Antonella Giosa, di Savoia di Lucania, ha deciso di scendere in campo per la salvaguardia dei diritti fondamentali di tutti.

di Angelomà

Tante donne in lista con i Progressisti per la Basilicata. Tra queste Antonella Giosa, una laurea in Scienze Motorie, di Savoia di Lucania.  Come molti nella nostra regione è una lavoratrice precaria. Ed ha le idee precise sulle motivazioni del suo essere in campo per un posto da Consigliere regionale.

Antonella Giosa

Antonella Giosa

Perchè hai deciso di candidarti?

Da anni lotto in questa regione per dare voce a chi non ne ha o a chi, in moltissimi casi, non ne ha mai avuta. Amo definirmi attivista per i diritti civili e femminista.

Ma da quali esperienze vieni?

Sono stata segretaria del mio paese, Savoia di Lucania, del Partito Democratico, che ho lasciato sei anni fa;   Vice-presidente di Arcigay Basilicata e, tra le tante attività nel corso di questa carica, ho organizzato il primo Pride della storia della Basilicata tenutosi nel 2017 a Potenza. Ho partecipato al coordinamento regionale “Non Una Di Meno” di Potenza contro la violenza sulle donne, così come alla raccolta firme per chiedere al presidente della regione Basilicata di impugnare l’art. 38 del decreto “Sblocca Italia” per salvaguardare la nostra terra.

Ed ora?

Sono attualmente delegata nazionale “Donne A.N.P.I.” per la Basilicata e… candidata alle regionali lucane nella lista “Progressisti per la Basilicata” per la provincia di Potenza. Ho scelto di mettermi in gioco ancora una volta, per cercare di portare avanti il mio sogno: quello di una Basilicata più equa, più giusta e più inclusiva.

Antonella Giosa

Antonella Giosa

Cosa proponi ai lucani in cambio di un loro voto?

Bisogna pensare alla messa in sicurezza del territorio non solo come dovere ma anche come opportunità di occupazione e sviluppo locale: priorità assoluta è, quindi, la messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico. Infrastrutture e miglioramento del servizio di trasporto pubblico. Mi impegno a portare avanti delle proposte di legge regionale che agevolino lo sviluppo locale, la valorizzazione dei centri storici, la promozione dei beni culturali e della storia che caratterizza ciascun borgo lucano, convinta che l’unico modo per sopperire al loro progressivo e preoccupante spopolamento sia fare rete per aree territoriali.

Qualcuno potrebbe dire che è troppo poco

Mi batterò anche per il cosiddetto “lavoro invisibile”: sono tanti i lavori fondamentali per la sopravvivenza delle nostre piccole comunità e che non sono riconosciuti: si tratta del lavoro di cura di anziani, malati e disabili spesso tutto a carico di donne, il più delle volte casalinghe, non retribuite: credo che le istituzioni regionali debbano occuparsi di queste tematiche con politiche mirate a togliere dall’invisibilità queste attività vitali per il nostro territorio.

Antonella Giosa

Antonella Giosa

E la sanità? Ti sta bene così come è?

No. E’ necessario rendere il sistema sanitario regionale sempre più universalmente accessibile a chiunque e non solo sulla carta. Mi impegno ad incrementare la presenza sui territori dei consultori familiari dislocati sul territorio lucano, negli ultimi tempi fortemente depotenziati per mancanza di personale e strutture all’altezza del compito da svolgere: è necessario dare loro una nuova luce, ad esempio rafforzando i centri d’ascolto antiviolenza e integrando anche le varie realtà di volontariato presenti sul territorio. Medicina di genere e di prossimità. Info e accompagnamento alla 194.

E per finire?

La lotta alle discriminazioni. La rete Re.A.Dy contro le discriminazioni da me proposta e approvata in consiglio regionale nel 2015 è stata un grande traguardo, ma va ulteriormente riempita di contenuti, ad esempio con l’approvazione di una legge regionale contro l’omotransfobia, iniziative di sensibilizzazione nelle scuole, sul posto di lavoro e nella società tutta. Se sarò eletta mi impegno a promuovere iniziative di sensibilizzazione ai temi del bullismo, una piaga spesso invisibile della nostra regione soprattutto nei centri più piccoli, così come al mobbing, facendo uso efficace di istituzioni pubbliche come i consultori con punti d’ascolto dedicati.