Deleterio per chi non condivide e non apprezza gli ultimi anni di governo di centrodestra il non dare priorità alle ragioni dello stare insieme rispetto alle ambizioni e ai risentimenti personali che impediscono una candidatura anti-Bardi unitaria favorendo una nuova sconfitta

di Angelomauro Calza

Beh, onestamente, questa non mi pare malignità, pettegolezzo né similia: è strategia ad orologeria studiata a tavolino, legittima, che dimostra però quanto siano prioritari interessi e aspirazioni personali rispetto ad azioni che possano portare a una sorta di cambiamento percepibile, diffuso, sostanziale e non aleatorio e solo enunciato. Di cosa parliamo?

Angelo Chiorazzo

Ma di Chiorazzo ovviamente. E di Bardi, ovviamente. E del PD, ovviamente. E di Marcello Pittella, ovviamente. E di Livio Valvano, ovviamente. Mettiamo tutti sullo stesso piano e però tra questi salviamo Bardi: è il Presidente uscente, si autopropone e si fa proporre per il secondo mandato: legittimo e pure spiegabile e giustificabile. Chiorazzo? Proposto dal civismo ha dato la sua disponibilità all’appello di candidarsi come alternativa credibile al cambiamento rispetto alla legislatura regionale a guida Bardi che ha prodotto – a detta degli avversari – più cose cattive che cose buone. Però a detta di Valvano si è autoproposto, creando i presupposti per una levata di scudi contro di lui.

Marcello Pittella

Marcello Pittella vive una fase di riflessione: che fare? Chiorazzo ha l’appoggio del PD, o, meglio, della Direzione del PD che ha deciso di stare con lui all’unanimità. Ma nel PD il malpancismo è abbastanza consistente e fa di tutto per dilagare fino, ci si augura, alla revisione della decisione. Pittella ci starebbe pure ad appoggiare Chiorazzo a sua volta appoggiato dal PD, ma ha un problema: la convivenza con Roberto Speranza e soprattutto con Vito De Filippo: “se c’è Pittella ci sono anch’io” ha detto l’ex sottosegretario raccontano le cronache dalla Direzione di due settimane fa. E i Cinquestelle? Spaccati come non mai, ma in due, non in frantumi: da una parte chi, come quelli del territorio del materano, sono con Chiorazzo, e chi, come gli altri, Lomuti e Araneo in testa, sono per la perseveranza nella caratteristica identitaria, per andare da soli, nonostante il disappunto di Giuseppe Conte.

Conte se la sta giocando

E allora ecco il colpo di scena, vero o presunto che sia. Valvano che ha nei giorni scorsi deprecato come Bardi si sarebbe autocandidato e sia appoggiato da un soggetto editoriale multimediale come Cronache Lucane, e che ha pure messo in evidenza l’inopportunità che Chiorazzo, che si sarebbe autocandidato, avesse dalla sua un altro soggetto imprenditoriale editoriale e multimediale come La Nuova del Sud, decide che lui non è più fesso degli altri, e sceglie L’Avanti, altro soggetto multimediale di cui è direttore editoriale, per parlare e far parlare di sé e da quelle pagine annuncia che “in assenza delle primarie i socialisti offrono la disponibilità del segretario regionale (cioè lui stesso) per la carica di Presidente, da condividere con tutte le forze politiche del campo progressista e dell’area moderata che vogliono non semplicemente contrapporsi al centro-destra ma costruire una nuova pagina per la Basilicata”. Cioè alla fine ha deciso di utilizzare le stesse armi e gli stessi metodi che ha stigmatizzato come non democratici, all’insegna di “o si fanno le primarie, o candidate me o alla malora tutto e tutti”. Ma come? Un uomo posato, moderato, calmo e pacifico come Livio Valvano scende in campo così? In maniera quantomeno devastante e turbolenta rispetto alla apparente, falsa calma piatta del momento? E’ farina del suo sacco? I dubbi aleggiavano già da ieri. Ed ecco la conferma che quasi certamente non è opera sua, ma di chi lo ha fatto esporre come testa di ponte, sia pure in maniera legittima, perché in politica e in amore è tutto permesso.

Donato Pessolano

A sostegno delle tesi e della autocandidatura a Presidente di Livio Valvano a mezzogiorno di oggi, quasi puntuale come la scadenza di una multa per eccesso di velocità, un comunicato di Azione, a firma Donato Pessolano e Marcello Pittella a sostegno del segretario del Partito Socialista (per combinazione o perchè combinata?): “pensiamo anche noi, così come hanno detto i socialisti lucani, che questo non sia il tempo delle attese, degli inutili ed estenuanti tatticismi, ma della costruzione. In questo senso sosteniamo l’iniziativa messa in campo dal PSI di convocare tutte le forze politiche per mettere in campo un programma serio e pragmatico per il governo della Basilicata” è detto tra l’altro. Insomma, senza mettere in discussione la legittimità di tutto quanto sta accadendo, il pensiero di molti va al 2019, quando Pittella tirò fuori a sorpresa il nome di Carlo Trerotola, solo che allora lo lanciò all’ultimo momento, nessuno sapeva niente (anche se proprio Angelomà lo scoprì e lo diede per primo un’oretta prima dell’annuncio ufficiale). Ora sarà la volta di Valvano? E comunque la domanda seguente è: riuscirà Valvano ad essere elemento coagulante e unificante? O starà lì, con il suo nome in bella mostra sui manifesti, tutti coscienti che un quarto soggetto anticentrodestra in realtà sarà a favore di chiunque gli avversari o presunti tali candideranno a Presidente? Se Chiorazzo non piace, si riuscirà in qualche modo a produrre proposte che non contemplino le primarie, dimostratesi inaffidabili e poco aderenti alla realtà perchè hanno sempre votato senza controllo cani e porci (con tutto il rispetto possibile sia per chi va a votare, sia per i cani sia per i porci)? Insomma, gli elettori di centrosinistra – al di là di chi è responsabile di questa situazione -in senso lato possono sperare in una ricomposizione delle parti, e in un candidato unico e condiviso? E quelli di centrodestra? Continueranno a sperare che ciò non accada? Insomma, vinca il migliore, ma soprattutto perda il peggiore. Sic transit gloria mundi!

 

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