Si infiamma il clima nella maggioranza: sgarbi incrociati dalla Sicilia alla Sardegna fino all’Ungheria. La Basilicata campo di battaglia?

di Angelomauro Calza

 

Troppa fretta. Ancora una volta troppa fretta nel dare per certa la ricandidatura di Vito Bardi a Presidente della Regione. OH, noi mica tifiamo contro, non lo abbiamo mai fatto. Abbiamo spesso raccontato come stavano le cose e altrettanto speso le conclusioni portavano a dubitare di un suo bis. Ma d’altronde nemmeno tifiamo a favore, sia chiaro. Né suo né di nessuno: non tifiamo e basta, raccontiamo. E cerchiamo di ragionare sui fatti. Tentiamo. Mica è detto che ci riusciamo, o almeno non sempre. E oggi, così come ieri abbiamo riportato che Bardi era praticamente in pole position, dobbiamo invece dopo poche ore dare notizia che si è tolto il casco e, seppur ancora seduto al volante, è di nuovo fermo ai box, alquanto preoccupato e contrariato.

Il Presidente della Sicilia, Renato Schifani

Colpa sua? no, no: colpa però di un suo collega e compagno di partito, Renato Schifani, Presidente della Sicilia. Ma come, caro Schifani, lei procede alla nomina dei manager della sanità siciliana pur in assenza giustificata dei quattro assessori di Fratelli d’Italia impegnati in una riunione all’Assemblea siciliana per un’analisi politica dopo la sconfitta subita in aula sulla legge salva-ineleggibili, affossata da dieci franchi tiratori della maggioranza col voto segreto? Fatti gravi, tanto che in FdI c’è chi considera indigeribile lo strappo consumato sui manager e caldeggia il ritiro degli assessori dal suo governo o addirittura il passaggio all’opposizione. Eppure, all’epoca, Fratelli d’Italia cedette la Presidenza a Forza Italia, una qualche considerazione verso l’atto di distensione e cortesia la si dovrebbe avere, ma tant’è, vedremo cosa accadrà. E prima della Sicilia c’è stato invece uno strappo in Sardegna, stavolta al contrario, con Fratelli d’Italia che ha preteso e avuto il candidato Presidente togliendolo alla Lega. E a Roma c’è la questione della diversità di vedute e opinioni sul premierato, mentre infuria la tempesta tutta centrodestrorsa sul caso Salis.

Salvini e MEloni

Insomma, tra Salvini e Meloni da qualche settimana i rapporti non sono proprio idilliaci, ora, a questi, si aggiungono le frizioni tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Se questo è, è possibile ipotizzare la Basilicata come campo di battaglia del centrodestra? E’ davvero cosa scontata che la coalizione si presenterà unita all’appuntamento elettorale? Per Salvini i fatti della Sicilia, della Sardegna, dell’Ungheria, uniti alla mortificazione possibile sia politica che territoriale che lo priverebbero di rappresentanze in tutto il centrosud Umbria esclusa (per ora), potrebbero essere motivo di allontanamento dal progetto che sino ad oggi sta tenendo unito il centrodestra? Ecco che allora il primo banco di prova può essere proprio la Basilicata. Insomma, la nostra regione sarà terreno di battaglia, con Bardi che dovrà attendere di conoscere se il suo ruolo sarà quello di Cesare o di Napoleone e se la Basilicata sarà Farsalo o Waterloo. Di certo allo stato attuale non è assolutamente da escludere che la Lega spacchi un centrodestra tutto sommato già lesionato dalle vicende sopra raccontate, e in quel caso, per salvare il salvabile, più che pensare alla sconfitta di Pompeo… meglio andare tutti a Pompei.

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