Sempre più possibile il voto in primavera, con Pittella contro Bardi ricandidato Presidente e in lista, a destra, stesso cognome, Cicala, ma nome diverso: Amedeo. Torna Baldassarre in Giunta?

di Angelomauro Calza

Essì, prima o poi l’annuncio del suo passaggio a Fratelli d’Italia il Preidente del Consiglio regionale lucano, Carmine Cicala, lo darà, ma intanto bisogna riconoscergli che nonostante le tante critiche ricevute negli ultimi tempi, ingenerose o fondate che siano, sta mantenendo il giusto aplomb del ruolo istituzionale che ricopre lasciando ancora in sospeso la questione. Mò, parliamoci chiaro, non è che quando Amedeo Cicala, il fratello, ha riunito i suoi più fedeli amici per decidere il da farsi e poi ha stabilito di sostenere Giorgia Meloni, Carmine non c’era: era là pure lui. E sicuramente pure lui ha concordato sulla decisione finale, e sicuramente negli ultimi giorni di campagna elettorale il sostegno a Fratelli d’Italia lo ha dato, ma in maniera discreta, non manifesta, proprio in virtù e rispetto del ruolo. Ma cosa accadrà domani, nel primo Consiglio del dopo-elezioni? L’aria che tira è che Carmine Cicala resta per ora dove sta e finchè le acque mosse dal voto alle Politiche non si calmano difficilmente annuncerà ufficialmente l’uscita dalla Lega e l’adesione a Fratelli d’Italia, non vuole evidentemente fare lui da innesco a fenomeni turbativi della solo apparente pax politica alla Regione.

Qualcuno dirà che cambia poco, ma nella realtà la differenza tra il pensare e dare per scontato (come sarà, sia chiaro) il suo passaggio con la Meloni è sostanziale: al momento i rapporti di forza all’interno del Consiglio regionale non mutano. Lo stesso Marcello Pittella, pur non più del Partito Democratico, resta nel perimetro dell’opposizione, così come Cicala resta in quello della maggioranza. Si parla di scossoni al Governo Bardi, ma chi lo fa enfatizzando la cosa cade in errore: nessuno scossone di magnitudo tale da farlo crollare. Se proprio accadrà qualcosa sarà una semplice staffetta, e pure con cambio veloce in corsa: fuori un leghista dalla Giunta, dentro Baldassarre, ma tutto solo dopo l’ufficialità del passaggio di Cicala a Fratelli d’Italia. Il partito che ha eletto ben tre parlamentari non avrebbe null’altro da poter chiedere alla Regione: due assessori e un Presidente del Consiglio sono un bel bottino, no? Potrebbe però (e lo farà senz’altro) chiedere un ridimensionamento della Lega in Giunta. E anche questo ci sta, ma perché Baldassarre? E perché no? Fd’I, come dicevamo, non può chiedere altro e unico partito di maggioranza a non essere rappresentato nell’Esecutivo sarebbe a quel punto Idea, che con dentro Baldassarre aprirebbe le porte del Consiglio a Daniele di Ioia, ormai transitato a piè pari al fianco del Presidente Bardi. Sarà così? Non sarà così? Perché no? Vedremo. Di sicuro si sta lavorando, come stiamo predicendo da settimane, all’anticipo del voto delle Regionali insieme a Lazio e Lombardia, ma non in relazione ai risultati delle Politiche, no: tutto in relazione al fatto che Bardi si gioverebbe del momento congiunturale favorevole per una sua ricandidatura della spartizione nazionale dei posti a candidato Presidente, con la Lombardia alla Lega, il Lazio a Fratelli d’Italia e la Basilicata a Forza Italia (sarebbe più complicato dopo un altro anno riuscire a mantenere la posizione). Perché no? A questo fattore, probabile anche sull’onda dei risultati alle Politiche, premianti per il centrodestra e per gli Azzurri in Basilicata, forti del sorpasso sulla Lega, si aggiungono due elementi di novità: il primo è la voglia di Marcello Pittella di ritornare in campo. Il leone, si sa, una volta che ha assaggiato il sangue diventa insaziabile e così, dopo aver ottenuto il 12 per cento e 30.000 voti alle Politiche vuole riprovarci da Presidente e attendere fino al 2024 significherebbe un lungo digiuno da campagna elettorale: le vuole subito le elezioni, la vuole subito questa savana dove rincorrere le gazzelle per sdraiarsi poi all’ombra quinquennale del baobab appositamente plantumato a via Verrastro. Perché no? Secondo fattore: Amedeo Cicala. Si sussurra di una staffetta con suo fratello Carmine destinato ad essere il prossimo sindaco di Viggiano, avversari permettendo in sede di votazioni. Anche qui, Amedeo non vorrebbe certamente attendere altri due anni per ottenere la possibilità di fare il salto da Viggiano a Potenza: è vero, nel 2024 le Regionali coinciderebbero con le Comunali, situazione ideale, ma che potrebbe essere comunque anticipata di dodici mesi. Anche in questo caso: perché no? Ah… nel 2024 ci sono anche le Europee, e un Amedeo Cicala candidato con Fratelli d’Italia potrebbe anche starci. Per l’ultima volta: perché no?

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