Il melone ha una storia antica, alcuni studiosi dicono che abbia origini Africane mentre altri dell’ Asia Minore, di sicuro non si conosce la specie selvatica a cui far riferimento.

Federico Valicenti

Federico Valicenti

Già 3000 anni fa i Sumeri conoscevano il melone, in un poema epico Gilgamesh l’eroe mangiava “meloni cassia”, frutti rappresentati sulle tavole imbandite di vari bassorilievi ed elencati anche in un assiro di erbe, mentre nella città di Ur un residente di nome Ur-Nammu li piantò nel suo giardino. Quando Mosè condusse il popolo ebraico nel deserto dove vagò per 40 anni, uno dei prodotti alimentari che desiderava erano i meloni ” il pesce, che abbiamo fatto mangiare liberamente in Egitto, i cetrioli, e meloni.” (11, 05 ). In tutto il Medio Oriente uno snack preferito, molto contestato, erano i semi del melone che venivano essiccati e arrostiti. Un vecchio proverbio afferma che ” colui che riempie lo stomaco con semi di meloni è come colui che lo riempie con la luce, non vi è baraka, benedizione, in loro”. Apicio (I°sec. d.C) nel suo “De re Coquinaria” racconta dei meloni importati dall’Armenia, in una delle ricette cosi descrive i meloni crudi serviti con “una salsa di pepe, mentuccia, miele, brodo e aceto. Una volta ogni tanto si aggiunge silfio”. Nel I° secolo d.C, Plinio il Vecchio, naturalista e scrittore romano, ha scritto di una pianta chiamata melopepo che “cresce su una vite che non pendono come il cetriolo, ma si trova piuttosto a terra”, descrive i frutti come sferica e di colore giallastro e osserva anche che si stacca facilmente dallo stelo, tutte caratteristiche che riportano al melone. Un dipinto murale è stato scoperto ad  Ercolano, vicino a Pompei, città sepolte nell’eruzione vulcanica nel 79 d.C. dove si raffigurano dei meloni tagliati a metà. Mentre il medico greco Galeno, (129 – 216 d.C.) discute i benefici medici dei meloni nei suoi scritti. Non erano grossi  come li conosciamo oggi ma delle dimensioni di un arancia. Con la caduta dell’impero Romano, in Italia crollò anche l’importazione dei meloni provenienti dall’Asia Minore. In seguito Carlo Magno, nell’800 d.C., che apprezzava nuovi frutti e verdure,  aggiornando in continuazione il suo giardino con nuovi e rari cultivar, riprese la coltivazione del melone riportato dalla  Spagna, dove sono stati piantati un secolo prima dai Mori. Nonostante l’amore di Carlo Magno il  melone non diventa un frutto popolare. Marco Polo (1254-1324 d.C)  lungo il tragitto verso la Cina, trovò quello che lui considerava “il miglior melone nel mondo in quantità   grande che si asciugano in questo modo: hanno tagliato tutti intorno a fette come strisce di cuoio, poi metterli al sole ad asciugare, quando diventano più dolce miele. E deve sapere che si tratta di un articolo di commercio e di trovare un pronto vendita attraverso tutti i paesi intorno” .

 

… ed ora la ricetta

Risotto al melone

Ingredienti:
1 melone piccolo
Un bicchiere di acqua
Sale
Pepe
250 gr di riso
100 cc di vino bianco
Una noce di burro
1 lt di brodo vegetale
4 fettine di pancetta stesa
1 mozzarella di bufala piccola

Mondate e sbucciate il melone, togliete completamente i semi e la parte filamentosa.

Lavate  il  melone e tagliate la polpa  a dadi ,  fate cuocere con qualche cucchiaio di acqua in una padella fino ad ottenere una crema. Aggiustate di sale e pepe.

In una casseruola mettete il burro, unite il riso e fatelo tostare. Sfumate con il vino bianco, fate evaporare ed unite la crema di melone, continuate la cottura per 14 minuti circa, aggiungendo di tanto in tanto del brodo bollente. A parte, tagliate la pancetta a listarelle, passatela in padella fino a renderla croccante. Scolate la mozzarella e tritatela sottilmente. Quando il riso è cotto toglietelo dal fuoco e mantecate con la mozzarella e un cucchiaio di olio extravergine fino a renderlo filante. Servite con sopra la pancetta croccante.

risotto al melone

risotto al melone