Giuseppe Conte

Mentre nel centrodestra l’annuncio di ieri sera sembra essere stato davvero un segnale di bufera più che di certezza rispetto alla candidatura di Bardi, con ancora tutto in altomare e da discutere e decidere, rumore sui social per le dichiarazioni di Giuseppe Conte da Bruno Vespa. Appare molto verosimile attendersi una ulteriore…attesa: almeno fino all’11 marzo, dop oil voto abruzzese. E in Basilicata a commentare il leader pentastellato non sono solo cittadini che con i Cinquestelle non hanno nulla a che vedere, ma anche rappresentanti della base del Movimento. Senza esprimere giudizio alcuno, riportiamo di seguito i post su Facebook di Biagio Velardi, ex di Italia Viva, Giovanni Casaletto, ex PD, mentre Pierluigi Scaldaferri, del Movimento Cinquestelle di Lauria, riprende  Salvatore Margiotta.

Biagio Velardi
MA ANCHE BASTA!

Caro Conte in Basilicata Chiorazzo vince contro Bardi io mi sono persuaso di questo. Ha un biografia ed un profilo molto interessante è un valente imprenditore in un campo molto difficile quello del sociale e dei servizi sanitari e mi sembra una brava persona. Non lo conoscevo ed è una idea che mi sono fatto seguendolo in questi mesi sulla stampa in televisione e sui social.

Biagio Velardi con Matteo Renzi

Non nascondo che all’inizio nutrivo delle perplessità perché preferisco persone che conoscono la politica piuttosto che la cosiddetta società civile. Chiorazzo ha dimostrato in questi mesi che conosce bene la politica e la comunicazione politica. Adesso vedi di farla finita con questi diktat e fai la persona seria!

Giovanni Casaletto

Giuseppe Conte a Porta a Porta avrà bevuto un Cannonau andato a male e rischia di commettere in Basilicata, specularmente, lo stesso errore che Giorgia Meloni ha commesso in Sardegna.

Giovanni Casaletto

Ovvero un delirio di onnipotenza, con postura da santo o da apprendista stregone, e il non rispetto dei territori. I lucani sono un popolo tranquillo, sereno, ma accorto caro Conte. E non si farà imporre candidature sulla base di patenti di moralità o di affidabilità…da che pulpito poi, da chi governa con Salvini come col PD.

I lucani sanno rispettare il codice della strada, non prendono patenti da nessuno, sanno bene quel che fanno.
Pierluigi Scaldaferri

CARO MARGIOTTA TI SCRIVO, COSÌ MI DISTRAGGO UN PO’..

Non conosco Salvatore Margiotta ma lo ritengo una persona molto intelligente perciò mi permetto (umilmente) di replicare alle sue dichiarazioni.
Margiotta dice che il csx ha pochi giorni (quelli che ci separano dalla direzione PD di Sabato) per trovare un candidato unitario sulla scia delle elezioni in Sardegna.
Primo: in Sardegna il csx è andato DIVISO (il PD si è infatti spaccato pur di restare sulla candidatura Todde). Questo non vuol dire (va da sé) che non si debba lavorare ad una soluzione unitaria ma siccome sento ripetere da ieri che la Sardegna dimostra che uniti si vince forse è meglio ricordare che lì il csx ha vinto nonostante una mezza scissione.

Pierluigi Scaldaferri

Secondo: se Chiorazzo venisse disarcionato non si capisce perché quel mondo civico (che ha numeri e qualità) dovrebbe rimanere in partita. E la stessa parte del PD che lo ha appoggiato non avrebbe, credo, lo stesso entusiasmo. Anche la base 5 stelle potrebbe avere qualcosa da ridire perché le stesse ragioni che ci stanno portando a dire no a Chiorazzo dovrebbero portarci a dire no ad una alleanza costruita con Margiotta e Pittella (altrimenti faremmo del doppiopesismo).
Tutti sanno che al di là del metodo le perplessità della base grillina si sono concentrate sull’appartenenza ad un sistema di potere ma Margiotta e Pittella quel sistema lo governano da 30 anni.
Quindi l’unità è a rischio comunque, mi sembra.
Andare più o meno disuniti e con un candidato governatore perdente non mi pare, tra l’altro, un capolavoro politico ma posso sbagliare.
Terzo: legittime le critiche sul metodo ma sia il PD che Basilicata Casa Comune hanno individuato nelle primarie (dopo una iniziale ritrosia) lo strumento più adatto per superare lo stallo.
Ebbene lo stesso Margiotta (così come Pittella e Valvano) dopo averle chieste per mesi le hanno respinte al mittente (perché convinti di perderle evidentemente). L’alibi del Movimento 5 stelle che non partecipa alle primarie di coalizione (vero) regge fino a quando non si ricorda ai pentiti dei gazebo che questi già sapevano che Conte non le avrebbe concesse. Quindi delle due l’una, o bisognava astenersi dal chiederle o una volta invocate a gran voce bisognava farle. Punto.
Quarto: al di là del no di Conte (di cui prendiamo atto) sappiamo che le perplessità della base su Chiorazzo dovrebbero valere (a maggior ragione) anche sulla costruzione di un campo largo con Margiotta tessitore e Pittella candidato consigliere nonché protagonista della coalizione (è un leader con grande consenso ed è legittimo non voglia stare in un angolo). Mentre è evidente che per Margiotta una volta bocciato Chiorazzo ai 5 stelle “deve andar bene tutto”. Forse Margiotta ci crede perché nella rosa di nomi fatta dai 5 stelle c’è anche Lorenzo Bochicchio (manager che Pittella mise a capo della sanità durante il suo mandato). Insomma tolto di mezzo Chiorazzo (accusato di far parte del sistema) si può costruire finalmente una grande alleanza con chi il sistema lo ha creato.
Chapeau.