusto dolce della speranza nel futuro. In questo difficile momento della Basilicata siamo tutti Nino e non dobbiamo aver paura di tirare il calcio di rigore.

Cosa vuol dire che non ha ancora detto?

Che credo fermamente nell’affermazione del centro sinistra in questa competizione ormai all’esito finale; che la nostra coalizione, pur tra mille difficoltà e dibattiti interni, ha oggi in Piero Marrese una guida sicura e capace; che i lucani da sempre sono un popolo orgoglioso e consapevole delle proprie radici e che sapranno con saggezza e determinazione porre fine ad un governo che ha prodotto solo danni. Chiudo con un auspicio, rivolto soprattutto ai giovani: non fatevi prendere dallo sconforto e dalla disillusione, il non voto non è mai la soluzione, ma anzi aggrava il problema. Dimostriamo anche con un’ampia partecipazione al voto di essere una Comunità matura e consapevole.