Le cronache politiche condizionano i sonni. Ora è la volta della polemica interna alla maggioranza sulla Sanità lucana

 

Ma mi sono stufato di leggere tutti stì comunicati, ommaronna mia! Rosa, Taddei, Caiata, Rosa, Giuzio… La Sanità lucana che affoga, che annega, a volte galleggia, la richiesta di un Piano Marshall da discutere tra Bardi, Fratelli d’Italia e Lega, gli alleati. Dopo pranzo, sulla poltrona veramente diventa difficile non lasciarsi andare. “Ma che Piano Marshall e Piano Marshall!!! Marinariè invece di stare a pigliare il sole in coperta, annanz’ a’ Milanese, vieni qua! Cerchiamo di governare stà barca, che sennò affondiamo brutto!” “Ditemi, comandà, che vogliamo fare? gettiamo l’ancora o proseguiamo?” “L’ancora? Ma che vuoi gettare? Già sta a mare, che marianariell’ sì? Originale o d’importazione? Qua bisogna andare avanti. Piuttosto cerchiamo di far sapere in giro che io piani pensati da marescialli non ne discuto! Semmai sono i marescialli che devono discutere i miei. Io so’ sempre nu’ generale, nun t’o scurdà!” “Comandà veramente…” “Ancora? Che comandante e comandante? Mò so’ Ammiraglio, guido una nave vicino a quella del Serpentone, ma per modestia o mi chiami Presidente o mi chiami Generale!” “Vabbuò Presidè, ma voi lo dovete capire a Rosa, quello voi lo avete offeso brutto quando lo avete estromesso dalla ciurma regionale”. “Estromesso? Che io ho dovuto fare per forza così, ma mò che va trovando? Mi offende brutto. Due volte: prima quando mi dice che la Sanità lucana l’ho ridotta a una schifezza e la seconda quando mi fa capire che dobbiamo trovare una soluzione e che probabilmente addirittura l’ha trovata un mio subalterno, un rango inferiore, un maresciallo che manco conosco e dobbiamo discutere la sua proposta. Ma ti pare? Io che ho sempre impartito ordini non solo ai marescialli, ma pure ai capitani, ai colonnelli, ai maggiori, mò dovrei discutere una proposta che proviene da gradi inferiori? Senza stelle? Non dico cinque, ma almeno un paio che diamine!” “Presidè il Marshall era un generale, americano, che studiò e fece un piano per stabilire quanti soldi dare all’Europa dopo la guerra per farla riprendere economicamente”. “Evvabbè, in America hanno le promozioni facili, faranno pure generale un maresciallo, ma a me non interessa nulla! Io so’ italiano e so’ lucano e so’ generale e presidente, la sanità non è un ospedale da campo addò s’ cura o’ catarr’: qua decido io! Anzi… facciamo decidere a Francuccio Fanelli che è meglio, così mi levo da ogni perricolo. Salpa l’ancora, marinariè, prendiamo il mare finchè non monta la tempesta” “L’ancora non la vedo Presidè!” “Per forza, sicuramente sta qualche Lega sotto il mare, forse 20.000, quanto i voti. Che poi perché in mare le misurazioni si fanno con il partito di Salvini manco l’ho ancora capito. Iammuncenne, che aggià festeggià a Osimeh che rimane a Napule!” “Osimeh? Ma che Osimeh dici? svegliati che qua ci sta il caffè! Mò parli pure nel sonno”? Essì, mia moglie. Meno male, che già sulla barca mi stavo sentendo male. Allora, dove ero rimasto a leggere? Ah, sì:” Da mesi, chiediamo un tavolo politico del centrodestra per elaborare un piano Marshall per la sanità lucana, non appetibile per i medici e poco efficiente per i cittadini. È necessario passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile. I Lucani non possono aspettare oltre”. Azz! E’ turnat’ o’ maresciall’!

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