Non si dorme più in pace. Movimenti in Regione, litigi surreali, mancati successi e rivalse in corso. In più un assessorato da assegnare, la Sanità. Il Gruppo più consistente diventa quello degli autosospesi e fuoriusciti

di Angelomauro Calza

 

Avete mai provato a cenare con taralli classici napoletani caldi tuffati nella ricotta di pecora e capra di giornata? Beh, a meno che la ricotta non la mangiate… dopo il primo boccone non vi staccate più dalla tavola. Essì, ho esagerato e come sempre è andata a finire che una volta a letto sono piombato in un sonno profondo animato da un sogno confuso, pieno di ingredienti succulenti, come il tarallo napoletano, dove farina, acqua, sugna, mandorle, pepe si “’ngravuogliano” in maniera confusa, ma stuzzicante e il calore del forno ne esalta i singoli sapori che vengono alle papille gustative tutti insieme, seppur ben distinti.

Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

E a fare da ciliegina, la ricotta. A me è comparsa per prima l’immagine netta e distinta di Sergio Mattarella, affacciato ad una finestra del Quirinale che osservava quel che accadeva in Italia dopo l’esito del voto: “Matrimonio di pupi, fu: sugnu di legnu e nun ponnu figliari!” esclamò in dialetto siciliano mentre lo sguardo era fisso sulla Basilicata e con una zoomata si ingrandivano sempre più le sagome di due candidati: sempre più grandi, sempre più nitide, fin quando non si vide chiaramente che erano Marcello Pittella e Mario Polese. “Me ne vado per la mia strada” diceva Pittella, mentre una sorta di Mangiafuoco buono, con una folta barba a coprirgli il viso quasi per intero, lasciando solo le narici e i due occhi liberi, indosso, allargava le braccia ad accoglierlo.

Marcello Pittella - Foto di Giacomo Silvano

Marcello Pittella – Foto di Giacomo Silvano

Marcello nel correre verso di lui inciampò: “Rotola, rotola” gli diceva mentre affianco a Pittella comparvero Massimo Zullino e Giovanni Vizziello: “Trerotola! Trerotola!” ribattevano osannandolo come in una cantilena. “No, aspettate!” esclamò a loro due il Mangiafuoco trasformatosi nel frattempo in un farmacista con appuntata sul camice la spilletta con lo stemma della Regione Basilicata invece che quella con il caduceo con i due serpenti: “io, pure se sto alla Regione, impersono la mediazione tra il bene e il male, veleno e terapia antiveleno, e quindi vi accetto a patto che non veniate solo per attaccare e criticare, ma soprattutto per aiutare a risolvere e proporre soluzioni. Se sarà così, bene, altrimenti andate per altre vie”. I due obiettarono: “ma noi siamo al seguito di Pittella!”

Mario Polese

“Nun m’ n’ fott’!” rispose subito e irritato il farmacista: “O venite e fate come dico io, oppure vedete dove dovete andare! Iatevenne!” Pittella parlò per dire: “Io ti ho creato, ora ospitami, almeno finchè il mio reame di origine avrà trovato modo di cambiare, per far sì che io possa ritornare a casa mia”, e rivolse lo sguardo irritato verso Mario Polese. “Se tu avessi accettato la mia candidatura alla Camera ora io e Vito De Filippo saremmo in Parlamento quasi sicuramente! E io starei con te!” Lo apostrofò.

Vito De Filippo

l’on. Vito De Filippo

De Filippo incasò la mano: “Noi li creiamo e loro ci distruggono!” esclamò rivolto a Raffaele La Regina. Improvvisamente si palesò un tumulto di iscritti al PD che affollavano una sala: chiedevano a La Regina di abdicare. Lui si opponeva, forte di un gruppo di suoi sostenitori fedeli, ma alla fine veniva detronizzato e al suo posto apparve De Filippo. Un attimo dopo Vito Santarsiero e Piero Lacorazza organizzarono una controffensiva e rimisero La Regina sul trono. E subito dopo di nuovo lo scettro passò a De Filippo.

Salvatore Margiotta

Dalla tribuna Margiotta aizzava la folla e gridava verso Letta rannicchiato in un angolo: “I fatti nostri facceli vedere a noi! Io già te lo avevo detto! Non ti immischiare!” Le immagini sfumarono per lasciare il posto al farmacista, Pittella, Zullino e Vizziello che discutevano pacificamente tra loro: “Allora, chi ci va a fare l’assessore alla Sanità?” “Io voglio fare solo il farmacista, mi so’ scucciato di stà iacuvera” disse il Mangiafuoco in camice bianco “ma muovetevi che la Sanità non può aspettare e un nome l’assessore lo deve avere”.

Il segretario regionale PD, Raffaele La Regina

Pittella rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, verso il reame dove la contesa era ancora in corso: “Chissà se alla fine ci riuscirò a tornare a casa mia” disse e Mattarella ritornato sulla scena, che sempre in siciliano, disse: “In Sicilia agguantato, fidanzato e sposato, in continente fidanzato e sposato…”. Marò, che è stò casino? e abbassalo il volume del televisore, che mi so scucciato di sentì di quanto aumentano il gas e la corrente… L’hai fatto già il caffè? Sì? … meh… e alziamoci che iniziamo un’altra giornata…

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