Il provvedimento governativo passato tra il silenzio dei Presidenti delle Regioni. Trerotola: “Una ridicolaggine!”

di Angelomauro Calza

 

“Il cambio di passo c’è e si vede- ha scritto il Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi nelle ultime ore– Con il nuovo Governo si punta tutto sulla campagna vaccinale e sulla velocità. Ho apprezzato che anche il Ministro della Salute abbia voluto coinvolgere un network così capillare sul territorio come quello di Poste italiane, che gode anche della fiducia della popolazione. Posso già annunciare che entro pochissimi giorni anche in Basilicata sarà operativa la piattaforma di Regione e Poste Italiane per la prenotazione vaccinale”.

Il Governatore lucano Vito Bardi (ph. Luisa Calza)

Il Governatore lucano Vito Bardi (ph. Luisa Calza)

La battuta sui tempi delle Poste è scontata, se ne dicono tante da sempre, ma una sui percorsi che potrebbero fare stè prenotazioni prima di arrivare al destinatario finale ci sta: vuoi vedere che una richiesta di prenotazione che parte da un cittadino residente in via del Gallitello a Potenza e arrivare agli ambulatori Madre Teresa di Calcutta, a poche decine di metri da casa, gli fanno fare prima il viaggio fino a Bari, poi ritorna a Potenza e finalmente arriva a destinazione? Presidente, alle Poste vogliamo bene, ci mancherebbe, sono una istituzione anche da amarcord, ma in quanto ad organizzazione… beh, è quantomeno discutibile, impegnata com’è ad occuparsi più della parte bancaria che di fornire i servizi come una volta agli utenti, che ora sono spesso costretti a recarsi loro agli sportelli delle Poste per ricevere corrispondenza, mentre una volta, con la “vecchia, logora e anacronistica organizzazione tutto avveniva senza disagi per i cittadini. Si ironizza, ovviamente, così come si ironizza sulla presenza delle Poste nei piccoli paesi, dove le cronache degli ultimi anni raccontano di chiusure e di aperture anche per due ore a settimana. Lo sappiamo, questa di affidare alle Poste la gestione della piattaforma di prenotazione dei vaccini non è un provvedimento o una decisione regionale, ma un provvedimento nazionale che più che dettare “un cambio di passo da parte del Governo”, come da lei, caro Governatore, esaltato, detta una ulteriore investituradi Poste Italiane con certezze tutt da verificare? (Il sito di poste italiane e’ gratuito, non è che per questo e’ stato scelto da Bardi?  Magari per non assumersi l’onere di sostenere costi potenzialmente contestabili? Il sito non dialoga con gli altri sistemi regionali e non e’ attualmente operativo al momento stanno facendo formazione agli operatori: funzionerà? O assisteremo ad episodi della serie “io ti mando la comunicazione poi se ti arriva o no a me che mi frega? Tanto devo solo non assumermi responsabilità di sorta”?)

Come? Accettando la proposta dei farmacisti che non solo avrebbero potuto gestire le prenotazioni, ma anche effettuare i vaccini.

Il Consigliere regionale Carlo Trerotola

Il Consigliere regionale Carlo Trerotola

Carlo Trerotola, che abbiamo interpellato nel merito, sia in qualità di Consigliere regionale, uomo delle istituzioni, sia soprattutto come farmacista è infuriato su questo punto: “Io avrei addirittura obbligato i farmacisti a vaccinare gratis, li avrei precettati, insieme ai medici, perché se siamo in guerra bisogna combattere tutti per uno scopo comune, e va fatto gratis” ci dice, la giudica “una cosa ridicola”. In effetti le farmacie hanno anche accesso alla rete Sogei, quindi una rete e una piattaforma che già esistono e non comporta costi importanti, e soprattutto c’è una presenza capillare di farmacie sul territorio, disagi per gli utenti ridotti davvero al minimo: “ce ne sta praticamente una quasi sotto casa ovunque in città e almeno una nei paesi, altro che Poste Italiane!” ci ha detto, arrivando a sentenziare: “una ridicolaggine così non la capisco”. Possiamo allora coinvolgere tutti quanti, pure i tabaccai e gli ormai onnipresenti market gestiti da cittadini cinesi e i punti di scommesse online? Dopotutto sono tutti luoghi molto frequentati, no? “Certo – ci dice ancora Trerotola – perché no? tutto serve quando si è in emergenza, ma prima bisognerebbe coinvolgere le farmacie, presidi sanitari indispensabili e diffusi”. E anche su questo punto Trerotola spiega: “è una cosa al contrario, è caposotta, il sistema sottosopra, sarebbe come dire che le vaccinazioni le fanno prima i farmacisti, poi gli infermieri e infine i medici”. Trerotola è impietoso: “siamo arrivati al punto che un Governo vari provvedimenti ridicoli e le Regioni non reagiscono, gli vanno dietro senza battere ciglio”. Uno sfogo comprensibile e giustificatissimo, perché, volendo ironizzare alla fine così come fatto all’inizio, il timore dei farmacisti è che se le Poste gestiranno le vaccinazioni, non è che Draghi, con il consenso delle Regioni, affida alle farmacie il compito di consegnare le raccomandate?

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