Intervento del Segretario del Partito Socialista che nell’intervista che segue sostiene che “gli spazi per unire il centrosinistra ci sono”

di Angelomauro Calza

Segretario, lei non concorda sulla nostra definizione di “autocandidatura” riferita al suo mettersi eventualmente a disposizione per la carica di Presidente. Correttamente raccogliamo e le chiediamo di spiegare il perchè

Ho fatto un congresso con 120 delegati, sono stato eletto e porto avanti idee, proposte e programmi frutto di ragionamenti, discussioni e confronti collettivi all’interno degli Organismi. In parole semplici, io sono solo il megafono di quello che viene collegialmente deciso all’interno del partito strutturato

Quindi nessuna autocandidatura come si è malignato da qualche parte, noi compresi?

Assolutamente no. E mi dispiace che sia stata letta in modo distorto la mia dichiarazione, perché sin dal congresso del PSI, quando non c’erano ipotesi in campo, nel confronto abbiamo proposto una strada. Poi registriamo che da giugno a oggi il Partito Democratico non vuole discutere con nessuno degli alleati, l’ultimo esempio quello di sabato 25 novembre, quando alla presenza di tutti i segretari regionali, Cinquestelle, PD, Italia Viva, Azione, Partito Socialista, Verdi, Sinistra Italiana e Basilicata Possibile, ben 8 segretari regionali, il segretario del PD non ha voluto iniziare l’incontro convocato ritenendo di non essere nelle condizioni di potersi confrontare e chiedendo l’ennesimo rinvio. Dopo 4 mesi di rinvii lunedì sera 27 l’esecutivo regionale socialista dopo un lungo confronto e un lungo ragionamento ha deciso di prendere l’iniziativa e da oggi apriamo il confronto con tutti, altro che autocandidatura: è una iniziativa politica che parte da un partito che fa politica e non altro.

Ritiene quindi possibile che Lettieri abbia avuto necessità di riflettere o di chiedere se sussistono possibilità di rivedere le decisioni dell’ultimo Direttivo?

Lettieri ha fatto riferimento a decisioni romane tra PD e movimento Cinquestelle

Nel senso che ritiene necessario attendere l’esito dell’incontro romano prima di impegnarsi a livello locale?

Questa è la sua necessità, ma è inammissibile al tempo in cui siamo arrivati continuare in questo gioco tattico che disorienta gli elettori. Il campo progressista deve avere una sua proposta a prescindere dalle decisioni romane. Se c’è qualcuno che non è in grado di farlo non può essere un problema nostro né degli elettori lucani. noi riteniamo di dover andare avanti. Per questo assumiamo l’iniziativa politica insieme a chi vorrà starci.

Ma quindi se il centrosinistra si presentasse disunito all’appuntamento elettorale chi dovrebbe fare mea culpa?

Chi non vuole discutere da mesi e utilizza la tattica come fine e non come strumento. Bisogna chiederlo a chi dalla tattica trae giovamento e far parlare chi dalla sconfitta ha tratto giovamento. Chi ha sempre tratto giovamento dalle sconfitte dal 2011 a oggi, dovrebbe riflettere su ciò che sta accadendo. Non è un problema di non gradimento o pregiudizio sui nomi in campo, che sono più di uno, anzi: è lodevole mettersi a disposizione per una difficile gestione come quella del governo di una regione in grave difficoltà come la Basilicata, quel che noi socialisti vogliamo è che si utilizzi un metodo in grado di convincere gli elettori che non coincide con le dinamiche purtroppo messe in campo dal Partito Democratico fino ad oggi. Preciso che i socialisti chiederanno incontri con tutte le forze politiche e con tutte le forze civiche, compresa Basilicata Casa Comune.

Ma quindi come finirà?

Gli spazi per unire il centrosinistra ci sono e vanno perseguiti. Bisogna cambiare rotta.